Tirreno cosentino, il business milionario degli incendi nel Comune di Grisolia di una collusione certa e documentata tra ndrangheta e massoneria deviata
Qual è la causa dei numerosi roghi che quotidianamente devastano le strade nel Tirreno Cosentino e in particolare nel comune di Grisolia? Perché ce ne sono così tanti? Lo sanno tutti che c’è un business, che non parte certo da quest’anno.
L’incendio nella notte a pochi passi dell’isola ecologica di Grisolia ad appena poche ore dall’incendio di Praia a Mare è un chiaro messaggio dei poteri forti che si fanno beffe del ridicolo presidente della Regione che crede di fermare gli incendi con i…. droni.
L’incendio stava per mandare in fumo l’isola ecologica adibita a stoccaggio rifiuti della ditta Mia Srl con sede a Rende e Santa Domenica Talao. L’ipotesi della matrice dolosa è pressoché scontata.
“Vogliamo ricordare – dicono gli investigatori – che alla ditta viene prorogata la gestione della raccolta dei rifiuti ogni 3 mesi dall’amministrazione comunale a seguito di un ricorso presentato dalla stessa ditta…”.
Solo un caso o un preciso messaggio?
Magari, lo spegnimento fa guadagnare molto a chi deve farsi carico di risolvere il problema. Se così fosse, si tratterebbe di veri e propri atti criminali, compiuti a danno del demanio pubblico.
E’ chiaro che nella provincia di Cosenza, gli incendi sono all’ordine del giorno, così come gli interventi dei Canadair e tutti sanno che queste “vampate” sono remunerative e servono come il pane alla massomafia per riciclare denaro.
Queste esplosioni sono provocate e programmate. Diverse inchieste giornalistiche hanno già provato il coinvolgimento di associazioni e della criminalità organizzata in questo fenomeno. Pertanto, la ‘ndrangheta e le logge massoniche deviate hanno costruito negli anni una vera industria del fuoco. E i nostri pessimi e squallidi governanti, che siano di destra o di sinistra (tanto è la stessa cosa) lo sanno benissimo.
In particolare, queste associazioni farlocche premono per ottenere concessioni demaniali a prezzi stracciati. O altre volte addirittura per favorire prestazioni di manodopera. Alcune società private, delegate al trasporto aereo, incassano delle cifre incredibili, parliamo di migliaia di euro all’ora e liquidazioni annuali milionarie. I danneggiamenti, seguiti da incendi, indicano in maniera disarmante una presenza mafiosa sul territorio. Ossia, «suggeriscono una forma di controllo sul territorio, più che il semplice svolgimento di attività illecite». Neanche tanto tempo fa si parlò molto della cosiddetta ”Mafia dei boschi”.
Secondo le statistiche, la Calabria è la seconda regione più incendiata d’Italia. Ed è accertato che il 90% dei fuochi sono dolosi. Questa terra brucia. E il suo fumo puzza di affari loschi. Altro che droni…