Sanità, la Finanza all’Ufficio Personale dell’Asp. Indagini sui “furbetti” protetti da Tridico?

Da qualche giorno all’Ufficio Personale dell’Asp di Cosenza stanno lavorando alacremente gli uomini della Guardia di Finanza di Cosenza.

Stanno acquisendo una serie di documenti, coadiuvati dai dipendenti dell’Ufficio.

Non si conoscono ufficialmente le motivazioni di queste attività di indagine ma qualcosa dev’essere accaduto.

Secondo le voci che girano con abbondanza nei corridoi dell’Asp, tuttavia, pare che il motivo di queste frequenti visite dei finanzieri, sia da mettere in relazione all’inchiesta della procura di Cosenza denominata “Camice bianco” per la quale sono state rinviate a giudizio una trentina di persone. Si tratta di quei dipendenti dell’Asp che facevano i “furbetti” con i cartellini da timbrare.

Il pm Tridico
Il pm Tridico

Secondo l’accusa, sostenuta dai pm Tridico e Assumma, gli indagati, in servizio all’ospedale civile o nelle varie sedi dell’Asp, durante l’orario di servizio, regolarmente retribuito, anche con prestazioni extra di straordinario, «con sistematicità e abitualità», avrebbero posto in essere condotte di truffa in danno dell’amministrazione di appartenenza attraverso la falsificazione degli orari di presenza e di uscita, mediante l’infedele timbratura del cartellino marcatempo. In una circostanza, secondo quanto reso noto, sarebbe stata accertata l’effrazione di un distributore automatico di alimenti e bevande con la conseguente asportazione del denaro contenuto da parte di due indagati.

Il problema, però, è che la procura di Cosenza continua a tenere fuori alcune figure in maniera inspiegabile perché su di loro c’è l’identico quadro indiziario degli altri.

Partiamo dal più “grosso” ovvero Pietro Arpaia, medico legale e medico di base di una certa notorietà a Cosenza. Finito nell’inchiesta mani e piedi e uscito pulito pulito a quanto pare senza colpo ferire.

C’è anche un altro medico che l’ha passata liscia ed è tale Giorgio Campolongo, “esperto” in guardie mediche e medico vaccinatore. Che pare abbia il primato assoluto dei “permessi di uscita” e che è tutelato come un “bamboccione” dal suo amico procuratore e dai suoi amici magistrati.

Cosenza-Asp

E continuiamo con i dipendenti.

Maria Paola Rocca è una infermiera professionale, Andreina Carbone è un’amministrativa e Antonio Bartolotto è un tecnico. Almeno due di questi dipendenti hanno usufruito di molti periodi di “malattia” abbastanza generosa, eppure, nonostante i controlli accurati, non figurano nell’elenco. Tutti seguiti, tutti “fotografati”, eppure continuano a fare quello che vogliono e a non essere interessati dal procedimento.

A questo punto, sarebbe interessante capire come mai il procuratore Granieri e i pm Tridico e Assumma li abbiano agevolati in maniera così palese e smaccata. E il nostro elenco di domande alla procura di Cosenza aumenta esponenzialmente. Possibile che ci sia del marcio anche nelle cosiddette inchieste “di punta” di questi magistrati che non fanno (quasi) mai il loro dovere?

Chissà che i finanzieri non ci autino e mettano davanti alle loro responsabilità magistrati come Tridico e Assumma che non sono certo irreprensibili (stiamo usando il solito eufemismo) nello svolgimento del loro delicato lavoro.