Scalea e Tirreno, strani rapporti tra procure e politica: parla l’ex maresciallo dei carabinieri Galati

di Saverio Di Giorno

Quella con Francesco Galati doveva essere una replica alle parole dell’ormai ex consigliere comunale di Scalea Renato Bruno che aveva sollevato dubbi su alcune commistioni tra procure e politica. È diventata un denso dialogo a tutto campo, sul valore e la fiducia nelle istituzioni. Un’altra prospettiva per fare il punto sulla situazione nel Tirreno Cosentino. Il sig. Galati è un ex maresciallo, ora in congedo, operativo a Scalea dal ’96. Ha fatto parte anche di quel pool di marescialli di Scalea che lui definisce “straordinario, eccellente ed unico”; ora per l’attuale amministrazione ha in mano tre deleghe. Un uomo, quindi, da sempre addentro alle istituzioni e ai palazzi, tirato in ballo proprio nell’intervista concessa da Renato Bruno a “il Meridione” e ripresa da “Iacchite'” (Scalea, strani rapporti tra le procure e la politica). È questo il punto di partenza di un dialogo a metà tra l’interno e l’esterno dei palazzi del potere.

Il sig. Bruno mi ha riferito, nella precedente intervista, che nel momento in cui l’ha informato circa i malfunzionamenti e cose non chiare da denunciare, lei avrebbe suggerito di lasciar perdere e desistere, sebbene, ci si lamenti sempre delle scarse denunce. Un comportamento singolare da un uomo anche delle forze dell’ordine. Come è andata?

Io mantengo generalmente rapporti buoni e corretti con tutti i cittadini e le autorità di ogni genere, compresi i vari consiglieri di minoranza che si susseguono nell’amministrazione comunale di Scalea. Perché sono trasparente e proprio per questo, anche da Avvocato, quando Bruno mi ha presentato la situazione, gli ho ripetutamente spiegato alcuni meccanismi, dal punto di vista giuridico. Quando si presentano denunce bisogna entrare nel particolare, bisogna essere specifici non essere generici. Esporre una lamentela o una semplice segnalazione non è lo stesso che fare una denuncia. Inoltre, bisogna tener presente se la situazione contestata sia penalmente rilevante o se necessita di una sanzione amministrativa. È questo che ho provato a spiegare a Bruno, poi ognuno è libero di fare le denunce che ritiene necessarie, pur sapendo che però ci sono questi meccanismi.

Da quanto mi è sembrato di capire, però, il sig. Bruno parla di persone specifiche e ha indicato luoghi specifici. Penso alla situazione rifiuti

Renato Bruno

Probabilmente Bruno ha anche ragione, ma sono necessari riscontri su riscontri prima di poter dire con certezza qualcosa. Anche quando si parla degli uomini che lavorano nella caserma di Scalea, o ancora, sui magistrati, avanzando dubbi sul loro operato. Io posso dire che ho lavorato a contatto con le procure di Cosenza, Castrovillari e anche Paola, proprio quelle incriminate. Ho lavorato anche con la DDA di Catanzaro e so che sono persone estremamente serie, professionali ed audaci. Questo voglio dire sia chiaro, anche perché esistono protocolli molto rigidi in materia e se un carabiniere o un magistrato commette particolari errori, oppure si rende incompatibile con l’ambiente, lo Stato si tutela con sanzioni disciplinari, trasferimenti ed anche con aperture di procedimenti penali. In politica dovrebbe essere la stessa cosa. Se non avessi avuto piena fiducia in questa amministrazione, non avrei concesso la mia amicizia.

In proposito, queste cose ci sono state. Esiste una relazione del maresciallo Castrenze su alcuni comportamenti indecorosi, ci sono trasferimenti anche di magistrati tra le procure di cui si è parlato e recentemente lo stesso procuratore Gratteri è stato sentito in merito a problemi del genere tra procure.

Si ritorna sul problema dei riscontri. Che ci sia una relazione, non vuol dire che sia oro colato, magari qualcun altro può pensarla diversamente oppure i riscontri non sono sufficienti. Occorrono più elementi. Persino nei processi da un grado all’altro si possono avere opinioni completamente opposte e vorrei dire che questo è anche una garanzia di controllo prevista dalla Costituzione Italiana. Inoltre, bisogna distinguere tra condotte che sono rilevanti dal punto di vista amministrativo e penale. Io parlo dal punto di vista giuridico, poi possono sempre esserci divergenze di opinioni e correnti politiche anche all’interno della magistratura.

Proprio su questo, però, non ritiene che magari bisognerebbe anche dare una certa immagine pubblica ed evitare frequentazioni che se non altro possono dare adito a maldicenze? Penso alle frequentazioni di ambienti sul territorio o persone come il pm Luberto con la deputata Santelli, oppure la cena finanziata a cui ha partecipato Gratteri. Lo stesso procuratore De Raho ha espresso perplessità.

