Rossano: il PD è a pezzi, il Generale scalpita e don Pasquale tesse la tela

Giuseppe Graziano

A Rossano accettano scommesse ed il chiacchiericcio dilaga: secondo i soliti bene informati l’amministrazione a guida Mascaro non arriverà neanche a festeggiare Capodanno. 

Sì, perché in questi ultimi giorni stanno andando in scena malumori, dissapori, mal di pancia e lotte di potere a più non posso.

Il PD si è sbriciolato in mille pezzi subito dopo l’annuncio della giunta di Mascaro e adesso, tra coloro che stanno dando “battaglia” è sceso in campo nientepopodimenoche Giuseppe Graziano, comandante regionale del Corpo forestale dello Stato di Calabria e Sicilia, per anni e anni dirigente regionale nei più disparati settori e quindi nei maggiori centri di potere.

Dopo essere stato eletto consigliere regionale nel centrodestra nel 2014, è stato tra i protagonisti della sfiducia al sindaco Antoniotti nel 2015 mentre alle ultime elezioni a Rossano si è schierato con il centrosinistra ma a quanto pare si è già “pentito” e si prepara ad un altro salto della quaglia in perfetto stile trasformista.

Del resto, il nome che ha dato al suo movimento, “Il Coraggio di cambiare” non è riferito al cambiamento reale ma a tutti i partiti che cambierà il nostro caro Generale…

Tornando all’attualità, è chiaro come il sole che Graziano cerca di creare attriti tra il sindaco e quello che rimane del PD.

Giunta-Mascaro-Rossano Il Generale ha dato il via alle ostilità sparando a zero contro il vicesindaco Zagarese (anche se non ne fa mai il nome) e ritenendolo responsabile del mancato svolgimento delle iniziative previste per il 12 agosto, la giornata che avrebbe dovuto ricordare l’alluvione di un anno fa.

Ecco cosa scrive Graziano sul suo profilo FB.

“Purtroppo “La giornata della memoria”, con una serie di eventi, fra cui incontri-dibattiti per ricordare il tragico evento alluvionale del 12 agosto dell’anno scorso (più di un mese di lavoro e di disagio durissimo prima per gli alluvionati ed anche per gli operatori compreso il sottoscritto, come tutti ricorderanno) non si è tenuta tranne il concerto della nostra concittadina Verdiana, peraltro bravissima. Questo perché qualcuno ha impedito lo svolgimento del resto del programma perché pensa di non essere un eletto e nominato qual è, ma un onnipotente, presuntuoso ed arrogante utilizzando le casse comunali. Ne prendiamo atto, ma saranno i cittadini-elettori a giudicare ed a chiedere il conto. Noi abbiamo ed avremo sempre Il Coraggio di Cambiare nell’interesse esclusivo della nostra gente ed andremo fino in fondo rispettando il mandato elettorale datoci dal popolo. Chiederemo, perciò, a nome degli elettori nostri concittadini che personaggi di tal genere non possano e non debbano più rappresentarci”. 

E se ancora non bastasse, poche ore dopo ha aggiunto:

“… Quando le bugie hanno le gambe corte… e la falsità anziché le scuse prevale!!! La verità è che ci hanno impedito di partecipare, perché?? Qualcuno ci dica perché quanto previsto non è stato fatto, promettendo all’associazione, purché non si facesse quanto programmato, altri eventi fantasmagorici nel chiostro di Palazzo San Bernardino. Ma perché i palchi ed i beni comunali sono di proprietà degli onnipotenti, presuntuosi ed arroganti e pure bugiardi o della collettività?”. 

Insomma, Graziano dopo aver fatto cadere Antoniotti si prepara ad un secondo sgambetto!

Dall’altra parte, il giornaletto dei servi dei Cinghiali, edito da don Pasquale “Mollettun” Lapietra, attacca a più non posso quelli che secondo loro non hanno fatto vincere il suo fedele scudiero Rapani ovvero Geppino Caputo e lo stesso Antoniotti, che al ballottaggio hanno fatto gli indiani.

rapinaIntanto, tutta la città è al corrente che don Pasquale ha fatto pace con il suo storico legale di fiducia Giuseppe Zumpano (zio del consigliere comunale Ivan Nicoletti, arrestato durante l’operazione Stop), che adesso è stato designato a ricompattare il centrodestra rossanese dopo che proprio lui nel 2001 creò la prima spaccatura perché fu candidato Orazio Longo e non lui.

Zumpano, vicesindaco della prima giunta Caputo e ora suo nemico giurato, non ha nessuna possibilità ma i servi dei Cinghiali e di “Mollettun” lo spingono ugualmente. Prima lo menavano, ora lo accarezzano. Che tristezza i media al servizio dei padroni…