Gratteri annuncia che la storia non finisce qui, e che quello appena intrapreso con l’operazione “Lande desolate” è un cammino che arriverà lontano. Un chiaro avviso ai masso/mafiosi: la pacchia è finita. È arrivata l’ora, anche per voi, di pagare il conto.
Musica per le nostre orecchie, e per tutti i calabresi che aspettano da decenni il “trionfo della Giustizia” sulla corruzione e il malaffare presenti in ogni dove. Giustizia per troppo tempo, in questa amara terra, negata ai tanti cittadini onesti. Una terra, la nostra, dove la Giustizia più che essere al servizio del popolo italiano, si è sempre preoccupata di “servire” coperture e immunità ai potenti: massoni deviati, politici collusi, servitori dello stato infedeli, imprenditori prenditori e mafiosi di ogni ordine e grado. Se è questa la strada intrapresa da Gratteri, dopo tante chiacchiere, l’incoraggiamento nostro, e della stragrande maggioranza dei calabresi, non può che essere quello di percorrerla fino in fondo senza guardare in faccia a nessuno.
Ma a chi si riferisce Gratteri quando dice che non è finita qui?
Una domanda a cui è difficile rispondere, diversi sono i filoni di indagine che l’operazione “Lande desolate” ha aperto, e il riserbo è totale. Ma una cosa la possiamo dire con un buon grado di certezza: il non “finisce qui” non è riferito a Cosenza.
Possiamo aspettarci di tutto dal prosieguo di questa inchiesta, ma non un intervento sul “Sistema Cosenza”.
Perché come tutti sanno a Cosenza la mafia e la corruzione non esistono. E l’operazione che ha coinvolto Palla Palla ne è la prova.
Infatti il costruttore Barbieri organico alla cosca Muto è mafioso e colluso con la politica corrotta solo nei lavori che non interessano la città di Cosenza. O meglio: Barbieri è mafioso e colluso con i politici corrotti, solo negli appalti dove la stazione appaltante è la Regione Calabria. A Reggio, ad esempio, Barbieri è mafioso e colluso con la politica, così come nei lavori della sciovia di Lorica e dall’aviosuperficie a Scalea.
Per i lavori di piazza Fera/Bilotti, invece, dove la stazione appaltante è il Comune di Cosenza, Barbieri non è mafioso e non si è avvalso della politica corrotta per accaparrarsi l’appalto. Nonostante l’annullamento della prima gara per gravi irregolarità nella presentazione dell’offerta del gruppo Barbieri – gara annullata a seguito di denuncia pubblica, altrimenti sarebbe passata liscia – e una seconda gara dove l’unica azienda a partecipare è ancora una volta solo l’Ati guidata dal Barbieri, il tutto avvenuto sempre, per il prefetto di allora, e la procura, a norma di legge.
A Cosenza nell’aggiudicazione dell’appalto e nell’uso “spasmodico” dei subappalti dei lavori di piazza Fera/Bilotti Barbieri, Muto e Morabito, per lo “stato”, hanno rispettato la Legge. Si sono comportati bene e ogni cosa è stata fatta seguendo un unico criterio: la Legalità. Così come si è comportato bene il sindaco Occhiuto, che attraverso il suo braccio operativo Potestio si premurava di avvisare le varie cosche locali che piazza Fera era intoccabile, non prima però di essersi recato a Roma e aver stabilito con Barbieri, in un summit privato, l’aggiudicazione dell’appalto in suo favore e i vantaggi derivanti dalla costruzione di questa opera per i cosentini. Tutto alla luce degli obiettivi della Guardia di Finanza.
Finanzieri che hanno pensato bene di informare la procura di Cosenza di quell’incontro tra Barbieri, i fratelli Occhiuto e Clini; procura che non ha perso tempo, visto anche la specchiata onestà dei partecipanti al summit, ad archiviare il tutto con un bel timbro: tutt’appo’. Con sommo piacere della GDF che ha trasmesso gli stessi “atti” anche alla Dda di Catanzaro.
Anche i pentiti Lamanna, Foggetti e Impieri si sono comportati bene, raccontando a Gratteri tutti i legami del Barbieri con la ‘ndrangheta e con i politici collusi. Legami conclamati in ogni dove, tranne che a Cosenza. Barbieri, secondo i pentiti – gli stessi che hanno sempre chiamato in causa “legalmente” Occhiuto in faccende di voto di scambio e truffe varie – a Cosenza si è comportato sempre bene e a norma di Legge.
Insomma tutto dobbiamo aspettarci da Gratteri – al quale non faremo mancare tutto il nostro appoggio nella sua battaglia contro la masso/mafia – tranne che una bella retata a Cosenza. Cosenza è sempre stata un’isola felice e tale deve restare. E Barbieri, in questo caso, è solo un mafioso a metà.