Totò il visionario

Totò il visionario
di Pino Tassi 

Tutti abbiamo visto e sorriso con i film di Totó. La storia della cinematografia lo descrive come un attore comico. Ecco, oggi bisognerebbe cambiare le enciclopedie e i manuali del cinema.

Totó fu un attore visionario che riuscì a rendere le sue gag una forte denuncia sui mali d’Italia del nostro tempo. Delle due l’una. Lui già immaginava la classe politica e dirigente di oggi oppure la classe politica di oggi cerca di imitare i personaggi di Totó?

Oggi i suoi film sono attualissimi, affrescano i difetti dell’Italia quasi come se fossero usciti oggi, funzione e missione che la commedia italiana contemporanea non fa da tempo. Se escludiamo la maschera di Cetto La Qualunque, che però nei film perde efficacia. Invece i film di Totó  conservano, anzi guadagnano, in termini di denuncia politica e sociale.

Da Vota Antonio La Trippa all’onorevole Trombetta, lei non sa chi sono io, a “I tartassati” con Totó commerciante che tenta di corrompere Aldo Fabrizi funzionario delle Entrate, a “Totótruffa ’62” con la vendita della Fontana di Trevi e l’episodio dell’ambasciatore del Catonga. Fino alla berlina dei tanti guerrafondai con “Armatevi e partite”. O al bellissimo film pacifista “I due colonnelli”.

A volte una risata è molto più devastante di un’accusa politica. La Meloni la telefonata con i comici russi se la porterà impressa per sempre. Sarà il suo marchio, vedremo adesso con quale faccia potrà dire che in Ucraina non bisogna trattare. Pensate un po’ voi se Totó avesse conosciuto la nostra classe dirigente regionale, i nostri governanti, che personaggi esilaranti ne avrebbe tirato fuori. Vota Antonio, vota Antonio…

Bisogna dare a Totó il suo giusto rilievo nel cinema italiano di autore e di denuncia. Siamo uomini o caporali? Forse l’unico che capì a suo tempo la grandezza di Totó fu Pier Paolo Pasolini. Punto, punto e virgola, due punti, e ancora punto. Ma si, fai vedere che abbondiamo…