Scala Coeli, disastro ambientale. Ecco chi è il funzionario Arpacal sospeso dal servizio

Il 28 novembre scorso i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Catanzaro, supportati dai militari del Comando Provinciale C.C. di Cosenza, hanno dato esecuzione all’ordinanza di misura cautelare personale con la quale il GIP presso il Tribunale di Castrovillari, su richiesta della Procura della Repubblica, dopo avere disposto, il 29 ottobre scorso., il sequestro della discarica per rifiuti speciali non pericolosi di Scala Coeli per il delitto di disastro ambientale

In particolare, è stata applicato la misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale di ingegnere, per la durata di mesi dodici, nei confronti del Direttore dei Lavori (Giuseppe Tomei, ndr) relativi alla realizzazione del secondo invaso della discarica, al quale è provvisoriamente contestato il concorso nel reato di disastro ambientale.

Con il medesimo provvedimento, il Gip ha applicato la misura cautelare della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio nei confronti di un funzionario dell’ARPA.CAL in relazione alla provvisoria imputazione di rifiuto di atti di ufficio (art. 328, comma 1, c.p.).

In relazione alla posizione del funzionario ARPA. CAL, si è ritenuto, del pari a livello di gravità indiziaria e salvo le successive verifiche, che questi, nell’esercizio delle funzioni, pur avendo accertato, a seguito di controllo ispettivo effettuato in data 02.01.2023, la presenza di circa 40 cm di percolato sul fondo del secondo invaso, avrebbe omesso di redigere un compiuto verbale ispettivo contenente, in particolare, il riscontro della violazione del provvedimento A.I.A. D.D.G. n. 14284 del 20.11.2019, nella parte in cui impone al titolare della discarica la completa rimozione del percolato insistente al di sopra del sistema di impermeabilizzazione; avrebbe, altresì, omesso di effettuare le conseguenti comunicazioni alle competenti autorità amministrative e giudiziarie, alle quali era tenuto per legge.

Fin qui il comunicato ufficiale diramato ai media, nel quale non sono indicati i nomi dei destinatari dell’interdizione e della sospensione. Ma mentre nel caso del direttore dei lavori è stato facile individuare il destinatario nella persona dell’ingegnere Giuseppe Tomei, intorno alla sospensione del funzionario dell’Arpacal si è alzata una cortina di fumo che sinceramente riteniamo assurda. Oggi possiamo dire con quasi assoluta certezza, a distanza di giorni, che il funzionario sospeso non può essere diverso da Teresa Oranges, per i motivi che vengono spiegati nell’ordinanza di sequestro della discarica di Scala Coeli. La dottoressa Oranges non ha effettuato il sopralluogo ma è la “superiore” del dipendente Borzillo e di conseguenza non può essere che lei la destinataria del provvedimento di sospensione perché non ha dato seguito alla denuncia ed era responabile. Di seguito, i passaggi dell’ordinanza che riguardano i vergognosi sopralluoghi-farsa dell’Arpacal alla discarica di Scala Coeli.

2. Le risultanze relative alla realizzazione e gestione della discarica di Scala Coeli

La discarica di Scala Coeli veniva realizzata a seguito del rilascio di autorizzazione regionale n. 4180 del 28/03/2010, rinnovata fino all’anno 2022 con nota prot. 0058178 del 23/02/2016. Il sito si trova a monte della Valle del Nicà, ove scorre l’omonimo fiume con bacino esteso su un’area di circa 175 kmq, interessando 9 comuni con circa 1 kmq di aree urbanizzate e una popolazione di 7.600 abitanti.

Con successivo decreto n. 14284 del 20-11-2019 la Regione Calabria adottava VIA — AIA con cui autorizzava la BIECO S.r.l., proprietaria del sito, a realizzare una modifica sostanziale dell’impianto e, in particolare, a costruire un nuovo bacino in area limitrofa a quello preesistente. Il nuovo impianto avrebbe quindi presentato una volumetria di abbanco rifiuti pari a circa 650.000 mc, essendo costituito da due lotti funzionati aventi una superficie di circa 27.000 e 22.000 mq ed un’altezza di abbanco variabile da pochi metri a circa 24.

