Tropea, sedotta e abbandonata

TROPEA, SEDOTTA E ABBANDONATA.

Tropea è come la Bologna di Guccini. Si potrebbe dire che Tropea è “una vecchia signora con i fianchi un po’ molle, con il seno sul mare e il culo sui colli”. La fortuna di Tropea è la sua orografia. Piazzata lì su una rupe di rocce era quasi impossibile mettere mano e cementificare palazzi e palazzoni. Se fosse stato possibile al posto della Madonna dell’ Isola avremmo un resort lusso con centro benessere incorporato. Dove l’homo cosiddetto sapiens ha potuto mettere mano ha messo su palazzi su palazzi, cemento su cemento  senza alcun criterio. Se poi andiamo sulla zona marina più di pianger non posso. E qui arriviamo ad una situazione precaria e potenzialmente esplosiva. L’ arroganza dell’uomo sapiens ne ha combinato a più non posso.

La stampa di regime ha dato poco rilievo all’analisi documentata e precisa del Prof. Ietto sulla situazione preoccupante della Madonna dell’ Isola a Tropea di cui la caduta di parte del costone è solo un segnale e tacendo altri  allarmi lanciati nel suo intervento, ad iniziare dal rischio idraulico altissimo in cui si trova Tropea.

Il Prof, Ietto ha sottolineato come nella  zona marina c’è la confluenza di due torrenti, il torrente Bulmaria e il torrente Delle Grazie. Per  costruire il porto il percorso del torrente è stato deviatoQuando c’è un fenomeno di piena, il torrente va giù dritto fregandosene della deviazione imposta dall’uomo sapiens (sic!) e si riprende il vecchio percorso travolgendo tutto quello che trova. Il porto viene invaso dai detriti perché la foce del torrente si trovava proprio lì dove l’uomo ha pensato bene di costruire l’ingresso del porto.

I fiumi portano detriti,  ha spiegato il Prof, Ietto, questi due torrenti hanno un’alta capacità  di accumulo detritico.

Pensate un po’ voi, ci hanno messo quasi 20 anni per completare l’opera e hanno avuto questa bella pensata che porta a combattere ogni anno contro il pericolo di allagamenti e  ostruzione di detriti e fango. Ma non contenti di tutto questo, sempre l’Homo sapiens o faber, come piace alla nuova classe dirigente del facciamo tutto noi, ha pensato bene per completare l’opera di tombare il terzo torrenteil  Lumia, e in più col tempo è stato  autorizzato di costruirci sopra un  bel villaggio turistico. Il Lumia in più è stato messo in una condotta sottostimata che provoca allagamenti.

Ma non finisce qui. Il torrente Delle Grazie è sottoposto a frane continue, un fenomeno studiato a livello nazionale per la loro frequenza. Le frane partono dalla montagna  retrostante dove è presente una frattura che coinvolge l’intera montagna, profonda un centinaio di metri dove si trovano rocce arenarie che lentamente scivolano verso valle. Con le indagini satellitari si è visto che si muovono di 25 millimetri all’anno verso valle nella parte alta, nella zona di Zaccanopoli. Arrivano giù a valle e vanno a finire nel  torrente Della Grazie.

E giù a valle che cosa abbiamo? Il depuratore. L’homo faber (doppio sic!), con la sua sapiens ha pensato bene di costruirlo nell’alveo del fiume Delle Grazie, grande ideona. Il torrente Delle Grazie ha una portata perenne, porta sempre acqua. Il depuratore è stato costruito letteralmente all’interno del letto fluviale circondato da frane, senza considerare le frane a monte. Per evitare di essere invaso dalle acque del torrente è stato costruito un muro nella parte nord del depuratore, le acque che arrivano sbattono contro il muro, gira intorno al depuratore e arriva giù. Il depuratore in pratica blocca il flusso delle acque e dei detriti.

