Simona Loizzo come Buzz Lightyear: verso l’infinito e oltre

La deputata della Lega Simona Loizzo, candidata alle elezioni Europee, è la rappresentazione plastica del politico che dice una cosa e subito dopo sostiene il suo esatto contrario: da un lato è costretta a sostenere le aberranti posizioni politiche proprie della Lega, e dall’altro, vergognandosene, cerca di rimediare “addolcendo la pillola” ai suoi elettori, che come tutti sanno, sono del Sud. È lei stessa ad evidenziare le sue “due anime” definendosi “una meridionalista iscritta alla Lega”.  Che suona prepotentemente come un ossimoro. Come dire che il ghiaccio è bollente. Si può essere meridionalisti e iscritti alla Lega che da sempre ha nel suo dna politico la secessione del nord? Pensiamo di no. Le due cose non stanno insieme. E anche se oggi Salvini e compari si camuffano da “unità nazionale”, è chiaro a tutti che la Lega utilizza il Sud solo come bacino di voti per far passare in Parlamento gli interessi del Nord. Infatti la Loizzo si dice meridionalista e poi vota l’autonomia differenziata. Dice una cosa e fa il suo esatto contrario.

La Loizzo è una iscritta per convenienza personale alla Lega. Non avendo trovato spazio in Forza Italia e Fratelli d’Italia, è stata costretta, con non poca vergogna, a proporre la sua candidatura a Salvini che ha subito accettato la new entry e i suoi voti, al volo. E questo la Loizzo agli alleati di governo non glielo ha mai perdonato. Infatti oggi, da candidata della Lega alle Europee, la Loizzo, dopo aver lodato la giunta regionale, e la maggioranza che la sostiene, critica l’operato del presidente Occhiuto sulla sanità, e annuncia battaglia agli alleati. Fa l’amica fino a che le conviene.

Ma la vergogna di appartenere alla Lega della Loizzo non finisce qui. Si vergogna del candidato Vannacci – che tanto “indipendente” dalle posizioni xenofobe e razziste della lega non è -, per quello che dice sui disabili, prendendone le distanze, salvo poi affermare: “tra Vannacci e l’insegnante che va ad usare i manganelli alle manifestazioni, io preferisco Vannacci”. Si riferisce chiaramente ad Ilaria Salis, detenuta in Ungheria. Tra chi si dichiara antifascista, e chi vorrebbe isolare i disabili in ghetti stile nazista, la Loizzo preferisce Vannacci.

Promuove iniziative sull’arretratezza delle infrastrutture in Calabria, e poi si presta a fare da portatrice di voti a Salvini per sostenere, in Europa, l’obbrobrio del ponte sullo Stretto. Che oltre alla mafia e alla ‘ndrangheta, serve soprattutto alle grandi imprese del Nord. In Calabria abbiamo bisogno di ammodernare le strade, la ferrovia, e di rendere efficienti i collegamenti interregionali, nazionali ed esteri. E lo sa bene la Loizzo, che quando ha deciso di scendere in politica lo ha fatto candidandosi al consiglio regionale (2021) con una promessa: risolvere i problemi dei calabresi. Ma poi ha pensato bene che sarebbe stata più utile ai calabresi da deputata. E se n’è andata a Roma (2022). Ora dice di voler fare molto di più per i calabresi catapultandosi in Europa (2024). E tutto questo in soli 3 anni. Più che una donna, un razzo. Infatti dopo la sua molto probabile elezione al Parlamento Europeo, la prossima mossa non potrà che essere quella di proiettarsi “verso l’infinito e oltre (Buzz Lightyear)”.