Sistema Catanzaro, la politica “puttana” e la massomafia

L’inchiesta “Basso profilo” è la finestra sul mondo della massomafia del sistema Catanzaro. Da qui si svela il reticolo di complicità e di connivenze che saldano in città la politica, l’impresa, il clero, la massoneria, la ‘ndrangheta, i colletti bianchi ed i servitori infedeli dello Stato. E’ la riscrittura di un “manuale” dell’impresa criminale, quella 2.0, dove il linguaggio e le regole sono univoche, perché parlano di fondi illeciti, di riciclaggio, di società cartiere, di intestazione fittizia di beni, ma in particolare viene riconosciuto come metodo l’eliminazione del vincolo morale, quella tensione che è sempre stato radice e limite per la politica nobile e per la Chiesa e la sua dottrina.

La Procura di Catanzaro grazie al lavoro di Nicola Gratteri ci ha dimostrato che la città di Catanzaro è una specie di piazza dove celebrare dei “giochi senza frontiere”, dove la frontiera che si valica sempre è la legalità, dove le istituzioni pubbliche sono piazza di spaccio dei bisogni di singoli barbari che portano e sporcano le insegne democratiche di rappresentanti del popolo. Le inchieste che negli anni  hanno investito il comune di Catanzaro, quella del sistema Catanzaro dove la golden share è nelle mani di Tallini e Abramo e quelle ultime come Gettonopoli, Farmabusiness, Corvo e Basso profilo ci hanno fatto capire che il sistema è marcio e che soprattutto a Catanzaro, l’incenso è pronto e fumante per la processione, noi speriamo quantomeno verso le interdizioni perpetue, visto che parliamo di Chiesa…

Sappiamo pure che in questo particolare momento troppi pensano che l’azione di Gratteri sia in un imbuto, solo perché alcuni capi di imputazione vengono ridimensionati oppure annullati non sappiamo se da una parte della Magistratura corrotta, ma certamente da parte di un sistema che cerca di sopravvivere in grande equilibrismo sulla norma del diritto e su una parte degli operatori di giustizia, quelli abituati a sparlare dietro le spalle e di nascosto, che sono la negazione della legalità e quasi sempre sodali con la massomafia. Questo la gente l’ha capito, per come l’hanno capito i catanzaresi ormai saziati dagli esempi negativi di quanti “usano” la politica.

Nei sei faldoni che compongono l’inchiesta Basso profilo gli investigatori della Dda di Catanzaro utilizzano le rivelazioni di un “insider”, un uomo delle istituzioni che visse da protagonista le elezioni comunali del 2017: Tonino De Marco. Attualmente coordinatore per il Comune del Programma Agenda Urbana, l’ex dirigente comunale fu ammaliato dalle sirene della politica tanto da metterci la faccia e candidarsi a sindaco della città con un polo centrista.

Poche settimane dopo la sua discesa in campo De Marco decise di ritirarsi dalla competizione. Il perché fu lui stesso a spiegarlo in una conferenza stampa. A distanza di tre anni quelle parole tornano di attualità. Finiscono infatti nell’informativa della Dda poiché ritenute illuminanti per comprendere “il clima” di quelle elezioni. Antonio De Marco si spinse a parlare di “cancro della democrazia e della politica di Catanzaro, che è il ruolo dei consiglieri comunali uscenti, non tutti ovviamente. Consiglieri titolari di pacchetti di voti personali legati a situazioni professionali, di quartiere o di famiglia, disponibili a navigare da uno schieramento all’altro senza problemi di collocazione politica, di ideale o culturale che condizionano la vita amministrativa della città

Secondo De Marco “le scelte delle coalizioni a Catanzaro sono eternamente condizionate dalle transumanze e dai ricatti dei consiglieri e dei portatori di voti e dalle loro valutazioni che si basano sull’opportunità di essere eletti e non su una condivisione di ideali e politica. In quest’ottica, le scelte amministrative rimangono ancorate ai condizionamenti dei consiglieri e non ai programmi ed alle esigenze della città”. Infine denunciò che “sulla fine del terzo polo hanno influito anche forti interessi di potentati economici esterni alla costituenda coalizione… nomi non ne faccio anche se a Catanzaro certe cose sono risapute”.

