Tansi (il nuovo Messia) ai suoi seguaci: “Lasciate che gli elettori vengano a me”

Il problema principale per i 96 candidati nelle tre liste di Tansi è dettare scadenze a Luigi De Magistris. Altro da fare e da pensare non hanno. Più di ogni altra cosa sentono l’irrefrenabile bisogno di venerare il sempre più ascetico Carlo Tansi, guru incontrastato del Movimento “Tesoro Calabria”, la cui celestiale posizione è minacciata da qualche presuntuoso fariseo. Non fanno altro che questo da qualche giorno a questa parte.

Dicono gli scribi che giornalmente diffondono il verbo del sempre più mistico Tansi, a chi come De Magistris si ostina a non vedere in lui la santità: “… invitiamo il candidato De Magistris a essere chiaro e leale con i calabresi indicando pubblicamente, entro il 2 febbraio p.v., quante liste, quanti candidati e quali coalizioni civiche e politiche sostengono la sua candidatura…”. Della serie: noi (i seguaci di Tansi) siamo noi, e voi chi caxxo siete? O se preferite: vediamo chi ce l’ha più lungo.

Le tante predicazioni nel giardino degli ulivi iniziano a dare i primi frutti, e con esse arrivano anche i Comandamenti di quella che si presenta a tutti gli effetti come una nuova dottrina spirituale: il tansianesimo, che basa le sue fondamenta su un primo e indiscutibile postulato: non c’è altro candidato alla presidenza della regione Calabria all’infuori di Tansi. Un mantra che tutti i seguaci del tansianesimo devono ripetere almeno tre volte al giorno nelle liturgie a lui dedicate: quello che prima appariva agli occhi di tutti come un semplice uomo, dopo essere stato unto dal sondaggio, si è elevato a spirito superiore. Ed ogni sua santa parola diventa dogma. Tansi è uno e trino. E questo lo rende più luminoso di chiunque altro: per fare un Tansi ci vogliono almeno tre De Magistris. Come a dire: tre al prezzo di uno, perciò Tansi conviene. Che è quello che pensano tutti i 96 tansiani che hanno diffuso la pergamena della verità.

La luminosità della sua aurea celestiale li ha totalmente abbagliati. Vivono in uno stato di perenne suggestione: venerano solo colui il quale li aiutò a fuggire dalla terra d’Egitto, e dalla casa degli schiavi. L’abbandono alla sua immagine è totale. E il perenne stato di sudditanza mistica in cui versano li induce a ripetere a menadito ogni sillaba da Lui pronunciata senza mai interrogarsi su niente. Perché non c’è niente da chiedersi: dalla sua bocca esce solo la verità. È la fede (in Tansi) che lo dice. E i 96 di fede in Lui ne hanno tanta. Il culto di Tansi lo compri pure a scatola chiusa, tanto ti prende. Le sue parabole vanno a ruba tra i discepoli. In fondo non chiede tanto, chiede solo di essere seguito e di avere fiducia in Lui, ma soprattutto chiede devozione incondizionata. Mai contraddirlo, e assecondare sempre ogni suo desiderio. Piccole debolezze di un nascente Messia che pensa che basti aprire le braccia e dire: “lasciate che gli elettori vengano a me” per vincere le elezioni paradisiache.

È Lui il predestinato. Così è stato stabilito, nessuno può cambiare la parola divina. Ma affinché il destino si compia, serve il sacrificio. Tansi dovrà misurarsi con il giudizio del popolo così come capitò ad un suo collega un po’ di tempo fa. Chiese Pilato alla folla: chi volete liberare Gesù o Barabba? E c’è da scommetterci che dopo tutto questo suo elevarsi convinto di aver raggiunto i cuori di tutti, il popolo, compresi i suoi seguaci, così com’è successo per il suo antico collega sceglierà, quando sarà il suo turno, ancora una volta Barabba. Solo che per Lui e i suoi seguaci, a differenza del più ben noto collega, non ci sarà nessun regno dei cieli ad aspettarli, l’unica cosa con cui dovranno fare i conti e l’annunciata sconfitta terrena che non hanno voluto evitare per avallare, privandosi della propria dignità, l’ego di chi evidentemente credono davvero un Messia. Dovranno fare i conti con la loro coscienza per aver favorito ancora una volta, causa la loro boriosità, l’ascesa del male. Si sa: la gente quando non capisce bene il perché di certe scellerate scelte, come quella che si appresta a fare Tansi, va in confusione e succede che messa alle strette tra l’incomprensibile e ciò di cui si ha contezza, la gente sceglie sempre Barabba. Meglio un ladro di partito un’altra volta, almeno sappiamo già cosa ci aspetta, piuttosto che un falso Messia.

P.S. Un consiglio fraterno a Tansi. Carlo, per il tuo bene scinna i su quatru (scendi dal piedistallo).