Ieri in Senato si discuteva di un disegno di legge governativo sulla salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. Per dichiarazione di voto ha preso la parola per motivare il suo sì a nome del gruppo il senatore di Forza Italia Mario Occhiuto. Alla sua destra sedeva il presidente della Lazio Claudio Lotito, che per un po’ è sembrato condividere con cenni del capo il discorso del collega di partito. Ma con il passare dei minuti, ascoltare la cadenza “soporifera” di Occhiuto, non poteva che causarne… il crollo. Lotito non ce l’ha più fatta e nonostante cercasse di darsi un tono è crollato, stroncato dalla monotonia dell’oratore (si fa per dire) e dal suo inverecondo biascicare le parole. Nessuno avrebbe potuto resistere più di Lotito. Poi un fremito: si è risvegliato all’improvviso. Ma appena ha risentito il ronzio al suo fianco è crollato di nuovo…