Unitamente alla costruzione del nuovo bacino si prevedeva altresì la realizzazione di un impianto di drenaggio e di aspirazione del percolato comprensivo di cisterne per lo stoccaggio temporaneo dei liquidi destinati a trattamento, un impianto di convogliamento e trattamento delle acque meteoriche nonché lo scarico di acqua superficiale.

Tra le varie prescrizioni allegate al provvedimento si segnalano quelle contenute nel Parere della Struttura Tecnica di Valutazione ove si stabiliva al punto 7 che “l’effettivo esercizio della discarica dovrà essere condizionato al completamento dei lavori di adeguamento delta viabilità comunale e provinciale di accesso”, mentre al punto 11 si imponeva che “la raccolta e l’allontanamento delle acque di percolamento, prodotte dalla nuova vasca delta discarica, deve avvenire con modalità e frequenza tale da garantire la completa rimozione del percolato insistente a! di sopra del sistema di impermeabilizzazione”.

Con Contratto del 13/01/2020 la BIECO affidava i lavori di realizzazione del bacino alla CALCESTRUZZI CARIATESE, di cui FUOCO Natale era socio institore (con poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione) e FUOCO Salvatore socio semplice; il primo, in particolare, stipulava il contratto quale legate rappresentante. Veniva nominato direttore dei lavori l’Ing. TOMEI Giuseppe.

Con Decreto Dirigenziale n. 10119 dell’8/10/2021, la Regione Calabria. dando seguito all’istanza della BIECO S.r.l. del 3/08/2021, autorizzava la modifica “non sostanziale” per l’aggiornamento del piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo nel progetto per la realizzazione della discarica. ln particolare — appare utile anticipare — la modifica proposta prevedeva, tra l’altro, l’unificazione dei due lotti in cui, secondo l’originario progetto, era diviso il secondo invaso in via di realizzazione.

Con nota della Regione Calabria — Dipartimento Territorio e Tutela del Territorio prot. n. 305589 det 30/06/2022, la Regione approvava le modifiche “non sostanziali” proposte dalla Bieco S.r.l. (varianti in corso d’opera).

Il 20/08/2022 TOMEI, quale direttore dei lavori, con apposito certificato di regolare intervento parziale, attestava che “i lavori relativi all’ampliamento della discarica sono stati regolarmente eseguiti con riferimento alla parte dell’impianto nella quale si è provveduto alla posa in opera del drenaggio previsto in progetto… con riserva di rilasciare ulteriore certificazione al completamento degli “interventi di drenaggio e ulteriori piccole opere afferenti il completamento della pavimentazione di alcuni tratti della viabilità di servizio interna all’impianto”.

ln data 11/10/2022 la BIECO comunicava alla Regione ultimazione dei lavori di costruzione e chiedeva l’avvio della gestione con il conferimento rifiuti nella nuova vasca. proponendo una nuova verifica a cura dell’ARPACAL.

Il 20/10/2022 con ulteriore missiva a firma del PULIGNANO, in riferimento alla prexrizione di cui al n. 7 del titolo autorizzativo (“l effettivo esercizio della discarica dovrà essere condizionato al completamento dei lavori di adeguamento della viabilità comurale e provinciale di accesso”), si chiedeva di iniziare l’attività sulla base di una relazione del TOMEI con cui si assicuravano interventi “ampiamente sufficienti a garantire l’obiettivo un attraversamento in sicurezza del torrente Paria”.

