Rischio Coronavirus: “Chiudete la Centrale del Mercure”

Rischio COVID 19 e Centrale a biomasse del Mercure nel Parco Nazionale del Pollino.

Da più parti è stata avanzata l’ipotesi di un collegamento tra l’inquinamento atmosferico da particolato fine e ultrafine (le cosiddette polveri sottili, dai 2,5 micron in giù) e le aree più colpite dal COVID 19. Wuhan in Cina, la Pianura Padana e New York sono infatti tra le aree del pianeta più interessate sia dalla pandemia, che dall’inquinamento da polveri sottili. Studi scientifici recentissimi -tra cui uno della SIMA –Società Italiana di Medicina Ambientale- effettuato congiuntamente con studiosi dell’Università di Bologna e di Bari- assieme ad altri, svolti anche nel recente passato e riguardanti le connessioni tra inquinamento atmosferico e malattie respiratorie sostenute da virus, sembrano supportare questa tesi.

Il meccanismo non sarebbe per altro ignoto. Il particolato svolge “normalmente” un ruolo pro-infiammatorio con produzione a livello polmonare – e successivamente di tutto l’organismo – di citochine infiammatorie, esattamente come avviene per il COVID 19. Inoltre, l’azione vasocostrittrice determinata dallo stress ossidativo che è generato dal Particolato, aumenta il rischio trombotico, come pare faccia anche il COVID 19 a livello del microcircolo polmonare. L’anello di congiunzione – tra polveri sottili e COVID 19- sarebbe rappresentato dal fatto che il particolato, in aggiunta al danno prodotto a livello dell’apparato respiratorio e cardio vascolare, può anche fungere da carrier, cioè trasportatore di altre sostanze nocive che su di esso si depositano e tramite esso penetrano nel nostro organismo attraverso la via respiratoria. Aggiungendo danno a danno.

La Centrale del Mercure, nel cuore del territorio protetto del Parco del Pollino, produce una enorme quantità di polveri sottili sprigionate dalla combustione di ben 350.000 tonnellate l’anno di biomasse forestali, cui vanno aggiunte quelle derivanti dal trasporto delle stesse (112 viaggi in va-e-vieni  da parte dei TIR a ciò deputati). A ciò si aggiunge la particolarità microclimatica della valle del Mercure, caratterizzata dal fenomeno dell’inversione termica, a seguito del quale il ricambio d’aria nella valle è molto rallentato e gli inquinanti, micropolveri comprese, permangono a lungo a fondovalle. Insomma una situazione del tutto peculiare, che determina inevitabilmente un potenziale ischio per la salute delle popolazioni residenti.

Dal canto suo, la gravissima emergenza COVID 19 ha spinto il Governo a sospendere ogni attività – pubblica e privata – ritenuta non essenziale, per favorire il distanziamento sociale – attraverso la permanenza a casa–, unica arma al momento disponibile per contenere l’epidemia.

È del tutto evidente che gli Operatori della centrale, così come gli addetti al trasporto della biomasse, non possono osservare la misura del distanziamento sociale e ciò per mantenere attiva una centrale che produce enormi quantità di polveri sottili a fronte di una quantità di energia assolutamente irrilevante. Infatti, la quota prodotta dalla Centrale del Mercure equivale allo 0,00023 della produzione energetica calabrese e allo 0,0011 di quella lucana. Senza dimenticare che la Calabria, dove la centrale si trova, nel territorio di Laino Borgo- ha un surplus di produzione energetica addirittura del 178 % !

Questi motivi, cui vanno aggiunti quello, fondamentale, rappresentato dal rispetto del Principio di Precauzione e di quello dell’Azione Preventiva, nonché non secondari aspetti normativi della legislazione europea, ci hanno portato a chiedere alle Autorità competenti nazionali, regionali e locali quanto meno la temporanea sospensione dell’attività della Centrale del Mercure, almeno fino al termine di questo terribile periodo di emergenza nazionale.

  • Ferdinando Laghi, Presidente Internazionale ISDE- Medici per l’Ambiente; Componente del Consiglio Direttivo dell’Ente Parco Nazionale del Pollino;
  • Antonietta Lauria, Portavoce del Forum “Stefano Gioia delle Associazioni e Comitati calabresi e lucani per la tutela della Legalità e del Territorio;
  • Francesco Saccomanno, membro del Coordinamento Nazionale del Forum Ambientalista;
  • Mirella Rita Ieno, Presidente dell’Associazione Ambientalista “il riccio”-Castrovillari;
  • Mariella Buono, Presidente dell’Associazione “Pensieri Liberi Pollino” Lungro-Castrovillari.