Sassuolomania: Berardi, la bandiera più odiata (e temuta) dagli avversari

di Luca Bedogni

Fonte: calciomercato.com 

Io non ho ancora capito come mai la gente ce l’abbia così tanto con Berardi. I tifosi avversari, intendo. Proprio non lo capisco. Di partita in partita si presentano al Mapei Stadium per tifare la loro squadra, poi se Berardi viene atterrato per un pestone netto, se viene strattonato brutalmente, o se Berardi fa un fallo, un gol o un assist, non fa a tempo a cadere o a protestare o a esultare che viene subito subissato di fischi e insulti. Perché ce l’hanno così tanto con lui? Perché non vedono l’ora di sputargli addosso tutta la loro rabbia?

Un tempo si rispettavano di più le bandiere. Oggi, a maggior ragione, visto che sono una rarità, o forse già un’eccezione, dovrebbero essere protette come i panda. Chi insulterebbe un panda? E invece a Berardi, ovunque vada, capita di subire questo trattamento mirato, che definirei irriconoscente e idiota prima ancora che semplicemente sgradevole e fastidioso.

E perché mai un tifoso avversario dovrebbe serbare nei suoi confronti una sorta di rispetto? Be’, proprio per quello che rappresenta Berardi nel campionato italiano. È un campione (difficile contestarlo), è legato al club che lo ha visto crescere, si impegna sempre al duecento per cento, aiuta la squadra nei momenti di difficoltà. Dopodiché segna anche gol bellissimi, che fanno bene al calcio in generale. Ora, capisco il timore che si trasforma in astio, ma è l’accanimento costante che dà da fare. Possibile, mi chiedo, che non venga apprezzato anche dagli altri al pari dei campioni delle squadre più blasonate?

Nessuno ce l’ha così tanto con Leao o Kvara, nessuno così tanto con Vlahovic (a parte la curva bergamasca…), nessuno con Zaccagni… invece con Berardi sembra che tutti non aspettino altro. È proprio una stupida ingiustizia.

Per fortuna il Mapei Stadium ha imparato a reagire, o meglio, a compensare con una dose di affetto sempre maggiore nei suoi confronti. Così quando Berardi segna un gol come quello di ieri sera al Bologna, adesso nasce spontaneo il coro che scandisce forte il suo soprannome: “Mim-mo! Mim-mo! Mim-mo!”. Ed è fantastico perché non c’è nulla di organizzato, non è il coretto becero e ridicolo del tipo “via il Sassuolo da Reggio Emilia” cantato dagli stessi tifosi neroverdi (pochi e a dire il vero neanche furbi). È un moto spontaneo che unisce tutti i sostenitori neroverdi allo stadio. È la voce dell’emozione, non della stupidità.