Il dott. Gianfranco Filippelli ha revocato, attraverso il parere di un avvocato esterno, tale Santo Manes, una conciliazione giudiziaria firmata dinanzi al Tribunale di Cosenza il 2 dicembre scorso. Lo ha fatto come ritorsione del mio esposto all’anticorruzione, ma ne pagherà le conseguenze in ogni sede.
Lo afferma il giornalista Mario Campanella.
“Addirittura- dice Campanella- questo commissario ha revocato l’atto del 24 giugno scorso con il quale mi diceva che avevo diritto alla stabilizzazione. Filippelli ha effettuato un atto unilaterale, attraverso un incarico legale affidato a un esterno (cosa gravissima e vietata dalla legge !) perché il suo ufficio legale è indagato ed ha letteralmente preso a pernacchie il ministro Lorenzin.
Si tratta di un provvedimento gravissimo per il quale domani stesso- prosegue il giornalista- mi recherò presso la Procura della Repubblica, oltre che ritorsivo, illegale e illegittimo.
Il legale che ha firmato il parere è uno degli avvocati di Franco Petramala, condannato per le stabilizzazioni false, anche grazie alle denunce del sottoscritto”.
“Gianfranco Filippelli continua a visitare a pagamento i pazienti in spregio alle disposizioni del 502/92- prosegue il giornalista- e lo fa tranquillamente a Paola e a Cosenza: la Guardia di Finanza può accertarlo in ogni istante. L’atto da me subito è un atto di natura ritorsiva, – prosegue Campanella- gravissimo, poiché interviene su una conciliazione accettata e firmata dal suo ufficio legale, confermata prima da lui e ora messa in dubbio , con fare calunniatorio, mentre all’ASP persone senza alcun titolo continuano a percepire indennità pagate da Filippelli. Chiedo a Mario Oliverio di sostituire immediatamente questo direttore illegittimo – conclude il giornalista- che viola le leggi dello Stato e che si macchia di reati gravissimi, per i quali risponderà dinanzi a tutte le sedi competenti. C’è una inchiesta aperta in Procura che mette in accusa l’ufficio legale Asp per abuso di ufficio e che oggi Filippelli vorrebbe eludere annullando, subito dopo le mie denunce, un atto firmato dinanzi a un magistrato : è una vergogna che stia ancora li”.