Sebi e Ninuzzu, la fine di un amore e un tradimento che non è servito

La loro lunga storia d’amore ormai è finita. Tra Sebi Romeo e Ninuzzu De Gaetano non c’era più feeling da tempo. Quello che sembrava un amore destinato a durare nei secoli dei secoli si infrange contro il muro delle opportunità mancate e dal tradimento messo in atto da Sebi nei confronti di Ninuzzu. Fosse servito a qualcosa, almeno! Eppure c’è stato un tempo in cui i due dividevano tutto: denaro, potere e soprattutto voti.

Un’amicizia che viene da lontano quella tra Sebi e Ninuzzu, che risale ai tempi del Reggio Social Forum. Quando l’utopia di un mondo migliore e più giusto regnava sovrana nei loro cuori. Una militanza politica in crescendo li porterà entrambi a sedere, come facevano una volta nelle affollate e fumose assemblee comuniste degli anni che furono, sugli scranni del consiglio comunale di Reggio.

Il potere logora chi ce l’ha, viene da dire nel loro caso. Perché dalle utopie all’intrallazzo il passo è breve. Sebi e Ninuzzu sono imbattibili, elettoralmente parlando, in quel di Reggio. Sono campioni d’incasso. La loro carriera politica è folgorante. Specie per Ninuzzu. Anche se qualcuno vocifera che Ninuzzu sia ammatassato con il clan dei Tegano.

Ma sono solo dicerie, almeno fino a quando qualcuno non se la canta, con una lettera anonima, su questa sua relazione: Ninuzzu nella tornata del 2005 raccolse 2.030 voti. Alle regionali del 2010, invece, arriva una valanga di 8.700 e passa preferenze. Voti che lo elevano ad unico baluardo di sinistra, in grado di arginare l’ondata ex-missina che travolge, elettoralmente, nella provincia di Reggio la coalizione di centrosinistra.

Ma questo suo quadruplicare i voti, insospettisce qualcuno. Ed arrivano i dubbi. Perché su quasi 8.000 voti, 4.800 sono arrivati nella sola Reggio, e quasi tutti dalla circoscrizione elettorale di Archi Gallico. Dove a decidere chi votare, si sa, sono i Tegano e i De Stefano, il Gotha della ‘Ndrangheta. Una zona dove tutta la sinistra unita non è mai arrivata al 20%. E dove, tra l’altro, il suocero di De Gaetano fa il medico della mutua. Una prima azzoppata che non ferma Nino. Che nel mentre insegna tutto ciò che sa a Sebi, ottimo allievo.

Ora anche Sebi (Sebastiano) è pronto per il grande passo. Nel 2014 partecipa alle consultazioni elettorali per il rinnovo del consiglio regionale: l’allievo supera il maestro. È un trionfo per Sebi. Risulta il primo degli eletti della circoscrizione Sud (lista del Partito Democratico). In quella zona non c’è trippa per gatti. È Sebi il mister preferenza del momento.

Ninuzzu, emarginato per via dei suoi guai dal PD, è l’artefice del trionfo. Un pacchetto di voti, pari pari, migra da Nino a Sebi. La sfortuna per Sebi è che quel pacchetto è chiacchierato. E che ha le mani in pasta in molti affari. Mentre per Ninuzzu, assessore solo per qualche mese, sarà Rimborsopoli il punto definitivo di non ritorno con tanto di cacciata dalla poltrona da parte di Palla Palla.

Insomma, i due – Sebi e Ninuzzu – fino a qualche anno fa erano culo e camicia. Ma i bei tempi sono finiti. Sebi, messo alle strette dal PD, scarica definitivamente il suo vecchio compare Ninuzzu nel frattempo scaricato anche da Palla Palla. Sebi ha capito che la vicinanza a Ninuzzu, più che aiutarlo, aumentava ed alimentava i suoi tanti problemi. Minniti era stato chiaro: fuori tutti coloro i quali hanno guai con la giustizia. E Sebi voleva restare alla larga da questa categoria. Ma non aveva capito che il suo destino politico era già segnato. Perché anche per lui, che come abbiamo visto ha le mani in pasta in tanti intrallazzi, prima o poi sarebbe suonato il campanello della Giustizia. E’ proprio vero che la gratitudine non è di questo mondo…

Insomma, quando si parla del PD e dintorni, e delle persone che lo compongono, non si riesce mai a pronunciare, o scrivere una sola parola di politica. Si finisce sempre col parlare, ed analizzare: intrallazzi, congiure, coltellate, guerre, porcherie, privilegi, denaro e potere. Questo è il PD, e speriamo che nessun calabrese lo voti più.