Il prof Ietto, incuriosito, nel 2003 ho realizzato la prima foto: il muro era di circa 2 metri, sei anni dopo era di 40 centimetri perché i detriti che arrivavano si accumulavano e riducevano l’altezza del muro. Nel 2009 il Prof. Ietto avvisa il Comune dei pericoli imminenti, non viene ascoltato e nel 2010 arriva un’alluvione. La piena delle acque non ha trovato sfogo sul suo percorso per la presenza del depuratore che ha fatto da diga. Il corso fluviale ha invaso la strada di accesso al depuratore divenendo esso l’alveo del torrente  trasportando via una persona che transitava con l’auto. E’ vero che sono bacini fluviali di piccole dimensioni ma hanno delle aree di 2 kmq con una pendenza del 12%, una fortissima capacità di trasporto, una enorme disponibilità di detriti che si chiama in termini tecnici flash flood events, capacità di alluvionamento immediato, e di trasporto di detriti,  fenomeni improvvisi ad altissimo rischio e il depuratore dà un contributo notevole.

Foto Libertino

Si parla spesso di bombe d’acqua, ci informa il Prof. Ietto, ma  da una studio pluviometrico si evince che l’evento del 18 ottobre 2010 non era un evento eccezionale ma un evento abbondante. Il problema è stato che la presenza del depuratore ha fatto da sbarramento e ha amplificato il danno. I detriti arrivano giù a valle riprendendo il corso originale del torrente e invadendo di fango e detriti l’ingresso del porto.

Il torrente Lumia tombato con la realizzazione di un villaggio è in piena area di foce con altissimo pericolo idraulico in un’area R4. Dovrebbe essere sotto controllo costante e di pulitura, facile ostruzionismo di detriti. E invece è quasi sempre pieno di erbacce e rifiuti.

Per non farci mancare niente a Tropea manca un collettore delle acque pluviali, che porta all’ammaloramento della roccia e all’inflazione della stessa roccia. Tutto questo aumenta il rischio  di frane e servirebbe un sistema di drenaggio delle acque a contorno della rupe. Non si può più ammettere quel fenomeno delle cascate del Niagara perché a lungo andare può comportare nuovi fenomeni di crollo. Nel 2007 ci fu un crollo di parte della rupe, altissimo rischio. La rupe ha bisogno di un continuo monitoraggio perché  i processi erosivi sono in continua evoluzione, non si fermano.

Le responsabilità di tutto questo si perdono nella notte dei tempi, arriviamo alla prima Repubblica. Riguardano amministratori locali di Tropea e dei Comuni vicini, ma non solo, anche quelli provinciali e regionali. Per esempio, il depuratore è costruito nel comune di Parghelia ma è un depuratore consortile con la maggioranza del comune di Tropea.

Quello che stupisce è il silenzio del sindaco di Tropea, del presidente della Provincia e soprattutto del èresidente della Regione. Il crollo del costone è avvenuto venerdi 7 aprile. Oltre un mese è trascorso sull’avvenimento, abbiamo avuto solo un paio di comunicati tranquillizzanti e poi il silenzio totale. Pensavamo che il silenzio fosse dovuto alla presenza del sindaco in terra di Giappone ma il silenzio è continuato anche al suo rientro. Per non parlare di quello del nuovo presidente della Provincia e del presidente Roberto Occhiuto.

E come se la realtà disturbasse e offuscasse una narrazione fatta di  Principato, Giappone, Borgo dei Borghi, Marvel, eccetera, eccetera. Tutto bene, figuriamoci, ma il pensiero principale degli amministratori dovrebbe essere quello di difendere, tutelare e valorizzare i proprio territorio. Il Prof. Ietto ha fatto delle proposte precise, senza voler fare alcuna speculazione politica, è mai possibile che sulle sue parole il sindaco e gli amministratori tutti non abbiano nulla da dire? In un paese normale il sindaco e il presidente della Regione l’avrebbero convocato il giorno dopo per ascoltarlo. Qui invece un silenzio tombale. Il presidente Occhiuto ci può dire come mai Tropea non c’è tra i 21 borghi che saranno finanziati dal PNRR? Oppure perché si è preferito finanziare il palaghiaccio a Milano con la modica somma di 2,6 milioni di euro che in precedenza erano destinati alla valorizzazione dei borghi? Oppure  perché non si è pensato ad un progetto ad hoc per la difesa e valorizzazione di Tropea da inserire nel PNRR nazionale?

Tutti si riempiono la bocca a parlare di Tropea come Capitale del turismo calabrese. Poi  mancano fatti concreti e atti conseguenti. Possono dirci  lor Signori che interventi intendono fare per salvaguardare la bella Tropea?  O è troppo?