Sono proprio le elezioni comunali del 2017 che trovano spazio nei faldoni di Basso profilo, quando si tentò proprio a Catanzaro la creazione di un “piccolo centro” ufficializzato a fine marzo 2017, ma svincolato da Tallini ed Abramo, che vedeva proprio in Tonino De Marco il candidato a sindaco autonomo voluto da Piero Aiello e Baldo Esposito e che riuniva Catanzaro da Vivere, Psi, Idv, l’Udc con Tommaso Brutto ed altre liste civiche. L’esperienza ebbe la durata di un battito d’ali, infatti il 4 aprile del 2017 De Marco annuncerà il suo ritiro denunciando «ricatti e condizionamenti».

Dietro c’è uno scontro fra diversi gruppi imprenditoriali e burattinai nascosti nell’ombra, si parla di alleanze imprevedibili e di tradimenti sempre velenosi. Siamo nel momento più duro dello scontro sulla sanità calabrese privata contro il commissario Scura, il tema è un aumento dei budget di spesa e l’accreditamento di una nuova clinica, operazione che vide scendere in campo esponenti politici di rilievo per tentare di convincere la struttura commissariale.

Più che una spy story, perché negli atti dell’inchiesta ci sono personaggi che intervengono e delineano nel bene e nel male anche l’esito delle elezioni amministrative al comune di Catanzaro del 2017, possiamo parlare di una fotografia molto veritiera della realtà, dove gli interessi consolidati di singoli imprenditori con forti ramificazioni nella sanità, la vera gallina d’oro della Calabria, danno il senso del grado di libertà e di trasparenza di quanto, poi verrà sancito dalle urne. Questo è il sistema Catanzaro, che Basso profilo ha ben rappresentato, dove i diversi dominus della politica locale si tradiscono e si ritrovano, quando prevale l’esigenza economica dei loro finanziatori. E’ l’apoteosi del potere degli imprenditori massomafiosi che si infiltrano per controllare la politica con la costruzione di liste elettorali più o meno farlocche, ma anche con la benevolenza di ambienti politici cittadini, il cui risultato lo abbiamo ritrovato nelle altre inchieste che ancora oggi, perché in fase di indagine, pesano come un macigno sul futuro di Abramo e sulla credibilità politica dell’intero Consiglio comunale. In tutto questo Tonino De Marco non è la classica foglia di fico, agitata e scartata, ma è invece, come vedremo, organico al sistema ed ai benefit, tanto che il suo “grido” di dolore e di allarme altro non era che una battuta perfettamente recitata dal copione della massomafia.

La nostra non è cultura del sospetto e nemmeno di gratuita delazione. Andiamo nella narrazione, passo passo attraverso la prova documentale, cercando di capire incrociando fatti e circostanze nel perimetro assolutamente tossico del sistema Catanzaro. Teniamo sempre conto del contesto, indipendentemente dal valore “reato” che resta nell’azione obbligatoria della Procura della Repubblica di Catanzaro e non già a noi. Ci soffermiamo sugli aspetti collaterali e quasi di folklore, che agitano ultimamente sulla sommità dei Tre Colli, improvvisati “pescivendoli” o “spacciatori di ricotte acide” che credono entrambi di essere testimoni e detentori di verità assolute, quelle che dovrebbero schivare le vigliaccate e le bugie, quelle ad arte e di fragile costruzione.

La storia è un’altra. È quella non narrata almeno fino ad oggi, chiusa fra le veline avvelenate di redazioni della stampa di regime mai libera, perché ridotta alla schiavitù del salvadanaio dove la notizia si addomestica e ci si gira, sempre, dall’altra parte. Salvo risvegliarsi al bisogno giustizialisti o garantisti, secondo la vicinanza, le frequentazioni e le antipatie. Per essere “attrattivi” bisogna avere il coraggio di tirare fuori le palle, dimenticando carriere, quelle dei congiunti incluse, ritornando a ridare fiato al cervello, al cuore ed a quella coscienza troppo incrostata di vigliaccheria. Questo è quello che serve per sgretolare nella legalità il sistema Catanzaro, questo è quello che noi continueremo a fare per tutto quello che è massomafia nella Calabria.

