Fonte: RaiNews
A Torino si allarga la mobilitazione per Gaza. Dopo Primo Liceo, Gioberti ed Einstein occupati da ieri, questa mattina gli studenti del Liceo Galileo Ferraris e quelli del liceo Gobetti hanno deciso di interrompere le lezioni per esprimere la loro vicinanza al popolo palestinese e alla Global Sumud Flotilla.
La contestazione alla rettrice dell’Università di Torino
Per le strade del centro di Torino, invece, il corteo promosso da Cambiare Rotta da Palazzo Nuovo fino alla Cavallerizza dove era in programma l’insediamento della nuova rettrice dell’Università di Torino. “Vogliamo un boicottaggio totale degli accordi con Israele” hanno chiesto i manifestanti che hanno raggiunto la struttura presidiata dalla polizia e poi hanno avuto il permesso di intervenire con una delegazione alla cerimonia.
Ieri il Senato accademico aveva approvato una mozione di condanna che denunciava “azioni di guerra ingiustificate tali da giustificare l’uso del termine genocidio” e lo “sterminio dalle conseguenze catastrofiche”. Il testo è stato approvato con un solo voto contrario, quello della direttrice del dipartimento di Matematica.
Le richieste degli studenti
Non abbastanza per gli studenti, che chiedono il boicottaggio totale e lo stop degli accordi con Israele assieme all’impegno a non istituirne nuovi; la sospensione della collaborazione con aziende come Leonardo; di stanziare a aiuti per gli studenti palestinesi e istituire di un osservatorio per monitorare le loro borse.
La nuova rettrice: “Denunciamo guerra di sterminio a Gaza”
“L’Università di Torino – ha detto Cristina Prandi durante la cerimonia di insediamento come rettrice dell’Università di Torino – si fa portavoce senza esitazioni della denuncia delle gravi violazioni dei diritti umani fondamentali accertate e continuamente reiterate nella Striscia, ivi compreso l’uso della fame nell’ambito di quella che ormai si configura come una guerra di sterminio dalle conseguenze dalla portata catastrofica tali da giustificare, secondo autorevoli istituzioni come l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (Ohchr), Human Rights Watch, Amnesty International e la Corte internazionale di giustizia, l’uso del termine genocidio”.
“Esprimiamo anche profonda preoccupazione – ha aggiunto – per l’esito della spedizione della Global Sumud Flotilla, proprio in queste ore critiche. Ma Gaza è anche luogo simbolo, perché, quanto vi accade, più che altrove, interroga la nostra stessa storia, interroga i valori fondanti dell’università, di ogni università. Come Comunità accademica non possiamo tacere e, contemporaneamente, non possiamo fermarci alla denuncia. Dobbiamo trasformare parole di solidarietà in azione concreta. Penso a borse di studio e mobilità solidale per studentesse e studenti palestinesi, progetti di ricerca condivisa per la ricostruzione culturale e sociale, reti internazionali di università impegnate nella difesa dei diritti fondamentali e nel sostegno imprescindibile alla realizzazione di corridoi umanitari”.
La risposta degli studenti
Una delegazione di studenti è intervenuta nel corso della cerimonia, leggendo una lettera indirizzata alla neo rettrice. ”La parole appena espresse dalla rettrice – hanno detto – sono parole vuote finché non si va verso delle misure concrete e verso un boicottaggio totale perché il genocidio che c’è a Gaza, e non il conflitto, è adesso e perché la Global Sumud Flotilla è adesso che si sta avvicinando, verso le coste di Gaza. E dunque se vogliamo parlare di università libera e plurale, l’università libera e plurale non ci sarà finché anche il Senato non sarà aperto e dunque non sarà democratico, dato che l’ultima volta è stato chiuso ed è stato fatto in modalità telematica”.









