Tirreno corrotto, 5° sindaco arrestato. E Bruni demolisce le “proposte” del Pd

Il procuratore di Paola Pierpaolo Bruni

Cinque sindaci arrestati e quattro amministrazioni attenzionate. Da quando è arrivato a Paola, il procuratore Pier Paolo Bruni sta smascherando sempre di più una sorta di “sistema Tirreno” che è un verminaio di malaffare e corruzione e che – purtroppo – non solo non viene neanche sfiorato dalla Dda di Catanzaro ma addirittura “favorito”, visto che qualcuno vuol farci credere che il boss Franco Muto non è mafioso…

Bruni stamattina ha arrestato il sindaco di Scalea Gennaro Licursi per truffa ma aveva già arrestato per corruzione e reati contro la pubblica amministrazione i sindaci di Aieta (Gennaro Marsiglia), Fuscaldo (Gianfranco Ramundo), Guardia Piemontese (Vincenzo Rocchetti) e Maierà (Giacomo De Marco). Ma ha puntato la sua attenzione anche su Amantea (dove ha arrestato un assessore), Acquappesa (avviso di garanzia al sindaco Maritato), Belvedere (avviso di garanzia all’ex sindaco Granata) e Buonvicino. Se non è un “sistema” questo, diteci voi che cos’è…

Nel merito dell’inchiesta «Ghost Work» che ha portato all’arresto del sindaco di Scalea, va giù duro il procuratore Pier Paolo Bruni commentando la proposta del Pd al ministro Bonafede, avanzata nei giorni scorsi nel dibattito sulla prescrizione. Il suggerimento del Pd è quello di dare la pagella ai pubblici ministeri e obbligare i capi delle procure a consultarsi con le istituzioni locali prima di stabilire i «criteri di priorità» dei reati da perseguire.

«Dovrei interloquire con questi sindaci che hanno commesso reati nelle loro funzioni?», dice quasi allibito il magistrato. «In questi anni come procura, ridotta all’osso con oltre il 40 per cento di personale che manca, abbiamo spedito in galera sindaci per reati come appropriazione di soldi pubblici, corruzione e bancarotta… E io dovrei parlare con loro?». A quelli del Pd saranno fischiate insistentemente le orecchie!