Scalea, parla Renato Bruno: “Strani rapporti tra le procure e la politica”

Renato Bruno

di Saverio Di Giorno

Chi non abita i nostri territori della mafia conosce le minacce, le intimidazioni, la corruzione; ma quella è solo una parte. C’è però il silenzio e la solitudine. Un buco nero che inghiotte tutto: gli articoli della stampa, le notizie, persino le denunce. Come le onde che arrivano e coprono tutti i castelli di rabbia. Le denunce lanciate a mezzo facebook, e non solo, dal consigliere dimissionario del comune di Scalea Renato Bruno, hanno avuto questa accoglienza.

Qualche giorno fa, dal suo profilo facebook denunciava strane e pesanti commistioni tra le procure, le forze dell’ordine e la politica. Una situazione, a suo dire, che non è solo di Scalea, ma di tutto l’Alto Tirreno Cosentino. Qualche giornalista ne aveva parlato e qualche segnalazione era arrivata, ma il quadro è molto complesso.

Possiamo partire dall’autorizzazione per un gazebo per parlare di questa storia complessa. Un episodio apparentemente banale che si tira per le lunghe.

Sono 5 mesi che questa storia va avanti. La richiesta è stata inviata e rigirata a tutti gli uffici senza arrivare ad un punto di approdo. Ma questo è solo un episodio, perché sono tante le segnalazioni, le denunce fatte in questi tre anni che al momento sono ferme all’ottobre 2017.

Questa situazione però danneggia anche i cittadini. Nel video postato sul web, lei parla di una povertà voluta. Cosa intende?

In generale, la situazione tributi crea sempre molti problemi ai cittadini, i quali, però, sono arrivati al punto di aver paura a fare segnalazioni che poi vengono comunque dimenticate. Questo, crea disagi e un tipo di rapporto di richieste e favori che divengono necessari alle elezioni.

In proposito, è stata resa nota, dal giornale Iacchite’ (SCALEA, CHI PROTEGGE ANCORA I CARABINIERI INDEGNI?), la vicinanza tra l’ufficio tributi e persone delle forze dell’ordine per varie ragioni, anche relazioni sentimentali.

In quel caso, si tratta di una dipendente dell’ufficio, ma non è tanto questo perché sono molti gli episodi strani che si verificano e non si tratta semplicemente delle forze dell’ordine di Scalea, ma è un sistema che arriva fin dentro la Procura. Una mia denuncia al sindaco per frasi diffamatorie, una querela, dopo un anno non è arrivata da nessuna parte e in procura il procedimento è fermo.

Una situazione nella quale denunciare diventa impossibile, se non pericoloso. A lei hanno anche sconsigliato di denunciare, vero?

Si, un ex delle forze dell’ordine il sig. Galati quando mi ha incontrato, invece di incitarmi me l’ha sconsigliato dicendo che era inutile e che tanto sarebbe finita come sempre.

Lei dice che probabilmente questa è una situazione che riguarda tutto il tirreno cosentino. Abbastanza recente è la notizia di 15 magistrati calabresi che sarebbero indagati a vario titolo dalla Procura di Salerno. Una situazione tutta da provare, ma secondo lei ha un fondamento? Si parla delle procure di Cosenza, Castrovillari, lei aggiunge anche Paola?

Per le notizie che sto ricevendo e le segnalazioni che mi stanno arrivando probabilmente sì, c’è un fondamento di verità: le commistioni tra magistratura e politica sono molteplici. Tanto per fare un esempio, il fenomeno della mia aggressione è stato riportato al prefetto come un episodio da nulla, ma non si è mai approfondito sulle denunce che uno dei due aveva da parte mia, sul fatto che è implicato nella vicenda dell’aviosuperficie e relativamente ad un sequestro di un’area di 14.000mq. Ci sarebbe da chiedersi che fine ha fatto il materiale di quella “cava”. Inoltre, mi preme ricordare la condanna ricevuta in merito alla Caserma dei carabinieri insieme al ex Sindaco Mario Russo. Poi, cercando, si scopre che ha un cognato magistrato. E di questo tipo di situazioni se ne ritrovano diverse.