ln detta relazione, peraltro, venivano indicati gli interventi di miglioramento di alcuni tratti stradali mediante posa in opera di ghiaia, che “non stati interessati da tali lavori gli attraversamenti in corrispondenza dei recettori o fossi diretti verso i corpi idrici con gerarchie superiori”. Inoltre, si rassicurava la premura di non far percorrere con mezzi di conferimento l’alveo fluviale mediante “presidio h24” di personale incaricato dalla società. In particolare, quanto alla viabilità comunale la Bieco rilevava che la strada era stata migliorata ed era percorribile in sicurezza; quanto alla viabilità provinciale le problematiche erano state superate per effetto dell’ordinanza provinciale n. 6/2022 che aveva disposto l’apertura al transito veicolare ella S.P. n. 6 “Grisica” per tutta la sua estensione, revocando precedente ordinanza ostativa.
La Regione prendeva atto di tanto e invitava l’ARPACAL ed attuare le verifiche del caso anche con specifico sopralluogo.

L’ ARPACAL, con nota n. 470465 del 25/10/2022 a firma dei dr. OSSO Gaetano e del Direttore Scientifico dott. IANNONE Michelangelo, affermava di aver preso atto del progetto e riscontrava l’assenza di criticità ambientali.
Segnatamente, il funzionario Osso dell’ARPACAL veniva escusso a s.i.t., sede in cui dichiarava di aver eseguito un sopralluogo il 24/10/2022 su richiesta del Dipartimento del territorio e Tutela dell’ Ambiente della Regione (senza redigere apposito verbale), prendendo atto della relazione redatta dall’incaricato della BIECO in merito alla strada comunale Pipino-Cordarella, acclarando la realizzazione di quanto attestato e non riscontrando, per quanto di sua competenza, “alcuna criticità ambientale tale da impedire le operazioni di conferimento dei rifiuti in discarica secondo i criteri indicati all ‘interno dell ‘elaborato prodotto”.

Il 25/10/2022 la Bieco dava avvio al conferimento e all’esercizio della discarica.

Successivamente, il Circolo Legambiente Nicà di Scala Coeli, con esposti presentati rispettivamente in data 19/12/2022, 7/01/2023 e 8/01/2023, segnalava la presenza di massicce quantità di percolato all’interno del nuovo invaso della discarica, attuando persino delle dirette Facebook dai cui fotogrammi, visionati ed estrapolati dalla P.G., emerge la presenza di un importante quantitativo di percolato all’interno dell’invaso…

Foto nr. 3: estrapolata dal video del 01 aprile 2023. La fotografia ritrae l’invaso della discarica. Appare evidente che la mole di percolato presente fosse analoga a quella dei mesi precedenti dei con aumento dei rifiuti abbancati ed aumento del percolato. 

Va rilevato, al riguardo, come nonostante solo a fine ottobre 2022 fossero iniziati i conferimenti dei rifiuti, a neppure due mesi di distanza l’invaso si presentava ricolmo di percolato (con tale evenienza che veniva riscontrata anche in monitoraggi distanti tra loro nel tempo), evidentemente non venendo adeguatamente allontanato in violazione delle prescrizioni di cui al provvedimento autorizzativo.

Il Circolo Legambiente censurava altresì che per raggiungere la discarica gli automezzi guadavano il torrente Patia, con conseguenti ripercussioni sotto il profilo ambientale, nonostante l’autorizzazione avesse subordinato l’inizio delle attività di conferimento soltanto ad avvenuta ultimazione della nuova strada di accesso.

Sulla scorta di tali esposti il Dipartimento Ambiente regionale con nota del 21/12/2022 chiedeva l’effettuazione di verifiche in ordine alla segnalata presenza di una notevole quantità di acqua nel catino di discarica tale trasformarlo in un “lago nauseante”. Con nota del 4/01/2023 alla Bieco e comunicata all’ARPACAL chiedeva al gestore di riferire in merito a quanto esposto da Legambiente.

