Tangenti Anas: la “Dama nera” e i servizi segreti

C’è anche un aspetto inquietante nell’inchiesta sulle tangenti Anas.

Sospettando di essere sotto controllo la ormai celeberrima “Dama nera” Antonella Accroglianò aveva fatto bonificare l’ufficio. Il sospetto è che qualcuno l’avesse avvertita delle indagini in corso. Quando uno dei suoi collaboratori viene controllato in macchina lei contatta un dipendente dell’Anas, genero del generale della Guardia di Finanza Walter Cretella e chiede aiuto. Poco dopo il funzionario le riferisce la risposta dell’alto ufficiale: “Dice che la questione è molto strana… l’ha fermato una pattuglia normale…”.

Il generale della Finanza Walter Cretella è un nome conosciuto in Calabria. Ed è stato coinvolto nell’inchiesta Why Not. Odore marcio di servizi segreti.

Tra le carte dell’ultimo processo per il quale è stato assolto proprio ieri l’ex magistrato De Magistris, c’è anche la documentazione delle audizioni di De Magistris e del suo consulente Genchi al Copasir, materiale finora coperto da segreto di stato e perciò espunto dalle indagini dei pm romani. Nel 2009 la coppia di Catanzaro fu infatti convocata dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica perché, oltre alle utenze telefoniche del Quirinale e di altre importanti istituzioni italiane, aveva messo sotto controllo anche quelle di alcuni esponenti dei servizi segreti apparentemente non coinvolti nelle indagini. Compreso Nicolò Pollari, all’epoca direttore del Sismi.

Il punto dal quale si partiva era questo: il 10 marzo del 2007, nell’ambito del procedimento “Poseidone”, De Magistris emise un decreto di acquisizione del tabulato del generale Pollari che permetteva di ricostruire il traffico telefonico dell’allora capo del Sismi nell’arco dei precedenti 24 mesi. Da dove veniva fuori quel numero? Dalla rubrica di un alto ufficiale della Finanza, il generale Walter Cretella Lombardo (eccolo, ndr), indagato da De Magistris, vicino a quell’altro generale così poco amato dall’ex ministro Ds Vincenzo Visco, Roberto Speciale.

Il telefono di Cretella Lombardo era stato sequestrato dieci giorni prima del decreto, cioè l’1 marzo. Fu analizzato da Genchi, che lo restituì al pm proprio il giorno 10. Scorrendo la rubrica del telefono del generale si leggeva che quel numero era associato a un tale “gen. Pollari”. Che sta, ovviamente, per “generale Pollari”. Questo lo capirebbe chiunque. Senonché “l’anagrafica” del numero (cioè la richiesta dei dati dell’intestatario), Genchi la inoltrò al gestore telefonico il 7 luglio 2007, ovvero quattro mesi dopo. E non nell’ambito di “Poseidone”, bensì in quello di “Why not”. Il consulente di De Magistris dirà poi al Copasir di ricordare che l’anagrafica l’avesse richiesta precedentemente, cioè al tempo di “Poseidone” prima che venisse tolta dalle mani di De Magistris. Agli atti, però, risulta il contrario, vale a dire che Genchi quella richiesta non la eseguì se non per “Why not”, e solo il 7 luglio 2007. Ma se non c’erano evidenze penali o indizi di reità a carico del direttore del Sismi (come tutti e due confermeranno al Copasir), che motivo c’era di sviluppare e processare quelle informazioni? Soprattutto, chi altri ne era a conoscenza? È ipotizzabile che ce ne fossero dei duplicati? Dove, e con quali garanzie? Non proprio domandine di secondo piano.

E qualcuno si occuperà di questo generale alla luce di queste nuove informazioni? Chi aveva avvertito la “Dama nera” delle indagini in corso?