Essere come la “moglie di Cesare”, così dovrebbe essere …

Abbiamo imparato che all’interno di Palazzo de Nobili a Catanzaro non c’è la moglie di Cesare, quella che dovrebbe essere onesta, ma anche sembrare onesta. Nel palazzo la politica è puttana e Plutarco narrando la vicenda nelle sue “Vite” è soggetto da curare con un trattamento sanitario obbligatorio (TSO), perché Pompea è donna di specchiata onorabilità e non una marchetta politica. Qui a Catanzaro, la moglie di Cesare non è più al di sopra di ogni sospetto e l’apparenza rispecchia la realtà. La stessa che abbiamo già incrociato come oscena nel narrato dell’assessore Danilo Russo e delle facilitazioni per la cugina, diventata per distrazione e per mutismo, docente nell’asilo comunale Pepe, la dottoressa Marino Erminia Marta.

Quindi, a rigor di logica o di etica, l’assessore Russo avrebbe già dovuto dimettersi per allontanare da se ogni sospetto di colpa nella situazione della cugina, ma anche per alleggerire la posizione della Curia locale della quale è figlio prediletto, anello di contatto e di collaborazione fra Vangelo e compasso; si è invece preferito resistere e andare avanti, per una opportunità politica utile al sistema Catanzaro e della massomafia, dove la Chiesa locale è da sempre la terza gamba riconosciuta.

“Sulla questione” il sindaco Abramo ci ha messo la faccia! Meno male, rispondiamo noi, che ci ha messo solo quella…

Ed allora “costi quel che costi” anche questa volta il sindaco Abramo dovrà metterci la faccia, chiarire i termini di una altra vicenda dai possibili contorni nebulosi che replicano il sistema Catanzaro ed il metodo di “assunzione Russo”: whatever it takes!

E’ del 28 gennaio 2021 la Determina n.228 del dirigente del settore Autorità Urbana POR Calabria 2020 del Comune di Catanzaro, con la quale veniva disposta la liquidazione della fattura per il periodo 27.11.2020-26.12.2020 della dottoressa Rosalba Gallo per la somma di €.1.711,66, quale consulente esterno per la prestazione di servizi di assistenza tecnica/comunicazione all’Organismo Intermedio e di accompagnamento e supporto tecnico-amministrativo ai RUP per il Programma “Agenda Urbana” POR 2014/2020 della città di Catanzaro. L’incarico con affidamento sottosoglia ha la durata di 24 mesi a decorrere dalla data di stipula del contratto (del 26.06.2019 prot.63268), come disposto da Determina Dirigenziale n.1489 del 11.06.2019, per una somma complessiva di €.41.080,00.

Voci di corridoio, quelle che illuminano il percorso dei documenti da sempre “tombati” come vezzo di trasparenza del comune di Catanzaro, ci dicono che la dottoressa Rosalba Gallo goda del gradimento politico del gruppo consiliare Catanzaro da Vivere, perché di fatto piazzata proprio da Baldo Esposito e Marco Polimeni, per il tramite e la simpatia di Tonino De Marco che dirige di fatto il programma Agenda Urbana. Quel Tonino De Marco “candidato” a sindaco del “piccolo centro” nelle elezioni amministrative del 2017, l’esperimento politico proprio di Catanzaro da Vivere e dei suoi maggiorenti. Mentre il progetto politico abortiva, come abbiamo visto nelle intercettazioni di Basso profilo, per diverse motivazioni e per l’azione esterna di soggetti al momento coperti da “omissis” e riferibili alla massomafia, Catanzaro da Vivere ricollocatosi al fianco di Abramo ha continuato a ramificarsi nell’Amministrazione comunale, replicando il “metodo di assunzione” dell’assessore Danilo Russo, che vogliamo ricordare è sempre espressione del gruppo/clientelare Catanzaro da Vivere che fa riferimento a Baldo Esposito e Marco Polimeni. La dottoressa Rosalba Gallo è l’ultima beneficiaria del sistema Catanzaro, da noi rintracciata mutuando il metodo Wiesenthal.

Ma, ci viene riferito altro… Qui ritorna in evidenza il valore della faccia, quella che sarà disponibile a spendere proprio il sindaco Sergio Abramo. Ci viene detto che la dottoressa Rosalba Gallo sia parente o affine dell’attuale vice sindaco, la dottoressa Gabriella Celestino, rientrata in giunta comunale dopo lo scandalo di Gettonopoli.

