Tirreno Cosentino, i depuratori non funzionano nonostante i fondi erogati: “80 milioni fermi nei cassetti”

L’attenzione della Regione Calabria e delle associazioni ambientaliste è concentrata su quel tratto di costa calabrese che bagna i comuni del Tirreno cosentino. L’inquinamento che ha rappresentato per anni una autentica iattura per il territorio è stato cavallo di battaglia di sindaci e amministratori provinciali e regionali. Ma tuttavia di quel famoso “Mare da bere”, così battezzato dall’allora presidente della Provincia Mario Oliverio, successivamente eletto governatore della Calabria, non c’è ancora traccia. L’inquinamento non concede tregua. I depuratori ancora oggi non riescono a sopperire i carichi con l’aumento della popolazione. Ma a che punto sono gli interventi sugli impianti nel territorio? Secondo la segreteria Ugl ci sono 80 milioni di euro che sono stati finanziati nel 2017 e in Calabria ancora non sono stati spesi.

Con il Piano strategico del settore depurativo finanziato con risorse Fsc 2021-2027 sul litorale cosentino hanno ricevuto anche ulteriori fondi: Acquappesa 440mila euro; Amantea 1 milione: Belmonte 450mila; Belvedere 450mila; Bonifati 450mila; Diamante 450mila; Guardia 450mila; Lago 350mila; Longobardi 440mila; Maierà 300mila; Orsomarso 500mila; Praia 450mila; San Nicola Arcella 450mila; Scalea 450mila; Santa Maria del Cedro 450mila; Verbicaro 300mila.

A queste somme si aggiungono poi quei finanziamenti già elargiti a suo tempo. Paola ad esempio ha ricevuto 4 milioni e mezzo di euro e i lavori dovrebbero iniziare a fine marzo, Fuscaldo 950mila euro mentre 650mila euro sono stati destinati a Falconara Albanese. Sempre sulla zona, Bonifati ha avuto 600mila euro, Cetraro 4 milioni 836mila euro, Guardia 140mila, Fiumefreddo-Longobardi 740mila; Lago 1 milione; Aiello 3 milioni 380mila, Orsomarso 1 milione e Verbicaro 280mila. Pochi Comuni però hanno avviato i lavori.