Il 2/01’2023 l’ARPACAL a seguito della prima richiesta della Regione, effettuava un sopralluogo presso la discarica, redigendo verbale di sopralluogo (tecnici Borzillo e Simone, controfirma da parte della dirigente dott.ssa Oranges), poi trasmesso alla Regione, ove si osservava:
a) quanto al transito sul guado del torrente Patia si riscontrava personale della Bieco che regolava l’accesso alla discarica come previsto nel decreto autorizzativo; b) quanto al percolato presente nell’invaso, si riscontrava un ammontare accumulatosi sul fondo della discarica per circa 40 cm di profondità, operando in quel momento mezzi adibiti alla compattazione dei rifiuti; c) quanto alla rimozione del percolato, dal registro carico-scarico risultava che per il mese di dicembre i liquidi erano stati avviati a smaltimento, con il gestore che affermava che dette operazioni di rimozione erano in Corso di completamento, aggiungendo che era stato attivato l’impianto ad osmosi inversa per il trattamento in sito del percolato.

In realtà, come rilevabile dalle sommarie informazioni rese dal dipendente GUIDO Umile detto impianto sarebbe stato attivato solo il 1/03/2023, (per come stimato dal consulente del P.M.) con funzionalità ridotta alla metà di quanto previsto in progetto.
Con riguardo alla conformità del transito dei mezzi in entrata a quanto previsto dal titolo autorizzativo, il PULIGNANO esibiva due verbali redatti da personale della Forestale di Rossano e della Municipale di Scala Coeli nei quali si escludevano irregolarità circa il passaggio dei mezzi meccanici sul letto del fiume; del resto veniva esibita attestazione di cantierabilità rilasciata dal Comune di Scala Coeli il 22/12/2022 relativamente all’autorizzazione alla realizzazione della strada di accesso alla discarica,

Si evidenzia però che l’ARPACAL il 22/08/2022 eseguiva un sopralluogo su iniziativa della Regione in seguito alla comunicazione di fine lavori in relazione alla realizzazione della nuova vasca, sede in cui, con riferimento alle opere di adeguamento della strada comunale si segnalava che gli stessi non erano ancora iniziati e pertanto che l’accesso avveniva tramite la precedente strada già utilizzata per la realizzazione del primo lotto di discarica.

In merito PULIGNANO dichiarava che l’adeguamento di detta strada era al di fuori del perimetro dell’AlA 14284/2019, rilevando unicamente” ai fini della prescrizione che subordinava l’avvio dei conferimenti alla realizzazione del medesimo intervento.
Tanto va posto in raffronto con la già richiamata missiva del 20/10/2022 proveniente dalla BIECO e invocante l’autorizzazione all’avvio dell’attività, cui veniva allegata una relazione a firma del TOMEI ove si assicurava I ‘esecuzione di interventi “sufficienti” a garantire un attraversamento in sicurezza del torrente Patia, tra cui l’interdizione al transito sul letto fluviale mediante adozione di vigilanza ad hoc, posa in opera di ghiaia in “alcuni tratti stradali” e generale miglioramento della viabilità comunale, con contestuale riapertura al transito della S.p. n. 6.

Orbene, è evidente (mentre stupisce come tanto non sia stato oggetto di alcuna valutazione critica da parte degli organi preposti) come nel gennaio 2023 — a distanza di alcuni mesi dall’avvio dell’esercizio e a dispetto di quanto previsto dal titolo autorizzativo — non fossero ancora iniziati i lavori relativi alla realizzazione della nuova strada di accesso (costituente presupposto condizionante l’avvio dei conferimenti), con, a dire del PULIGNANO, gli accessi che avvenivano unicamente attraverso la via che comunicava con il vecchio invaso, il cui adeguamento, però, dapprima veniva ritenuto dal gestore estraneo alla nuova autorizzazione relativa al secondo invaso e dall’altro veniva attestato come avvenuto.
Tanto (sia con riguardo alla realizzazione della viabilità e all’attivazione dei presidi atti alla gestione del percolato in discarica — unitamente alle scarsamente verificate attestazioni provenienti dalla proprietà) induce a ritenere che alla data di apertura della discarica non erano ancora stati soddisfatti tutti i criteri di cui alle prescrizioni autorizzative.

