Sono tre le indagini a carico di Matteo Renzi

(pressreader.com) – di Valeria Pacelli – Il Fatto Quotidiano – E siamo a tre. Sono le indagini a carico di Matteo Renzi. L’ultima l’ha annunciata lui stesso nel suo libro Contro corrente. “A inizio del 2020 – scrive il leader di Italia Viva – (…) Turco (Luca, pm di Firenze, ndr) invia un avviso di garanzia anche a me. Vengo infatti indagato per ‘prestazione inesistente’ dopo aver partecipato a un convegno ad Abu Dhabi al quale partecipano autorevoli leader internazionali”.

Il riferimento è a un’inchiesta della Procura di Firenze sul compenso percepito dall’ex premier per la sua partecipazione a una conferenza negli Emirati Arabi. Renzi è accusato di emissione di fatture per operazioni inesistenti, in concorso con Carlo Torino, titolare di una società di Portici (Napoli), la “Carlo Torino e associati”, che avrebbe fatto da tramite per la ricezione del compenso dell’ex premier. La società, costituita a novembre del 2019, ha un capitale sociale di 1.500 euro e, stando al bilancio del 2019, ha registrato un utile di circa 30mila euro. L’azienda di cui è titolare l’imprenditore Torino (con un passato anche in Goldman Sachs) si occupa pure di “promozione, organizzazione e gestione, sia in proprio conto che per conto terzi, di congressi, convegni (…) in Italia e all’estero”.Torino – spiegano al Fatto fonti vicine all’ex premier – avrebbe fatto partecipare il leader di Italia Viva anche ad altre conferenze, oltre a quella di Abu Dhabi. Quest’ultima risale al 19 dicembre 2019.

Sul palco con Renzi sedeva l’ex ministro delle Finanze del Regno Unito Philip Hammond e a moderare c’era Gideon Rachman, commentatore del Financial Times. Renzi in totale parla poco più di 15 minuti e percepisce circa 33mila euro. Di questo evento si era occupata Report il 10 maggio 2021. La trasmissione parla di una segnalazione per operazioni sospette di Bankitalia e spiega come 75mila euro siano partiti da un conto di Anthony Scaramucci – ex consulente di Donald Trump e organizzatore dell’evento – per arrivare sul conto della “Carlo Torino & associati”, che a sua volta fa un bonifico a Renzi di 33mila euro.Ma torniamo all’inchiesta fiorentina: molti mesi fa, i pm hanno anche sequestrato il cellulare di Carlo Torino, poi la difesa dell’imprenditore ha depositato documentazione per dimostrare la veridicità della prestazione. “Per tale conferenza – scrive Renzi nel suo libro – ho ricevuto un corrispettivo bonificato in modo legittimo e trasparente sul quale ho pagato le tasse in Italia”.

Ma questa non è l’unica indagine fiorentina su Renzi. C’è anche quella, già nota, sulla Fondazione Open che vede l’ex premier indagato per finanziamento illecito. Stesso reato contestato a Roma ma nell’ambito di un’altra inchiesta che riguarda i rapporti economici tra Renzi e l’agente delle star Lucio Presta, il quale è stato iscritto, con il figlio Niccolò, per finanziamento illecito e per fatture per operazioni inesistenti. Per gli inquirenti romani tra l’agente e l’ex premier, vi sono stati “rapporti contrattuali fittizi” dietro i quali si nasconderebbe un presunto finanziamento alla politica. Nelle prossime settimane i pm potrebbero decidere di interrogare Renzi.

Intanto più di una settimana fa la Finanza ha acquisito nella sede della “Arcobaleno Tre srl” (società di cui è amministratore unico Niccolò Presta) i contratti firmati con Renzi. C’è quello per la realizzazione del documentario Firenze secondo me per il quale Renzi ha incassato circa 450 mila euro, il contratto cosiddetto di “esclusiva” e quello per l’ideazione di programmi tv. Il senatore ne aveva ideati due: un programma in cui si sarebbe trasformato in intervistatore e poi le pillole di storia in 5 minuti. Programmi mai venduti, ma le idee sono state pagate lo stesso. Per la Procura quei compensi nascondono un finanziamento al politico. Un’accusa che per Renzi “non sta né in cielo né in terra”. Potrà spiegarlo ai pm non appena lo convocheranno.