Scalea, le “coperture” per Mario Russo sono finite. E Luberto è solo un lontano ricordo

Corre l’anno 2013, il dottore Vincenzo Luberto, non ancora procuratore aggiunto a Catanzaro, conduce una importante inchiesta, la celeberrima operazione Plinius, nella zona di Scalea, culminata con l’arresto dei mafiosi della famiglia Valente e di sindaco e assessori del comune di Scalea. Tra gli arrestati finisce anche tal avvocato Mario Nocito del foro di Paola. Alla luce delle tante intercettazioni finisce nella rete anche l’ex sindaco di Scalea, Mario Russo, legato e protetto all’epoca dall’ormai scomparsa Jole Santelli, a sua volta amica e protettrice di Luberto, per come abbiamo già avuto modo di scrivere.

In particolare, il Russo emerge nella vicenda del costruendo porto di Scalea ed in modo inequivoco il suo interlocutore telefonico dice che il porto lo faranno a Scalea quando lui ritornerà a fare il sindaco e quindi in piena combutta con i mafiosi arrestati, che tra i loro obiettivi avevano anche quello di assicurarsi la gestione del porto.

Eppure, incredibilmente e in modo sfacciato, Mario Russo esce dall’inchiesta, clamorosamente “dimenticato” da Luberto così come sta accadendo per Ferdinando Aiello, don Ernesto Magorno e Mario Occhiuto. Un nome, una garanzia: premiata ditta Luberto&Santelli. Il magistrato non procede per Mario Russo nonostante che i carabinieri di Scalea lo abbiano denunciato per associazione mafiosa. Ma la Santelli era scesa in campo con una proposta che non si può rifiutare: l’appoggio per la nomina a procuratore aggiunto di Catanzaro, prontamente arrivata. Ma non solo. In tutto questo guazzabuglio c’è anche un altro magistrato che viene “salvato” ed è Franco Greco, pm a Lagonegro già trasferito dal Csm per incompatibilità ambientale dalla procura di Paola a causa della sua relazione sentimentale con l’avvocato Sabrina Mannarino, penalista a Paola, avvocato di Mario Russo e avvocato del Comune di Scalea sotto la giunta Russo, che percepiva incarichi per almeno 20-30 mila euro all’anno per consulenze mai documentate.

Il rapporto tra il Greco e il Luberto è saldato proprio da Jole Santelli e i soggetti neanche si nascondono, visto e considerato che non saltano un appuntamento con la movida e i suoi festini. In forza di questi rapporti, quando Luberto, nel corso di un’altra inchiesta, la “Cartesio”, si imbatte in una serie di intercettazioni a dir poco imbarazzanti sul suo collega, fa finta di niente e gioca alle tre scimmiette. Eppure i carabinieri di Scalea ascoltano il magistrato Greco e l’avvocato Mario Nocito in conversazioni imbarazzanti, alle quali non è estraneo anche tale Agostino Iacovo, commerciante di mobili in Belvedere Marittimo, tratto in arresto dalla procura di Paola per associazione a delinquere finalizzata alle truffe, giri di assegni, frode in finanziamenti, fatture false, “cartiere”, eccetera. E si dice molto vicino al clan Muto. Nel corso di queste conversazioni, il Greco intima a Iacovo di portare mobili “a gratis” al Luberto, nella sua casa estiva di Sangineto, dando disposizioni esplicite anche sulla residenza dove consegnarli. Ma anche in questo caso, tutto scorre…

La musica per fortuna è cambiata. A partire dall’allontanamento di quei carabinieri della Compagnia di Scalea che avevano inquinato pesantemente l’inchiesta, che è avvenuto più o meno nello stesso periodo nel quale il procuratore Gratteri ha finalmente deciso di sbarazzarsi di Luberto. E non è certo un caso che grazie a quest’opera di pulizia all’interno dello stato deviato, sia arrivato ieri l’arresto di Mario Russo, che potrebbe preludere al completamento dell’inchiesta Plinius, che non aveva fatto ancora luce sugli intrecci tra massomafia e stato deviato.