Scontri Cosenza-Catanzaro. Esce fuori il video dell’agguato, in presenza delle forze di polizia

(AGI) – Catanzaro, 7 mar. – … A innescare i tafferugli, dopo un primo contatto fra la tifoseria giallorossa e la Polizia avvenuto nelle adiacenze dello stadio San Vito dopo l’affermazione del Catanzaro per 2 reti a zero, sarebbe stato l’assalto di un gruppo di tifosi di casa ai bus dei supporters ospiti che stavano per lasciare la città, nei pressi dello svincolo di Cosenza Nord, davanti a un McDonald’s. Questa versione dei fatti, mai confermata dalla Questura, ma nemmeno smentita, pare ormai suffragata dai diversi video circolati sul Web nell’immediatezza dei fatti. Stamane, in particolare, la testata on line uscatanzarocalcionews.it mostra il momento in cui i bus, prima di imboccare l’autostrada, senza, peraltro, alcuna protezione da parte della Polizia di Cosenza (che però da qualche parte doveva pur essere, ndr), sono bersagliati da fumogeni e bombe carta scagliati da sconosciuti. È a quel punto che i tifosi del Catanzaro scendono dai bus all’inseguimento degli avversari, senza peraltro mai entrare nel McDonald’s, prima di essere caricati dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa.

IL VIDEO (https://www.uscatanzarocalcionews.it/2024/03/07/esclusiva-ecco-il-video-dellagguato-al-derby-in-presenza-delle-forze-di-polizia-il-filmato-demolisce-tutte-le-false-accuse-rivolte-alla-tifoseria-catanzarese-video/)

La stessa testata, fra l’altro, pubblica alcuni audio in cui due persone, in dialetto cosentino, dicono: “Quando ci hanno chiamati abbiamo fatto la nostra parte ma eravamo in pochi”. Questi ultimi files sarebbero al vaglio degli inquirenti (presenti o assenti che fossero sul luogo degli incidenti, ndr) che sperano di ricavarne elementi utili per risalire al commando assalitore. Gli ultrà del Catanzaro arrestati in flagranza differita sono accusati dei reati di violenza a pubblico ufficiale, devastazione e saccheggio, lesioni aggravate, danneggiamento, violenza privata, lancio di materiale pirotecnico, porto d’armi o oggetti atti a offendere. Alcuni di loro sono difesi dall’avvocato Alessio Spadafora. (AGI)