Questa invece è la testimonianza del dr. BORZILLO Aldo, nella sua qualità di funzionario presso il Servizio Suolo e Rifiuti del Dipartimento Provinciale dell’A.R.P.A.CAL. di  Cosenza

Lo stesso dichiarava quanto segue: “Al mio arrivo sul posto ho constatata che la maggior parte del percolato fuoriuscito si era già riversata nel fosso Capoferro. nel torrente Patia e nel fiume Nicà. Preciso che al momento del mio arrivo il gestore aveva già predisposto delle barriere di contenimento lungo il torrente Patia e sul fosso Capoferro per interrompere lo sversamento del percolato nel fiume Nicà. Al fine di accertare l’impatto dell’evento sulle matrici ambientali ho proceduto a campionamento delle acque superficiali dei tre corsi d’ acqua interessati oltre che della porzione di terreno interessata dal passaggio del percolato verso il fosso Capoferro. A conclusione delle operazioni di campionamento presso la discarica, nel percorso di rientro verso la sede, alle ore 16:00 circa ho potuto constatare dal ponte della Strada statale 106 che attraversa il fiume Nicà, la presenza di percolato nelle acque del fiume stesso…

Nei pressi del ponte venivo avvicinato da soggetti presentatisi quali collaboratori del sindaco di Cariati ed a loro stessi oltre che al sindaco ho suggerito la possibilità di emanare un ordinanza di divieto di balneazione chiedendo di avvisare anche gli altri sindaci dei comuni limitrofi. Di tutto ciò ho informato la mia dirigente, dottoressa Oranges, per chiederle di predisporre dei campionamenti a mare ai fini della verifica dell’inquinamento e della balneabilità delle acque. Nella stessa serata e nei giorni successivi sono intervenuti altri colleghi che hanno provveduto ad eseguire campionamenti delle acque marine e delle acque superficiali alla foce del fiume Nicà: i risultati delle analisi per la balneabilità sono stati trasmessi ai sindaci per i provvedimenti di competenza.

Il giorno seguente 23/06/2023 il mio collega MILETO Mario, del dipartimento ARPACAL di Cosenza, Servizio Acque, mi ha riferito di aver notato all’atto del campionamento la presenza di pesci morti alla foce del fiume Nicà. 

In data 28/06/2023 ho eseguito ulteriore campionamento sulle acque dei tre corsi d’acqua sopracitati ed ho effettuato il campionamento del percolato ancora presente e confinato nel bacino di contenimento dell’impianto di trattamento dei rifiuti liquidi installato presso la discarica. Per tali operazioni ho redatto apposito verbale di campionamento con elencazione delle attività da me compiute. Sempre in tale data ho potuto constatare che il corso del Fiume Nicà, a monte della confluenza col Torrente Patia era stato deviato, sempre all’interno dell’alveo fluviale, in modo da evitare l’afflusso delle acque verso la confluenza col Patia stesso. Tale intervento credo sia stato eseguito su disposizione del sindaco del Comune di Scala Coeli

Quanto alla realizzazione degli interventi di messa in sicurezza realizzati dalla società Bieco S.r.l., Borzillo dichiarava:

