Spagnuolo come gli arrestati: vende solo fumo

“L’operazione di oggi – ha detto il procuratore della Repubblica di Cosenza, Mario Spagnuolo – evidenzia l’affermarsi di un nuovo modello criminale che si sovrappone a quello tradizionale della criminalità organizzata. Questa nuova forma – ha aggiunto Spagnuolo – non ha strutture gerarchiche o piramidali, non rispetta alcuna regola di divisione del territorio, non ha regole interne da osservare. E’ una sorta di criminalità liquida che si compone e si scompone in tempi brevissimi”.

Queste le prime parole pronunciate dal procuratore Spagnuolo nella conferenza stampa di oggi che ha illustrato i dettagli dell’operazione “Factotum”.

Le parole del procuratore altro non sono che un classico arzigogolo per dire che gli arrestati di oggi non appartengono a nessun clan.

Pensa che infiocchettando questa operazione contro qualche strozzino, qualche ladro d’auto, e un po’ di gente che vende fumo e pezzata, presentandola come la soluzione dei problemi della città, di ripulirsi l’immagine che di lui in questi ultimi giorni è venuta fuori.

Cioè di un procuratore che si accorda con la mafia politica per coprire i suoi intrallazzi in cambio di favori e dell’assunzione del nipote a dirigente del Comune.

Il nipote di Spagnuolo
Il nipote di Spagnuolo

Ha pensato bene all’indomani del colossale sputtanamento di darsi una mossa per far vedere alla gente che lui è uno che fa le cose, e non guarda in faccia a nessuno. E così ha ripescato una inchiesta datata accelerandone la conclusione e sperando di focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica sul suo blitz piuttosto che sui suoi accordi con mafiosi politici e colletti bianchi corrotti.

Sperando di vendere un po’ di fumo ai cittadini che ultimamente lo guardano in malo modo o si danno le gomitate quando lo incontrano per strada.

Per carità, voglio dirlo, se da oggi c’è qualche strozzino in meno in giro a rovinare famiglie, questo va bene, e ringraziamo chi si è adoperato a portare a termine questo lavoro, ma non facciamo passare questa operazione come un momento di liberazione della città dal malaffare.

Infatti, come potete vedere anche voi, contro i criminali le retate avvengono, ma chi ha rubato 8 milioni di euro dalle casse del Comune con i finti appalti spezzatino e gli incarichi diretti a ditte mafiose e amiche, resta tranquillamente libero.

Come Cucunato, Potestio e Pecoraro i tre dirigenti indagati di questo squallido ladrocinio.

Ed è per coprire loro che oggi Spagnuolo fa scattare l’operazione sperando che la gente si dimentichi dei colletti bianchi e dica: lo vedi come si dà da fare il procuratore, altro che colluso!

Ma la gente ha capito più di quanto lui possa immaginare e se da un lato plaude all’arresto di qualche strozzino, dall’altro continua a pensare che fin quando non dimostrerà che la Legge a Cosenza è uguale per tutti, anche per suo nipote, e Potestio, Cucunato e Pecoraro, resterà nell’immaginario comune come colui il quale si accorda con i mafiosi politici. E non c’è conferenza stampa al mondo che potrà mai cancellare questo.

GdD