Proprio sul gong finale, a pochissimi giorni dalla scadenza fissata per l’8 maggio, il Consiglio dei ministri trova l’accordo sulla proroga del decreto Calabria. Ieri sera, al termine della riunione a Palazzo Chigi, il governo Meloni ha dato il via libera al provvedimento che mantiene in vita alcune norme speciali per la sanità calabrese. Accolte, in tal senso, le reiterate richieste arrivate nell’ultimo periodo dal governatore-commissario Roberto Occhiuto.
La proroga consente ai commissari delle Aziende sanitarie ed ospedaliere di continuare ad operare ancora per qualche tempo. Ciò non equivale a dire che tutti i manager saranno confermati. Al netto di posizioni che appaiono “blindate” – è il caso dei vari De Salazar, Carbone e Di Furia, protetti e coccolati dai “fratelli” -, la sensazione è che la struttura commissariale incaricata di guidare la sanità in Calabria possa presto procedere a un mini turnover ai vertici di Asp e Aziende Ospedaliere. I boatos delle ultime ore in particolare danno il commissario dell’Asp di Cosenza Antonello Graziano detto Strafalaria particolarmente a rischio, al punto tale che nelle ultime settimane ha “liquidato” decine di pratiche clientelari proprio perché consapevole di avere poco tempo a disposizione. Insieme a lui ovviamente rischiano di perdere le posizioni di comando gli elementi della sua “banda” rossanese, con a capo Martino Rizzo e Antonio Capristo.
La misura varata dal Consiglio dei ministri consente a Occhiuto anche di mettere una toppa ai ritardi finora accumulati da Azienda Zero e dalle singole Asp che ancora faticano a chiudere i bilanci consuntivi. Altro capitolo spinoso, poi, quello relativo alla ricognizione del debito da concludere (almeno in larga parte) entro il prossimo 30 giugno. Ma siamo alle solite chiacchiere da parassiti dei politici.