Rossano, Micciullo e il “caporalato elettorale”

I furgoncini pieni di romeni che hanno votato per Mascaro

La politica rossanese è andata letteralmente in tilt per la nostra inchiesta sulle amministrative. Il fatto che Iacchite’ abbia dipinto le magagne e gli intrecci delle due coalizioni che si contendono la vittoria ha destabilizzato l’ambiente.

Don Pasquale Lapietra, alias “Mollettone” (in italiano, ma in realtà in rossanese è “Mollettun”), ha addirittura annullato un evento pubblico previsto per ieri sera nel quale avrebbe fatto fare un figurone ai suoi dipendenti dell”Eco dello Jonio (il giornale di famiglia), che si sarebbero barcamenati alla grande nel confronto tra i due “campioni” della politica rossanese: Ernesto Rapani e Stefano Mascaro. Come diciamo a Cosenza, unu un bala e l’atru un serva.

E invece i Lapietra, avendo capito che la gente gli ride dietro per le “rivelazioni” di Iacchite’, hanno opportunamente deciso che non era proprio il caso di andare avanti. Non sono abituati al dissenso, da “padroni indiscussi” quali credono di essere e se qualcuno gli canta la pampina non sono ancora molto attrezzati. Cose che capitano.

rapani Lapietra, com’è noto, sostiene in maniera lampante (la foto del palazzo in costruzione con il materiale elettorale è davvero da… Cetto Laqualunque!) l’architetto Rapani, suo consulente e ormai antico compagno d’affari dalla redazione del piano regolatore in poi. Ma anche dall’altra parte, cioè tra quelli che sostengono Mascaro, l’atmosfera non è per niente tranquilla. Il trio degli impresentabili formato da Calabrò, Micciullo e Lucisano, sul quale abbiamo iniziato a fare luce, comincia ad andare in crisi. Soprattutto Antonio Micciullo, figlio di Carlo, il quale ci ha addirittura mandato una replica nella quale, oltre a dispensare insulti che rispediamo al mittente, cerca di arrampicarsi malamente sugli specchi.

Micciullo ci tiene a precisare intanto che ha preso 543 voti e non 474 e che la lista con la quale si è candidato è quella del PD. E quindi ci spiega perché non avrebbe nessuna responsabilità sul controllo del voto di migliaia di famiglie di cittadini romeni residenti a Rossano.

“… Studiando i dati – scrive Micciullo o chi per lui – avrebbe potuto notare che le preferenze del sottoscritto nella precedente tornata elettorale non si discostano in maniera significativa dall’odierna, macchiata al suo dire del voto “straniero”, e che alle due sezioni di contrada Amica, precisamente la numero 8 e 9, il sottoscritto ha raccolto 14 e 15 preferenze che sono in maniera percentuale al di sotto della media di 17 voti ricevuti dalla mia persona nelle restanti sezioni…”.

micPer rispondere al rampollo di Carlo Micciullo, bisogna partire da un dato. A Rossano ormai da molti anni risiede una grande comunità di cittadini romeni. I dati aggiornati al 10 giugno 2015 ci dicono che sono 2.683 maggiorenni (con i minori si sale a 3.177) e ogni anno il totale aumenta perché, con il lavoro stagionale, i romeni che arrivano a Rossano aumentano sempre di più. 

Non solo: guardando gli aventi diritto al voto del referendum sulle trivelle del 17 aprile scorso e confrontandolo con quello delle amministrative del 5 giugno, salta subito agli occhi che aumentano da 27.254 a 30.907. Come mai, nello spazio di due soli mesi, sono aumentati così tanto gli aventi diritto al voto? Il motivo ve lo spieghiamo subito.

Ai cittadini stranieri, appartenenti ad uno Stato dell’Unione Europea, residenti in Italia ed iscritti all’anagrafe del Comune, è riconosciuto il diritto di voto nelle elezioni degli organi del Comune (sindaco, consiglio comunale), a norma del D. Lgs. 12.4.1996 n. 197, con il quale si è data attuazione alla direttiva UE n. 94/80 del 19.12.1994.
In sostanza, il cittadino europeo che risiede in uno Stato di cui non possiede la cittadinanza può esercitare il diritto di eleggere e di essere eletto (con l’esclusione della carica di sindaco) nelle elezioni amministrative di base.
Per esercitare il diritto di voto amministrativo il cittadino dell’UE deve richiedere, personalmente e di sua iniziativa, l’iscrizione in una lista elettorale aggiunta del Comune di residenza.
Questo dice la legge. Dunque, i romeni residenti a Rossano, per poter votare, devono richiedere personalmente l’iscrizione a questa lista elettorale aggiunta del Comune di residenza. E a Rossano tutti hanno potuto vedere con i loro occhi che, già qualche mese prima del 5 giugno, al Comune c’era un gran viavai per aggiungere nominativi alle liste elettorali. 
A questo punto entra in gioco la famiglia di Antonio Micciullo ovvero i genitori, che gestiscono un patronato al quale fanno riferimento i romeni per sbrigare un sacco di pratiche, tra le quali la più importante è quella relativa alla richiesta del sussidio di disoccupazione agricola.
Cosa vuol dire? Vuol dire che i romeni, dopo aver svolto tot giornate di lavoro, hanno diritto ad un sussidio e si rivolgono sistematicamente (ormai da anni) al patronato di Micciullo per presentare una richiesta che per loro, com’è facile comprendere, è vitale.
Carletto Micciullo, dunque, che, come abbiamo scritto, è il vero dominus della famiglia e impartisce tutti gli ordini del caso al giovane Antonio, gestisce una risorsa importantissima e non serve un mago per indovinare che avrà fatto fare richiesta di voto ai suoi clienti della Romania.
Noi abbiamo citato i romeni che hanno votato a contrada Amica ma è evidente che non tutti i romeni clienti dei Micciullo hanno votato in quelle due sezioni.
caporaleA contrada Amica, tuttavia, molti rossanesi hanno potuto constatare e (purtroppo per Micciullo) anche fotografare i due furgoncini da 8 posti (per un totale di circa 16 voti, più o meno quelli che ha preso Micciullo) che sono stati dirottati da qualcuno da quelle parti. 
“Scene da film e da voltastomaco – ci assicurano le nostre fonti -: abbiamo visto questi due furgoncini, che dopo il lavoro (di domenica) hanno fatto scendere gli operai, tutti con il facsimile in vista e addirittura entrati in gruppo nelle due sezioni. Sembrava, con decenza parlando, che l’orario di lavoro non fosse finito. E non abbiamo potuto far altro che definire questa pratica come caporalato elettorale. Qualcuno l’ha anche messa su Facebook…”. 
Il bello (si fa per dire) è che ormai questa è una prassi consolidata, per cui questi romeni ormai sono elettori fissi di Micciullo ma non solo del giovane rampante del PD. Abbiamo infatti già correttamente scritto che ci sono altri romeni che votano per Natale Graziano e quindi per Rapani. Un sistema (quasi) perfetto di clientelismo elettorale “straniero” che da Rossano ormai viene importato anche in altre zone, come per esempio anche a Cosenza.

E così anche le giustificazioni di Micciullo in base alle quali non sarebbe possibile verificare il cambiamento dei dati sono a dir poco ridicole. Le preferenze dei malcapitati romeni sono come le preferenze delle truppe cammellate dei Cinghiali, pardon dei Gentile, alle varie competizioni elettorali: o si vince o si perde hanno solo piccoli sbalzi… perché non è voto di stima ma voto “obbligato”.

E questo è quanto.