4. Le ulteriori risultanze investigative
Il 22/06/2023, dopo l’evento inquinante e lo sversamento del percolato, il Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente diffidava la BIECO S.R.L “affinché con la massima urgenza intraprenda ogni azione, misura, accorgimento. nonché avvii in somma urgenza tutte le attività di messa in sicurezza dell’impianto e della rete di captazione e raccolta del percolato di discarica”.
Successivamente, lo stesso Ente emetteva atto di diffida e sospensione con cui, rilevato che “la sola situazione di pericolo di danno per l’ambiente, legittima la sospensione dell’autorizzazione”, sospendeva in via cautelativa la validità e l’efficacia dell’autorizzazione e, contestualmente, diffidava il gestore ad adottare ogni cautela/misura idonea ad evitare l’aggravarsi della situazione di ulteriore pericolo o di danno venutasi a determinare. In relazione alla durata della sospensione, il provvedimento puntualizzava che “la suddetta sospensione avrà durata per tutto il periodo di efficacia sequestro preventivo disposto dall’autorità giudiziaria. nonché per tutto il periodo necessario alla verifica degli accertamenti sulle cause del significativo sversamento occorso e per le opportune e dovute procedure di ripristino ambientale”.
Con contratto del 22/06,2023 il gestore affidava alla ECOROSS, di cui è legale rappresentante PULIGNANO Walter, fratello di Eugenio, odierno indagato, le attività di messa in sicurezza dell’area, che, secondo quanto comunicato dalla BIECO, sarebbero consistite nella raccolta e allontanamento del percolato in uscita dall’invaso, nel ripristino dell’impermeabilizzazione dell’invaso, nella realizzazione di arginature longitudinali per le acque sorgive, nella raccolta e allontanamento del rifiuto liquido e nell’asportazione del fango secco dai bacini artificiali.
Di dette operazioni veniva data comunicazione con apposita relazione della BIECO datata 28/06/2023, ove si descrivevano le azioni di messa in sicurezza adottate (arginatura dei corsi d’acqua mediante movimentazione di argilla in cinque siti diversi, raccolta del residuo percolato mediante pompe idrauliche e relativo accumulo in appositi serbatoi, avvio della “messa in sicurezza dell’impianto” previa identificazione e risoluzione del “problema insorto”, e cosi via).
La P.G., vigente il sequestro probatorio, prendeva atto di tali interventi con nota del 1° luglio 2023, rilevando che, atteso il ristagno del percolato lungo i letti delle aste fluviali a monte degli sbarramenti in attesa delle aspirazioni mediante autocisterne, “la procedura realizzata. non garantisce che le matrici ambientati e le falde acquifere non vengano permeate dalle possibili sostanze inquinanti contenute nel rifiuto liquido”.
Nei giorni immediatamente successivi, il Pulignano denunciava in data 1/7/2023 l’apertura, ad opera di ignoti, di uno degli argini realizzato per il contenimento del percolato e per limitare l’ulteriore alimentazione dei flussi ad opera delle acque sorgive, cui sarebbe conseguito lo sversamento di liquido nel torrente Cacciadebiti. Viceversa, il locale Circolo Legambiente censurava, con ulteriore esposto dell’11/7/2023, la permanenza a tale data degli argini installati.
Ne seguiva un’annotazione di P.G. da parte della Forestale di Cirò del 15/7/2023 relativa ad un intervento eseguito il giorno precedente, in cui si dava atto dell’attiva presenza di mezzi meccanici appartenenti alle ditte Ecoross e Calcestruzzi La Cariatese intenti nelle operazioni di aspirazione del percolato (o della fanghiglia dei letti fluviali intrisa del refluo) e ripulitura degli argini, che avevano comportato marginali danni alla vegetazione interessata dal transito degli automezzi
Nondimeno, con esposto del 26/07/2023 tale MANGONE Assunta, proprietaria di un’azienda agricola i cui terreni insistevano nei pressi del fiume Nicà, denunciava che “ampie sacche di percolato sono ancora presenti” e che parte del letto era stato “ricoperto con terra di riporto”, allegando dei reperti fotografici e una relazione agronomica.
Un ulteriore esposto Legambiente del 25/07/2023, peraltro, evidenziava come una parte dei lavori di arginatura aveva comportato, esondando dai limiti delle attività di M.I.S.E„ estirpazione di vegetazione e movimento terra per l’intera larghezza del torrente Patia, comprendendo alveo e sponde; e come nel greto sito nel punto di confluenza tra il torrente e il fiume Nicà si fosse creato, dopo la creazione degli argini, un lago artificiale intriso di percolato di presente almeno fino al 2 luglio e, viceversa, interessato da integrale copertura di sabbia all’esito di ulteriore accesso del 24 luglio. Lo stesso Comune di Crucoli aveva denunciato poco prima che il letto del fiume era stato interessato dalla creazione di “uno strato solido superficiale estranea al contesto del territorio”.
Nel frattempo, veniva avviata attività di captazione, i cui esiti appaiono significativi onde delineare le condotte oggetto di odierna contestazione e i comportamenti successivi all’evento.
