Sanità, la minaccia (di cartone) di Palla Palla

Oliverio non molla, o meglio si gioca le sue ultime carte. Palla Palla ha mal digerito il boccone amaro che è stato costretto ad ingoiare dal governo Gentiloni: niente nomina a commissario alla sanità calabrese, e per questo “pretende”, dal governo prima, e dal partito poi, una spiegazione.
Così riunisce le sue truppe cammellate e chiede un incontro con il primo ministro Gentiloni. Ma alla chiamata all’adunata di Oliverio hanno risposto in pochi: Madame Fifì, Gatta Morta, Barbanti il miracolato, don Magorno e Censore. Una striminzita  pattuglia di deputati che a Roma non si è filato nessuno. Infatti la richiesta d’incontro con il governo è rimasta inevasa.
A questo incontro non si è presentato nessuno. Nè Gentiloni, né la Boschi, né un pincopallino qualsiasi.
Gentiloni fa sapere di non essere disponibile a nessun incontro, e manda due funzionari ad ascoltare le lamentele di Oliverio. Giusto per non prenderlo di nuovo a pesci in faccia. Il messaggio del governo è chiaro: caro Oliverio, pensa ad occuparti di altre cose quali incendi, mare sporco, l’acqua che non arriva nella case dei calabresi, la disoccupazione e chi più ne ha più ne metta, piuttosto che stare dietro ad una nomina che non ti daremo mai.

Ma per Oliverio la nomina a commissario della sanità corrisponde alla battaglia per la vita. E’ il suo unico pensiero e non fa niente se nel frattempo tutto in Calabria va a rotoli. E visto che con le buone nessuno vuole ascoltarlo ha deciso di passare alla cattive.
Dopo la buca ricevuta del governo, a cui si sono accodati altri deputati sui quali Palla Palla contava – Ferdinando Aiello, Battaglia e Marco Minniti che ben si son guardati dal dargli “solidarietà” -, il governatore minaccia Renzi e il tutto il PD di boicottare le imminenti elezioni politiche. Fa sapere che presenterà alle prossime elezioni politiche una sua lista staccata dal PD.
Ma anche questa minaccia di cartone non ha avuto esito: a Roma non si è spaventato nessuno. Ci provi, fanno sapere i pezzotti del PD, a presentarsi da solo alle politiche e vediamo dove va.

Oliverio non vuole arrendersi allo stato di cose. Ha bisogno della sanità per promuovere la sua clientela, perché sa che i voti pesanti arrivano da quel “settore”. Tutta la sanità privata in Calabria e le migliaia di lavoratori ad essa connessi sono una “risorsa” indispensabile per chi ha bisogno di voti. Voti che si ottengono solo accordandosi con chi gestisce cliniche private e tanto personale: tu mi fai votare dai tuoi dipendenti ed io ti rinnovo contratti e ti aumento i posti letto. E’ questo il pensiero unico di Palla Palla. Ecco perchè insiste a volere questa nomina.
E questo lo sa anche Renzi, che con la bocciatura di Oliverio evita di mettergli in mano uno strumento che potrebbe ritorcersi contro di lui. Senza la sanità la clientela di Oliverio è ridotta al lumicino.
Dunque, la parabola politica di Oliverio sta per finire: dopo questo “incontro romano”, che di fatto non è avvenuto, è chiaro a tutti che nessuno del Pd e del governo vuole avere a che fare più con Oliverio.
Ora vedremo quanto peso politico ha Oliverio fuori dal PD e se le sue minacce a Renzi sono vere o sono il disperato tentativo di chi ha capito di essere arrivato al capolinea.