“Rispondo per l’ultima volta alla ridda di comunicati stampa, articoli, esternazioni e quant’altro rispetto alla richiesta dei parlamentari Cinquestelle al Ministro Alfano, di promuovere l’accesso antimafia presso il Comune di San Giovanni In Fiore. Non si può, a mio parere, richiedere l’accesso antimafia ad un Comune ed il giorno dopo dire che ‘nessuno ha parlato di mafia’”.
Lo afferma in una nota il sindaco di San Giovanni in Fiore Giuseppe Belcastro.
“L’accesso antimafia – prosegue – viene disposto dal Ministro per verificare se in un Comune ci siano ingerenze mafiose. Non si chiamerebbe ‘Accesso antimafia’ se riguardasse altro. Questo è quanto è dato sapere a me modesto sindaco che, a differenza di qualcuno, cerco di essere intellettualmente onesto.
Torno a ribadire che per la gara della differenziata si stanno facendo tutti i controlli, nei modi e nelle forme previste dalle norme di riferimento, per procedere all’aggiudicazione definitiva. Questo non toglie che chiunque dovesse sentirsi danneggiato da eventuali errori procedurali potrà ricorrere in tutte le sedi deputate per far valere i propri diritti.
La struttura comunale denominata ‘polifunzionale’ è stata inserita nel piano delle alienazioni ed in seguito a ciò posta in vendita con due procedure ad evidenza pubblica, andate deserte.
Il Consiglio comunale, all’unanimità, previa discussione, con esito favorevole, nella commissione consiliare competente, ha deciso di escludere il bene da quelli alienabili e metterlo a reddito, anche al fine di evitare che il mancato utilizzo ne ho depauperasse il valore. La procedura ad evidenza pubblica si è conclusa con l’aggiudicazione definitiva e gli uffici comunali, prima della stipula del contratto, non ancora avvenuta, stanno istruendo i procedimenti necessari al rilascio del certificato di agibilità che deve essere rilasciato prima della sottoscrizione del contratto, atto da cui nascono le obbligazioni a carico del concedente e del concessionario.
Ritengo che aver tolto un bene comunale all’incuria ed all’abbandono non sia una responsabilità grave. Il canone d’affitto di euro 28.000 annui, sarà utilizzato per sostenere la procedura semplificata del dissesto. Per gli oneri pregressi fino al 31.12.2013, la procedura di recupero è di competenza dell’organismo straordinario di liquidazione. I canoni successivi di competenza del Comune sono stati iscritti a ruolo ed inviati ad Equitalia per il recupero coatto. Per l’Abbazia, da tempo pende una causa promossa dal Comune per il rilascio dei locali, come peraltro, detto più volte”.
“Non mi sembra – conclude Belcastro – che quanto descritto abbia a che fare con l’antimafia e comunque il sottoscritto è a disposizione, insieme agli uffici, ad ospitare i parlamentari 5 stelle nella Casa Comunale, per dare contezza, con gli atti, a quanto scritto. E con questo spero che finiscano le polemiche strumentali di chi, mistificando con intelligenza fatti e circostanze, ingigantisce le pagliuzze e non vede le travi! Consentitemi per una volta anche a me una sana e soddisfacente vis polemica”.