Abbiamo il piacere e l’onore di pubblicare una lettera aperta scritta dal collega Bruno Palermo al “potentissimo” Enzo Sculco qualche tempo fa quando l’uomo politico (che potremmo definire l’omologo del Cinghiale cosentino per tante assonanze) aveva convocato una conferenza stampa per sbandierare al mondo intero la sua riabilitazione giuridica alla vita politica dopo essere stato condannato in via definitiva per concussione e truffa. Bruno Palermo, in questa lettera, gli spiegava perché non avrebbe partecipato alla sua conferenza stampa. La riabilitazione poi si scoprì negli anni che l’aveva fatta il giudice corrotto della Corte d’Appello di Catanzaro Marco Petrini e aveva avuto in cambio due biglietti di Crotone-Milan… Quando tutti facevano affari con Sculco, a Crotone l’unico che aveva il coraggio di scrivergli la verità (che ora scrive anche un Gip distrettuale) era Bruno Palermo, che ha subito diversi attacchi – alcuni plateali – da Sculco e anche una diffida.
di Bruno Palermo – LETTERA SCRITTA IL 1° AGOSTO 2017 –
Gentile signor Sculco Enzo,
con la presente desideriamo informare lei e le sue truppe cammellate che la nostra testata giornalistica CrotoneNews.com non intende partecipare alla conferenza stampa da lei indetta.
Sappiamo che non si straccerà le vesti, ma come al solito scrollerà le spalle e andrà avanti per i suoi obiettivi senza guardare in faccia nessuno, ma quello che le scriviamo ce lo impongono il nostro senso civico, la nostra onestà intellettuale e il nostro modo di fare informazione senza diventare megafono di nessuno.
Lei potrà essere abilitato giuridicamente alla vita politica anche da mille tribunali italiani, ma resta il fatto che mai nessun tribunale sarà in grado di abilitarla ai nostri occhi dal punto di vista etico e morale.
Lei rappresenta quanto di più distante ci possa essere dalla nostra idea di politica, di gestione della pubblica amministrazione, di amore per il bene comune e per la propria città e i suoi cittadini.
Il reato per il quale lei è stato condannato in via definitiva in corte di Cassazione è lo specchio di questo Paese, e Crotone ne è la degna rappresentante. Nessun tribunale potrà mai farci cambiare idea su come il suo modo di fare politica abbia di fatto portato ad un ulteriore sfascio del tessuto sociale ed economico di questo territorio. Lei ha gestito direttamente o indirettamente posizioni politiche di altissimo livello, ma appare evidente che ha fallito in pieno, oppure ha prodotto una base di ricchezza solo per se stesso e il suo entourage, non certo migliorie per il popolo crotonese.
Lei è il padre putativo della politica e dei politici che negli ultimi quindici anni si sono succeduti in città. Quella città nella quale lei non è mai stato eletto, ma che ha sempre amministrato per vie traverse.
Per carità, non diamo tutte le colpe a lei, buona parte sono di quei politici che la contrastano non perché pensano che il suo modo di fare politica sia deprecabile, ma solo perché vorrebbero diventare come lei.
Chiaramente lo stallo politico e amministrativo che lei ha indotto (con molte complicità) in questa città, dimostra nei fatti come non le interessino affatto le condizioni di degrado in cui si trova Crotone; o che i giovani scappino appena possibile; o ancora la programmazione di un futuro a medio e lungo termine. Anni di attività condotte più o meno alla luce del sole dimostrano chiaramente quanto basso sia il suo concetto di “politica”, di “amministrazione”, quanto infimo sia il suo rispetto verso le cariche pubbliche. D’altra parte abbassare il livello della discussione politica, o degli amministratori è l’unico mezzo perché i mediocri possano emergere; peccato che il prezzo lo paghino i cittadini.
Così come i cittadini crotonesi pagano un prezzo carissimo per la presenza asfissiante della ‘ndrangheta in città, quella che in questo Consiglio comunale non si può nemmeno pronunciare (chiedere al M5S), quella che lei definì in una intervista “un fenomeno letterario”.
I suoi sforzi per portare sua figlia in Parlamento, dopo il Consiglio comunale di Crotone e la Regione Calabria, magari saranno premiati, ma non certo nel nostro nome e con la nostra complicità, anche solo per omissione.
Nel ribadirle la nostra decisione di non prendere parte alla sua conferenza stampa, infine, la invitiamo a non farci più pervenire e-mail da indirizzi personali, anonimi e alquanto discutibili, per poi firmarsi “Ufficio organizzativo I Demokratici”. Se fosse davvero un ufficio organizzativo politico, avrebbe quantomeno un indirizzo mail ufficiale, con nome cognome e numero di telefono; ma queste per lei sono “quisquilie”, ed anch’esse evidenziano il suo livello di rispetto per la trasparenza politica. Noi, invece, crediamo ancora che la politica possa e debba essere l’amministrazione della cosa pubblica per il bene e l’interesse di tutti. Tutti.