Sanremo 2024, Loredana Bertè omaggia Luigi Tenco. La sfortunata storia del cantautore

Fonte: dire.it

ROMA – Il 74esimo Festival di Sanremo arriva alla serata delle cover. Stasera si esibiranno tutti e 30 i cantanti accompagnati da ospiti nazionali e internazionali. Tra i duetti più attesi c’è sicuramente quello di Loredana Bertè e Venerus. L’artista omaggerà Luigi Tenco cantando il brano del 1964 “Ragazzo mio”, lato A del 45 giri contenente anche “No, non è vero”.

Per Loredana si tratta di un cavallo di battaglia. Il pezzo è, infatti, contenuto nel disco del 1986 “Fotografando…i miei successi”, compilation contenente questo e altri grandi canzoni scritte da colleghi come Mango o Ivano Fossati.

L’album seguì la prima partecipazione della Bertè quell’anno a Sanremo con “Re”, scritta proprio da Mango. Non mancarono le polemiche per il pancione finto indossato durante la performance.

Luigi Tenco stasera risuonerà al Teatro Ariston, luogo in cui si concentra tutta la sua storia. Il cantautore è scomparso il 27 gennaio 1967 proprio a Sanremo durante il festival. Quell’anno partecipava, in coppia con Dalida, nel brano “Ciao amore, ciao”.

LA SCOMPARSA DI TENCO

Fu l’ultima occasione di vederlo sul palco. Da allora sono solo state congetture e misteri. Il suo addio, archiviato in fretta come suicidio, è da sempre avvolto nel mistero. Dopo la performance all’Ariston, Tenco torna nella sua camera di hotel e chiama la sua presunta fidanzata di allora, Valeria. Le racconta irritato di voler denunciare in una conferenza stampa un giro di scommesse clandestine messo in piedi durante la kermesse. Qualche ora dopo viene ritrovato senza vita per un colpo d’arma da fuoco. Accanto al suo corpo un biglietto scritto a mano – secondo le valutazioni – proprio da Tenco: “Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente 5 anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda ‘Io, tu e le rose’ in finale e ad una commissione che seleziona ‘La rivoluzione’. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao Luigi”.

Di Luigi, classe 1938, si è detto tutto, cercando di indagare se veramente quel colpo di pistola sia stato sparato in autonomia o se qualcuno volesse eliminare l’artista, in procinto di rendere pubblici argomenti scomodi. Di lui, però, restano soprattutto le canzoni. E non si possono non conoscere pezzi come “Mi sono innamorato di te”, “Ho capito che ti amo”, “Vedrai, vedrai”, “Se stasera sono qui” o “Lontano, lontano”.

Tenco ha dedicato tutta la sua breve vita alla musica. Ha iniziato nel 1953 fondando i Jelly Roll Boys Jazz band, ha poi suonato come sassofonista nei Modern Jazz Group con Fabrizio De André e si è nutrito della cultura musicale di Genova, dove si è trasferito nel 1948 con la madre e il fratello. Era nato a Cassine (in provincia di Alessandria) il 21 marzo.

La sua carriera ha ispirato tantissimi musicisti che sono arrivati dopo di lui. Così il Club Tenco, fondato a Sanremo nel 1972 per sostenere la musica d’autore, nel 1984 decide di premiare gli artisti che “raccogliendo il messaggio di Luigi si propongono di valorizzarla, ricercando anche nella musica leggera dignità artistica e poetico realismo”.