Riace, Lucano “difende” Salvini: “Il governo non c’entra col mio arresto: è iniziato tutto prima”

Qualcuno lo ha definito il “Lucano Day”. Non solo la manifestazione di Riace, ma anche a Milano e Torino ci sono stati movimenti popolari tesi a manifestare la vicinanza al Sindaco della cittadina jonica e al suo modello di accoglienza. Qualcun altro, invece, ha ritenuto troppo politicizzata la “vicenda”, complici il sottofondo di “Bella Ciao” e il pugno chiuso del Sindaco.

Il giorno dopo è anche però quello in cui Lucano parla all’Agi della sua situazione. In particolare smentisce il fatto che il suo arresto per “favoreggiamento dell’immigrazione” determinato da un modello “troppo accogliente” non abbia alcun tipo di motivazione dettata dall’attuale momento politico.

“Le elezioni – rivela – sono state lo scorso 4 marzo. Le avversioni sono iniziate molto prima. Questo non significa che a partire dall’insediamento di questo Governo e delle sue politiche sull’immigrazione io non abbia avuto qualche preoccupazione in più, ma è da prima che lo spazio ha iniziato a restringersi”.

“Riace – rivela all’Agi – non prende più soldi degli altri. La chiave del successo sta nel fatto che si è capito che l’accoglienza non può essere un albergo dove i migranti entrano ed escono. Le persone che arrivano rischiano di essere in balia del nulla e d diventare manodopera per la criminalità organizzata. Dunque, abbiamo fatto accoglienza ed integrazione”.

Lucano, ora che è agli arresti domiciliari, punta a tornare un uomo libero.