Sanità massomafiosa SpA: 258 milioni ai boss di cliniche e Rsa solo nel 2019!

Oggi arriva in Calabria il nuovo commissario alla sanità, il prefetto e superpoliziotto Guido Longo, che succede a due generali dei carabinieri (Pezzi e Cotticelli) e ad una lunga serie di boiardi di stato (Spaziante, Scura e compari di merende…). E’ giusto che sappia che la sanità calabrese è stata e continua ad essere massacrata nell’indifferenza istituzionale. La sua gestione, infatti, sinora si è protratta con vergognosa spregiudicatezza caratterizzata per mera occupazione militare del potere politico, che è stato esercitato in maniera esclusivamente clientelare e senza alcun limite etico e/o morale. Atti illegittimi sfornati con una spregiudicatezza unica nell’indifferenza di chi è deputato a garantire giustizia e democrazia. Si continuano a tenere in piedi carrozzoni inutili e pericolosi ed a sperperare denaro pubblico. I cosiddetti LEA restano un miraggio ed i parametri standard, emanati da parte del Comitato L.E.A., dovrebbero costituire un preciso riferimento per le Regioni, soprattutto per quelle sottoposte a piano di rientro.

I L.E.A. (Livelli essenziali di assistenza) rappresentano le prestazioni che il Servizio Sanitario è tenuto a fornire a tutti, in maniera gratuita o dietro il pagamento di una piccola quota di partecipazione (ticket).
E la Calabria è fanalino di coda nei livelli essenziali di assistenza sanitaria. Una situazione che genera forti diseguaglianze tra chi vive in Calabria e chi vive nelle altre regioni e che costringe, almeno chi può permetterselo, ad emigrare per potersi curare.

Eppure in una regione in cui non si riesce a garantire un livello accettabile di servizi sanitari – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – fa storcere il muso il budget riservato alla sanità privata: ben 258 milioni solo per il 2019.
La cifra è riportata, nero su bianco, nella delibera del Commissario ad Acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria, nr. 38 del 22 febbraio 2019.
188.398.618,33 di euro, di cui 130 milioni di euro per pazienti che manifestano forme “acute” di malattia e 58 milioni di euro per i pazienti che, pur avendo superato la fase acuta della malattia, non sono ancora in grado di rientrare (“post acuti”), oltre a 68 milioni per le prestazioni specialistiche ambulatoriali.

E così la Regione acquista le prestazioni che servono ai calabresi … “anche ai fini della garanzia dei LEA”, per come viene espressamente evidenziato nella delibera.
Ed è proprio per questa ragione che il Codacons aveva deciso, lo scorso anno, di formalizzare una istanza d’accesso al Ministero della Salute ed alla Commissione di monitoraggio dell’attuazione, definizione e aggiornamento dei LEA (istituita con DM 19 gennaio 2017), la quale ha, appunto, il compito di monitorare costantemente l’aderenza delle singole Regioni.
La Commissione ha il potere di intervenire quando ravvisi una mancata, incompleta o scorretta erogazione dei livelli essenziali di assistenza – continuava Francesco Di Lieto – avvalendosi della collaborazione del NAS dei Carabinieri.

In considerazione dei dati forniti dal Ministero della Salute, dai quali emerge che la Regione Calabria non riesce a garantire un livello accettabile di servizi sanitari, con criticità ascrivibili in particolare ai servizi offerti agli anziani ed ai disabili, il Codacons chiedeva di conoscere quali accertamenti sarebbero stati posti in essere dal 2017 in poi per verificare la corretta erogazione dei livelli essenziali di assistenza in Calabria e, conseguentemente, quali atti siano stati posti in essere a tutela dei Cittadini Calabresi.
Il tutto – concludeva Di Lieto – nel rispetto dei principi di dignità della persona, dell’appropriatezza delle cure riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economia nell’impiego delle risorse. Quasi inutile sottolineare che Di Lieto e il Codacons non hanno avuto nessuna risposta. 

La triste conclusione, quindi, è che invece di procedere ad adozioni illegittime, si sarebbe dovuto rivedere, anzi rimodulare, gli atti aziendali alle esigenze emerse. Ma tutto è fermo nelle stanze occupate fino a ieri da tutti quei signori che sono stati commissari della sanità calabrese e dei loro collaboratori nella Cittadella regionale. Tali atteggiamenti altro non sono che la dimostrazione di come si sia arrivati, in Calabria, alla bancarotta etica, morale e finanziaria, soprattutto nel settore sanità. Ed è triste vedere come i cialtroni, i traditori e nemici della nostra regione, possano continuare ad agire impunemente, indisturbati a distruggerla barbaramente. Il nuovo commissario Longo non ci metterà molto a conoscerli e noi faremo di tutto per farglieli conoscere meglio, facendo come sempre nomi, cognomi e (possibilmente e senzadubbiamente) anche indirizzi.