“San Giovanni in Fiore, la tragedia di un giovane che poteva essere salvato e il cinismo e il silenzio di sindaco e istituzioni”

*Mentre un giovane muore a causa della malasanità, il primo cittadino di San Giovanni in Fiore pubblica il suo viaggio in Kosovo: un’inefficienza, un cinismo e un’arroganza che gridano vendetta e giustizia*

In una comunità in cui la speranza dovrebbe essere riposta nella cura e nella protezione della salute, è difficile comprendere come la morte di un giovane possa passare quasi inosservata, se non fosse per un’incredibile distrazione delle autorità locali. Mentre una famiglia piange la perdita di un proprio caro, vittima di un sistema sanitario inefficiente, il primo cittadino di quella stessa comunità decide di pubblicare sui social il suo viaggio in Kosovo, come se nulla fosse accaduto.

SAN GIOVANNI IN FIORE. DI MALASANITA’ SI CONTINUA A MORIRE (https://www.iacchite.blog/calabria-di-malasanita-si-continua-a-morire-ieri-a-san-giovanni-in-fiore-lennesima-vittima/)

La tragedia di un giovane che poteva essere salvato
La vicenda che sta scuotendo la cittadinanza è tragica: un giovane, il cui nome ora risuona come un grido di dolore e indignazione, è morto a causa di un grave ritardo nelle cure sanitarie. I fatti sono semplici ma dolorosi: il ragazzo, vittima di un malore improvviso, non è riuscito a ricevere tempestivamente le cure necessarie a causa di una serie di inefficienze e ritardi nel sistema sanitario locale. Le strutture sanitarie, già sovraccariche e poco equipaggiate, non sono riuscite a garantire il supporto immediato di cui il giovane aveva bisogno.
Le testimonianze di chi ha assistito alla scena sono strazianti: la corsa contro il tempo per cercare una soluzione, il vano tentativo di ottenere un’ambulanza che arrivasse in tempo, il silenzio gelido di un sistema che non ha saputo rispondere alle necessità urgenti di un giovane in pericolo. In tutto questo, la domanda che rimane sospesa nell’aria è: perché nessuno ha fatto nulla per prevenire questa tragedia? Perché il sistema sanitario, già fragile, non è stato adeguatamente supportato e potenziato?

Il silenzio delle istituzioni locali

E mentre la comunità è scossa e in lutto, il primo cittadino, che dovrebbe essere il primo a farsi carico della salute e del benessere dei suoi cittadini, non sembra nemmeno accorgersi della gravità della situazione. Anzi, in un gesto che ha suscitato rabbia e incredulità, il sindaco ha pubblicato sui social la foto di un viaggio in Kosovo, come se niente fosse. Un viaggio che, nella sua freddezza e disconnessione dalla realtà che la sua comunità sta vivendo, appare come un atto di totale incuria nei confronti dei problemi urgenti a cui dovrebbe rispondere.

Molti cittadini hanno espresso il loro disappunto e la loro indignazione, accusando il sindaco di essere più interessato a farsi un viaggio all’estero che a risolvere le emergenze sanitarie locali. In un momento in cui la comunità avrebbe bisogno di una guida forte e rassicurante, il primo cittadino sembra lontano anni luce dai problemi reali che affliggono la popolazione.

Un sistema sanitario che non funziona

Il caso del giovane deceduto non è purtroppo un episodio isolato, ma è solo la punta di un iceberg che rappresenta le gravi carenze del sistema sanitario locale. Le strutture ospedaliere sono spesso sottofinanziate, i medici e gli infermieri sono costretti a lavorare in condizioni di stress estremo, e le attrezzature sono obsolete o insufficienti. In molti casi, i cittadini si trovano a dover fare i conti con una sanità che non risponde adeguatamente alle loro necessità, lasciandoli a lottare contro la burocrazia, i tempi di attesa e la carenza di risorse.
In una situazione del genere, non è solo la morte di un giovane a essere un fallimento. È tutto il sistema che non funziona, e ogni giorno che passa senza interventi concreti contribuisce ad aggravare la situazione.

La politica e la responsabilità
La comunità si interroga: come è possibile che, in un contesto tanto drammatico, le istituzioni non reagiscano con la necessaria urgenza? La politica, invece di concentrarsi sulle reali problematiche sanitarie, sembra essere distratta da altri interessi, come nel caso del viaggio del sindaco. La comunità, che ogni giorno lotta per accedere a cure adeguate, si sente tradita e abbandonata. La fiducia nelle istituzioni è messa a dura prova, e la distanza tra i cittadini e i loro rappresentanti sembra essere sempre più evidente.
Il sindaco, come ogni altro amministratore, ha il dovere di mettere al primo posto la salute e il benessere della comunità. Un impegno che non può essere rimandato, che non può essere ignorato, e che non può essere sostituito da viaggi all’estero o eventi che nulla hanno a che vedere con le vere necessità della popolazione. La politica deve rispondere con azioni concrete, non con promesse vuote.

Un appello alla responsabilità

Questa tragedia, seppur dolorosa, deve essere un monito per tutti: la salute non può essere trattata come una questione secondaria. Ogni vita umana è preziosa e merita il massimo impegno da parte delle istituzioni. È ora di chiedere un cambiamento radicale, di pretendere che i fondi vengano investiti in sanità, che le strutture vengano potenziate e che ogni cittadino possa avere accesso a cure tempestive e di qualità. Non possiamo permetterci di perdere altre vite a causa di un sistema che non funziona.
E a chi ci rappresenta, l’appello è chiaro: la comunità è il nostro bene più prezioso. Non possiamo più accettare che l’indifferenza prevalga. È il momento di agire, non di distogliere lo sguardo. La solidarietà e la responsabilità devono tornare a essere i pilastri della politica, perché solo così potremo sperare di costruire una società più giusta e più equa per tutti.

Lettera firmata