A proposito di questi legami, a volte, si è messo in luce come le inchieste che si sono susseguite sul territorio, da Plinius 1 e 2 in poi, abbiano lasciato vari buchi aperti. L’ex sindaco Mario Russo, lasciato ai margini di questa inchiesta, nonostante comparisse nelle intercettazioni, ha destato scalpore. Il suo avvocato, la Mannarino, era avvocato della giunta e lavora anche lei alla Procura di Paola ed è in strettissimi rapporti con un magistrato, ora trasferito. Cosa ne pensa di queste cose? Si riferisce a questo tipo di rapporti?

Io sono convinto che le operazioni di polizia sono state solo spolverate che non sono andate a fondo e non hanno spezzato il sistema. L’attuale amministrazione è in continuità con quel mondo, è da tempo che lo dico, tant’è che queste persone si ritrovano poi in diverse altre vicende. Se pensate che è lo stesso sindaco Licursi, che ringraziò Mario Russo per il sostegno, mi chiedo che cambiamento può esserci stato in questo paese.

Un’altra inchiesta da cui ci si aspettava nomi politici importanti era Nuova Frontiera, anche in questo caso c’erano, si dicevano intercettazioni importanti, ma prima di poterla chiudere il procuratore Bruni è stato promosso. Nel video, lei invece fa riferimento a Lande Desolate, condotta anche da Luberto che invece ottenne la promozione dopo Plinius.

Non posso dire nulla di certo riguardo la situazione di Bruni o di altri né stabilire causa ed effetto così precisamente. Quel che è certo, però, è che la situazione sicuramente non è limpida e occorrerebbe l’intervento, magari, di qualche procura esterna. Sto raccogliendo carte e testimonianze su questi casi e continuerò a denunciarli con i mezzi che ho a disposizione finché qualcuno non mi ascolterà.

Lei, in ogni caso, in quel video lancia pesanti accuse: accenna a vari meccanismi come quella delle difficoltà nei tributi cui si accennava sopra, o fa menzione di alcuni spostamenti tra i dipendenti dei supermercati. Per finire poi appunto a queste relazioni. Quali sono state le reazioni? È stato querelato?

Questa è la parte più interessante. In realtà, lei è il primo che mi contatta per quel video. Nessuna reazione. Sono arrivato al punto di sperare in una querela così forse potrò spiegare tutto, carte alla mano, ad un giudice che mi ascolterà. Ricordo che, tempo fa, per un episodio di poco conto, in cui affermavo che fosse inutile dare caserme alle forze dell’ordine se poi quando le contatti non intervengono, mi telefonarono tutti dicendo di non dire certe cose. Per questa cosa, invece, il silenzio più assoluto. Sono arrivato al punto che se tutto rimarrà bloccato farò un banchetto abusivo e mi denuncerò da solo.

Non ci si può che unire alla richiesta di chiarezza e trasparenza che fa Renato Bruno, oppure, si quereli lui e chiunque avanzi dei dubbi in merito, così da poter chiarire tutto pubblicamente. È un dovere non lasciare solo Bruno perché è sempre la solitudine e il silenzio a indebolire un uomo, mai le vessazioni.

Ora che le elezioni si avvicinano, alcuni personaggi non avranno molto potere e quindi nemmeno le dovute protezioni. Sarà per questo che il sen. Magorno, dopo esser stato vicinissimo a Oliverio, lo scarica per orbitare intorno a Gratteri, il quale si mostra così sicuro di chiudere una grande indagine. Ora forse può. Intanto Oliverio è un uomo libero e anche dall’indagine Lande Desolate restano aperti tanti buchi e interrogativi. Tutte queste storie fruttano carriere e mostrine e forse rinsaldano e disegnano coperture ed equilibri. Continua, caro Renato, a chiedere spiegazioni, noi ti appoggiamo. Forse, prima o poi, le onde si infrangeranno sui castelli di rabbia che sempre si ricostruiscono…