I dati emersi negli ultimi tempi, confermano quanto già denunciato di continuo da pazienti e cittadini: costi crescenti e insostenibili dei ticket, liste di attesa sempre più lunghe, consolidano un fenomeno incalzante, quello della “rinuncia alle cure”.
Non tutti, infatti, possono permettersi di emigrare in altri luoghi dove non vi sono liste d’attesa bloccate, né tantomeno rivolgersi ad un privato e, pertanto, il diritto del malato a curarsi viene meno.
I costi elevati per le visite, i tempi lunghi per le prenotazioni e di recente si sommano le frequenti e gravi negazioni di accesso ai farmaci innovativi complicano e non di poco l’accesso alle cure.
Inoltre la Corte dei Conti, nel quadro generale di riduzione delle risorse, oltre che dei piani di rientro e delle necessarie riduzioni di spesa, calcola che i cittadini italiani saranno costretti a pagare anche 1,018 miliardi per l’attività intramoenia dei medici.
Un insieme di fattori che rende, di fatto, inaccessibile la sanità pubblica.
Da qui la denuncia di Federconsumatori per le troppe ed insostenibili spese a carico dei cittadini.
“Continua il logorante conflitto tra Commissario ad Acta, livelli istituzionali, rappresentanze locali e sociali. E’ ora di liberare la sanità dagli impedimenti che dopo anni di Piano di Rientro hanno impoverito il servizio pubblico e aggravato l’accesso dei cittadini ai Livelli Essenziali di Assistenza. Dopo tagli, tasse e ticket nulla è cambiato in termini di migrazione sanitaria, liste d’attesa, malasanità, disfunzioni dei servizi, pervasività di inte…ressi, invasione della politica, sistemi di accreditamento, messa in sicurezza dei Presidi, qualità e costo della produzione dei servizi.
Intanto prosegue il valzer grottesco di accuse e difese che si gioca da ormai troppo tempo sulla pelle dei cittadini. Dal 2009 ad oggi è un susseguirsi di decreti, alzate di scudi, marce in avanti e indietro nelle scelte che generano caos organizzativo e smembrano di fatto il SSR senza affrontare i nodi di un’efficace e funzionale riorganizzazione del sistema.
Così accade anche per i Nuovi ospedali e per le Case della salute rimaste ad oggi sulla carta. Una vergogna manageriale, commissariale e politica che ha una plurima paternità.
E’ tempo di porre fine a questo gioco al massacro dove prevalgono gli interessi forti e particolari mentre gli interessi collettivi vengono di volta in volta calpestati e umiliati.
Il Governo Regionale ha il compito inderogabile di approntare, ora e non domani, una proposta complessiva alternativa di riorganizzazione del SSR che valga da Nord a Sud della Calabria. E con questa misurarsi con i cittadini e le loro legittime rappresentanze e costruire un’alternativa sanitaria che faccia uscire la Calabria dal corto circuito istituzionale e sociale.
Si facciano finalmente gli interessi di salute dei calabresi. Senza se e senza ma.
Si mostri alla Calabria che un altro modo di governare la sanità è possibile se il diritto di cura dei cittadini diventa il centro attorno a cui compiere ogni scelta.”