Si segnala, al riguardo, una conversazione registrata il 10/08/2023 tra FUOCO Salvatore, socio della CALCESTRUZZI CARIATESE e tale MANGONE Giovanni, padre dell’autrice dell’esposto sopracitato e avente nella disponibilità un’area di circa quaranta ettari adibita a pascolo per animali, confinante con il letto del torrente Patia. Gli interlocutori discorrevano delle opere di bonifica realizzate dalla BIECO S.r.l. e fatte oggetto di apposito comunicato stampa dalla società, palesandosi increduli in ordine alla scomparsa del materiale situato all’esterno della discarica; segnatamente il MANGONE suggeriva l’opportunità di eseguire analisi ritenendo apparente la bonifica eseguita e aggiungendo, anzi, che il “materiale non è che ne ha cacciato..ha fatto cummigghiare quelle buche, ma in quelle buche ci ha buttato rutto quel percolato…”.
A ciò il FUOCO replicava lasciando intendere che circa dieci carichi con cisterna di percolato sarebbero stati tombati al suolo: “che poi ciotu fricatu hai fatto tanta fatica mo per dieci viaggi di roba ti cachi la faccia mo…”.
Detto rifiuto sarebbe poi sbucato nuovamente all’interno del terreno in uso al MANGONE, il quale affermava: “eh dico ma là.„ vorrebbe bonificato almeno quel pezzo mio serviva che venisse bonificato tutto fino ad arrivare alla discarica. o no?”. La discussione tra i due proseguiva nel discutere delle analisi in corso da parte dell’ ARPACAL con il FUOCO che al riguardo precisava: “eh io comunque.. all’ARPACAL gliele farei fare le analisi… gli farei fare una fossa là dove sei tu là… dici… analizzate per piacere qua perché a me sta bonifica che ha fatto non mi è piaciuta”.
Sempre nel commentare la mancata bonifica di aree interessate dallo sversamento, MANGONE chiedeva a FUOCO di far coprire con del terreno un’area all’interno della quale era ancora presente del percolato: “va bene… Ohi Salvato’ se dovessi passare… gliel’ho detto pure a Leonardo… quando è ora l’escavatore… quattro bennate di escavatore proprio vicino là che c ‘è un laghetto… lo volevo pulire…”. Ed ancora aggiunge che “proprio alla strada è… che è proprio vicino il ponte dove ha trovato il percolato… sulla sinistra c’è un laghetto e lo puliamo…”. Al termine del dialogo il FUOCO Salvatore affermava che sarebbe stato opportuno rimuovere almeno mezzo metro di terreno dalle zone interessate dallo sversamento e precisava ulteriormente: “eh ho capito dico un mezzo metro per tutti già secondo me faceva… è andato a ricoprire del tutto…”.
Onde ottenere riscontro al contenuto di questa conversazione, si escuteva a s.i.t. il MANGONE Giovanni, il quale forniva ulteriori chiarimenti in merito alle condotte poste in essere nel corso delle operazioni di messa in sicurezza da parte della BIECO. In dettaglio, lo stesso dichiarava: “Il giorno 22/06/2023. mia figlia Assunta mi riferiva di aver appreso, tramite il social network Facebook che presso la discarica si era verificata una fuoriuscita di percolato che si era immediatamente riversato nei corsi d’acqua limitrofi. Unitamente alla stessa ci siamo recati sui nostri terreni siti nel comune di Crucoli (KR) e abbiamo immediatamente proceduto a spostare gli animali in quanto l’acqua del torrente si presentava alta circa mezzo metro e di colore nero, per l’elevato flusso del percolato e si percepiva anche un forte cattivo odore che mi ha provocato anche bruciore di gola e vomito…”.
“Nei giorni successivi, dopo due/tre giorni, il percolato rimasto è stato aspirato e caricato su alcuni camion a cura della ditta. A tal punto, gli operai presenti hanno preso il terreno dall’argine e la hanno riversato nel letto del torrente per coprire la parte interessata dal passaggio dal percolata. Questo lo posso affermare per la parte adiacente ai terreni di mia figlia che posso indicarvi tranquillamente portandovi sul posto. Preciso inoltre che quel giorno, quando mi sono recalo sul posto, ho trovato un escavatore che prelevava il terreno dall’argine e lo riversava nel torrente Patia. Mi veniva in particolare riferito che tale azione veniva eseguita per fare asciugare velocemente il terreno su cui è passata il percolato e che successivamente questo terreno sarebbe stato tolto e portato via… Ma di questo io non ho visto nulla, tanto che la situazione attuale non è cambiata ad eccezione del cattivo odore che non è più presente. Inoltre aggiungo che nella parte del letto del torrente successiva allo sbarramento artificiale che è stato creato, non sono stati attuati interventi”.
Trattasi di dichiarazioni attestanti il prelievo di terreno con escavatori dall’argine fluviale (costituente area demaniale) per il successivo utilizzo finalizzato al tombamento dei rifiuti nel letto del torrente Patia, a copertura dei tratti interessati dal passaggio di percolato, e successivamente lasciati nelle medesime condizioni.
A riprova di tanto, il MANGONE consegnava foto e video ritraenti lo stato dei luoghi, alcune delle quali venivano allegate all’informativa e di seguito riportate…
Per quanto attiene le conseguenze della fuoriuscita di percolato anche a lungo termine, appare rilevante la conversazione intervenuta il 17/08/2023 tra FUOCO Natale e tale Antonio, nel corso della quale il primo affermava di aver rinvenuto “un altro cane morto nella vasca… o una volpe… boh”…