“Gli interventi di MISE posti in essere dalla società BIECO srl si sono concretizzati nella realizzazione di barriere di confinamento delle acque inquinate per consentirne il prelievo ai fini dello smaltimento e successivamente anche nell’intercettazione e confinamento delle acque sorgive nel torrente Patia per evitare la commistione con le acque inquinate. Il responsabile dell’inquinamento sin dall’inizio ha costantemente informata l’Agenzia e le autorità interessate circa l’andamento di tutte le operazioni fatte in attuazione delle MISE. Nei giorni successivi all’evento la stessa società ha proceduta all’aspirazione e totale asportazione delle acque miste a percolato accumulatesi nei bacini di contenimento ed al successivo invio in impianti idonei al trattamento. Una volta svuotati i bacini, il responsabile dell’inquinamento ha effettuato la scarifica del fondo. Al termine delle operazioni, sempre la società BIECO ha effettuato delle analisi sui campioni di suolo dei bacini stessi e stelle acque sorgive confinate. Per quanto di competenza dell’Organo di controllo. anche il Dipartimento di  Cosenza ha effettuato i necessari controlli sulle matrici ambientali. All’esito di quanto sopra si sono concluse le operazioni di MISE con la rimozione delle barriere e il ripristino del normale corso del torrente Patia e del fosso Capoferro”.

A seguito del completamento delle attività di MISE la società BIECO srl ha inviato una nota con una relazione del programma di una più estesa indagine ambientale da considerarsi quale indagine preliminare. Le operazioni di campionamento inizieranno in data 21/8/2023.
A tali operazioni ARPACAL presenzierà eseguendo propri campionamenti…

Con riferimento ai precedenti rilievi in merito alla presenza di percolato in discarica, aggiungeva: “In merito faccio presente che il servizio suolo e rifiuti dell’ARPACAL aveva eseguito un sopralluogo presso la discarica in data 02/01/2023… A seguilo di tale intervento è stata concordata con il gestore la velocizzazione delle operazioni di asportazione del percolato. Lo stesso si è impegnato a presentare all’Autorità competente un progetto per la realizzazione di barriere temporanee all’interno del bacino della discarica per consentire il deflusso delle acque meteoriche all’esterno e non farle entrare direttamente a contatto con i rifiuti. Successivamente a tale data non ho eseguito ulteriori controlli sul posto”.

Pare non superfluo ricordare che gli esiti dell’ispezione del 2/01/2023, a firma dr. BORZILLO Aldo e della dott.ssa SIMONE Carolina quali operanti e controfirmata dal Direttore del Dipartimento Provinciale di Cosenza, d.ssa ORANGES Teresa, attestavano, singolarmente, come, in merito al ristagno di acqua raccolta dall’intero invaso frammista a rifiuti abbancati, il gestore dichiarasse di star provvedendo all’evacuazione del percolato sia attraverso l’avvio a smaltimento verso impianti esterni (riscontrandosi un ammontare rimosso pari a 539 tonnellate nel mese di dicembre), sia attraverso il trattamento in situ mediante l’impianto ad osmosi inversa, pur dando atto che il medesimo era ancora in fase di avviamento.
Ciò a dimostrare, da un lato, che il PULIGNANO dava garanzia di stare già provvedendo, ad inizio gennaio, al trattamento del percolato mediante un impianto ancora non attivo, con conferimenti in discarica evidentemente non sufficienti allo scopo (visto l’ammontare visibilmente presente già all ‘epoca e quello successivamente accumulatosi fino all’ evento del 22 giugno) e, dall’altro, che ad alcuno degli organi preposti tale circostanza sia apparsa degna di ulteriore approfondimento.

In data 24/08/2023 veniva escusso a sommarie informazioni il dr. MILETO Mario in qualità di Collaboratore Tecnico Professionale — Biologo presso il Servizio Tematico Acque del Dipartimento Provinciale dell’A.R.P.A.CAL di Cosenza. Quest’ ultimo affermava di essersi occupato delle attività di campionamento eseguite il giorno seguente l’evento, 23/06/2023, al fine di accertare l’estensione della contaminazione. Nel corso delle predette operazioni MILETO precisava: “Ho potuto constatare a circa 400-500 metri a monte della foce in corrispondenza della briglia posta nei pressi della strada statale 106, la presenza di alcuni pesci morti…”.