Credo che bisogna scindere l’immagine dalla condotta. Come una divisa non è garanzia di onestà, allo stesso modo, un’immagine o un luogo non può far dare un giudizio su una persona. Io stesso ho frequentato le carceri e persone che hanno avuto gravi problemi con la giustizia; a volte può essere utile per avere dritte o informazioni. Diverso è il caso di libere omissioni, oppure, se da queste persone si ottengono pagamenti, favori o corruttele.

Magari è meno probabile che si abbiano questi favori se non le si frequenta e si fa poco corridoio. In ogni caso, lei esclude questo tipo di rapporti?

Sì, categoricamente.

Ma se sono escluse, come giudica la situazione della legalità sul Tirreno Cosentino? L’impressione almeno è che il clan Muto abbia potuto riorganizzarsi e ci sono dinamiche nuove in atto. In ogni caso c’è un susseguirsi di episodi importanti.

Lo Stato è presente in tutto il territorio attraverso le forze dell’ordine che mantengono sempre alta la guardia. Il pool che lavora attualmente a Scalea è incorruttibile e di alto livello. Al nord non hanno una preparazione di campo come la nostra. Poi, bisogna capire che ci possono essere attività di breve termine, medio termine e lungo termine di cui, in quest’ultimo caso, si occupano nuclei operativi ad hoc e il ROS, per quanto riguarda l’Arma dei Carabinieri e possono durare anche anni. Quel che è necessario da parte del cittadino, e a cui faccio appello, è avere fiducia nelle Istituzioni e non dare importanza alle maldicenze generiche che gettano ombre. Che seguano poi i consigli che vengono forniti dal cuore dello Stato Italiano e quindi dal più semplice carabiniere, finanziere o poliziotto, convinti di trovarsi sempre nel giusto.

In che senso seguire i consigli? Nel caso di Bruno, mi risulta che la sua aggressione sia stata archiviata come una leggerezza o ci sono casi (dallo stalking alle intimidazioni) in cui ad alcuni cittadini viene suggerito di attendere fino a quando poi è troppo tardi. Queste cose fanno perdere fiducia.

Nel caso specifico di Bruno, non credo, perché all’interno dell’aula comunale, dove mi trovavo anche io, non si è verificato nulla. Quello che sarebbe accaduto è avvenuto fuori, in mezzo alla strada ed a distanza di tempo, quindi presumo che le persone abbiano atteso che non ci fosse nessuno. In generale, per agire c’è la necessità, come dicevo, di cose concrete e specifiche.Lei ha tre deleghe al comune di Scalea. Si occupa anche degli immobili confiscati alla mafia, una questione che ho approfondito e mi chiedo come mai non esista un registro comunale ma solo regionale. Mi risulta che tra l’altro molti siano occupati abusivamente. Questo è un problema di tutto il territorio. In questo lo Stato forse non c’è, eppure sarebbe un segnale importante…

Detta questione è sotto controllo. Bisogna dire, però, che nel caso delle occupazioni abusive ci sono in corso cause decennali. Detto questo, il Comune è solo l’ultimo anello di questo processo e l’operazione Plinius ha azzerato l’ufficio tecnico, per cui si sta lavorando molto e con poco personale.

Borsellino ripeteva che un politico oltre che essere onesto deve sembrare onesto. In proposito, Bruno ha parlato della vicinanza con l’ex sindaco Mario Russo, presente nelle intercettazioni ma poi lasciato fuori dall’indagine, e del suo sostegno all’attuale sindaco. Non mettendo in dubbio l’onestà, perché evidentemente non ci sono stati elementi sufficienti, ma forse era il caso pubblicamente e politicamente di prendere le distanze da quel periodo. Di rifiutare voti per evitare che poi si pensi a condizionamenti. Se non altro per dare un segnale.

Penso che la discontinuità vada data con l’operato. A carico del dott. Russo non c’era alcun elemento oggettivo per cui vale la presunzione di innocenza. Poi, come si suol dire “il denaro e la coscienza non si sa chi ce l’ha” perché allora cosa bisogna dire di altre realtà più piccole e complesse in Puglia, Sicilia e altrove? Ognuno è libero di votare e appoggiare chi vuole. Che dire ancora di chi passa dalla maggioranza alla minoranza passando così, di fatto, anche voti. O delle teste di legno che escono fuori solo per far cadere le amministrazioni… l’onestà bisogna averla dentro. Essere indipendenti economicamente ed incorruttibili.

Quando si parla delle istituzioni si pensa sempre più a palazzi e sempre meno alle persone che le compongono. Per demerito delle istituzioni a volte troppo arroccate certamente, ma anche dei cittadini che non vanno a bussare a quelle porte. Quando si va a bussare qualche risposta deve pur esserci, che siano anche le famose brioches di Maria Antonietta. Poi si giudicherà sulla risposta. Se è vero che non deve venir meno la fiducia nelle istituzioni, non deve venir meno neanche quella negli uomini onesti e quindi nell’uomo senza divisa, toga o altro. Singolarmente con le proprie scelte. Questa fiducia è alla base di qualsiasi comunità viva e sono sempre gli uomini singolarmente a fare la differenza.