di Saverio Di Giorno
La questione della discarica di Scala Coeli giunge ad un nuovo capitolo giudiziario (giustizia amministrativa). La questione vede contrapposti il Demanio e la potente Bieco che gestisce la discarica. La Bieco aveva chiesto la sdemanializzazione e il Demanio aveva rigettato. La Bieco, quindi, fa ricorso e ad oggi arriva la risposta del Tribunale competente: ricorso rigettato. Questa sentenza pone un punto fermo: ad oggi le aree non sono ancora sdemanializzate.
Per quanto tecnica la questione del demanio, per quanto tecnica, è dirimente; infatti, il decreto di autorizzazione del 2010 si diceva espressamente: “in relazione ad eventuali aree demaniali interessate dall’intervento, preliminarmente alla realizzazione degli interventi previsti nel progetto, vengano attivate tutte le procedure previste dalle vigenti normative per l’acquisizione delle stesse aree o per le necessarie concessioni”. La Bieco con una serie di note (2015 e 2016) aveva fatto richiesta di sdemanializzazione puntualmente rigettate dall’Agenzia del Demanio secondo la quale, a suo parere, non si sono i requisiti. La Bieco aveva fatto impugnato i provvedimenti. La ricorrente sosteneva che l’Agenzia avesse violato un precedente giudicato e non avesse adeguatamente considerato le sue osservazioni riguardo alla presenza di alvei naturali e alle opere di difesa idraulica realizzate. Il Tribunale invece ha ritenuto che l’Agenzia avesse correttamente esercitato la propria discrezionalità amministrativa e rispettato il precedente giudicato.
Una lunga storia di giravolte, cambi e nomine…
Sulla questione c’è una lunga storia, più volte raccontata che riprendiamo brevemente. E sempre la questione della sdemanializzazione è stato un ostacolo. Tre pareri della struttura tecnica di valutazione due negativi uno, l’ultimo positivo nel 2019. Il Dipartimento Agricoltura che prima dà parere negativo e dopo continue conferenze dei servizi e tavoli di discussione, cambia idea e dà parere positivo (nel 2018). Restava comunque il parere contrario del Sindaco di Scala Coeli deliberato all’unanimità dall’intero consiglio comunale, oltre la conferma per il rigetto della richiesta di sdemanializzazione delle aste demaniali da parte dell’Agenzia del Demanio ed il parere negativo del dipartimento urbanistica regionale che ne vietava la realizzazione. In questo bailamme di cambiamenti di idee e pareri girevoli finiscono anche i commissari. Il commissario Infantino si dimette e il Prefetto di Cosenza l’arch. Giuseppe Bruno, il quale nel 2019 pur riconoscendo che non c’è sdemanializzazione e una serie di criticità dà il via all’ampliamento. Il TAR nel 2021 dirà che le regioni non possono incidere su argomenti che riguardano il Demanio.
In realtà la questione amministrativa è solo uno dei capitoli in corso sulla controversa questione della Bieco srl e le questioni e interessi che girano intorno a cui a più riprese Iacchitè ma non solo si è occupata. Ci sono stati a più riprese cronistorie e richieste di accesso agli atti Legambiente (anche e soprattutto disastri ambientali), scoprendo verbali mancanti da parte della Regione. Ci sono esposti anche del M5s alla Procura di Castrovillari. In uno in particolare denuncia gli interessi del generale Graziano con la BIECO e le pressioni per la primissima autorizzazione. Si legge nell’esposto di contatti con la cosca Acri-Morfò e di acquisizioni societarie in cambio dell’autorizzazione. Non si sa a che punto siano gli esposti alla Procura e se queste denunce abbiano avuto conferma o smentita.
Una questione che quindi si presta ad ulteriori capitoli, ma che sarebbe tempo di risolvere invece per capire come dicono i tecnici se quando già ormai fatto ha alterato gli ecosistemi in maniera irrimediabile o no.