Vero o falso? Storia vecchia? Replicazione del metodo? Noi non lo sappiamo. Lasciamo aperta la domanda al sindaco Abramo non perché ci sia in noi motivo di scandalo, ma soltanto per dare una risposta di verità e di speranza alla città di Catanzaro, mortificata e spolpata anche nella dignità da un metodo di amministrazione, dove la logica del parentato è un eccezione, condivisa ed applicata alla regola di democrazia. Della serie: se non è zuppa è pan bagnato!

E’ Tonino De Marco l’unico attore che gestisce con annessi e connessi Agenda Urbana al comune di Catanzaro, dove è stato nominato il 14.02.2018 con un atto del sindaco Sergio Abramo come Dirigente dell’Unità di Progetto “Autorità Urbana Por Calabria 2020”, a titolo gratuito ed a tempo determinato di 12 mesi.

Sempre nello stesso atto viene specificato che in data 20 dicembre 2017 con delibera 523 la giunta comunale di Catanzaro aveva approvato la Programmazione triennale del fabbisogno di personale per il triennio 2018/2020 ed il piano occupazionale 2018 nel cui ambito era previsto l’assunzione a “titolo gratuito” a tempo determinato del Dirigente dell’Unità di progetto; che sempre la giunta comunale in data 20.12.2017 con delibera 532 aveva istituito l’unità di progetto “Autorità urbana Por Calabria 2020” come struttura temporanea, fuori dotazione organica, in staff al sindaco, preposta al processo di co-progettazione strategica con la Regione Calabria, per lo svolgimento di tutte le procedure delegate al comune di Catanzaro, nella qualità di Autorità Urbana, di programmazione, selezione e attuazione, monitoraggio e controllo delle azioni selezionate dei Programmi Operativi (P.O) di Agenda Urbana 2014-2020. L’assunzione temporanea e gratuita del dottore De Marco avvenne dopo una procedura pubblica di selezione comparativa, chiusasi in data 2 febbraio 2018 con la nomina della commissione esaminatrice per la valutazione curriculare, dell’unico candidato/vincitore proprio Tonino De Marco.

L’incarico verrà replicato dal sindaco Abramo a favore di Tonino De Marco, considerato che oltre al titolo gratuito ed al tempo determinato di 12 mesi non possa essere né rinnovabile né prorogabile, dall’Amministrazione Provinciale di Catanzaro per l’anno 2019 come prestazione occasione gratuita con l’incarico per Responsabilità direzionale dello “Sportello Europa” e programmazione comunitaria.

Solo nel 2020 e più specificatamente il 25 febbraio 2020 con provvedimento n. 20052 il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo, congiunto con la Provincia di Catanzaro, darà incarico al Dott. Antonio Nicola De Marco, esperto esterno e già Dirigente a tempo determinato dell’U.d.P., quala Direttore Scientifico dell’Unità di Progetto Autorità Urbana POR 2014/2020 del Comune di Catanzaro, con incarico gratuito ed a tempo determinato per la durata di un anno, in attuazione alla Convenzione rep. 5 del 19/02/2019 tra Provincia e Comune di Catanzaro ex-art. 30 del TUEL, e che assume la responsabilità di cui alla Delibera di Giunta comunale n. 44 del 21/02/2020.

In soldoni, Tonino De Marco diventa “direttore scientifico” di Agenda Urbana mentre le competenze e le responsabilità delle funzioni di attuazione tecnico-operativa, amministrativa e finanziaria del Programma Agenda Urbana, come disposto dalla Delibera di Giunta comunale n. 45 del 21/02/2020 ritornano al Dirigente del Settore Grandi Opere, l’ing. Giovanni Laganà.

Sarà sempre Tonino De Marco, come “direttore scientifico”?… ad attestare la regolarità del servizio svolto dalla dottoressa Rosalba Gallo, necessaria per la procedura di liquidazione delle spettanze.

Il sistema Catanzaro si rigenera, l’ex candidato a sindaco De Marco che aveva denunciato gravi problemi di ordine legale nel comune di Catanzaro si allinea, il gruppo politico-massone di Catanzaro da Vivere difende le postazioni di potere e, la Chiesa quella postulatrice di massomafia continua il suo percorso fra Fede e compasso, con buona pace di tutti… ma, soprattutto quanto Tonino De Marco è sganciato e marziano dal sistema massomafioso e dalle commistioni di interesse anche economico, con la Curia locale?