A Tropea è ancora altissima la tensione per il grave episodio di giovedì sera. Ignoti hanno dato alle fiamme dieci mezzi dell’impresa Muraca srl che gestisce l’appalto per la raccolta dei rifiuti dentro il parcheggio comunale. Un gesto eclatante e non serve essere un “esperto” per capire che l’impresa deve essere finita nel mirino della criminalità organizzata e a dirla tutta la Muraca srl non è certo estranea a certi ambienti, per come è agevole riscontrare facendo semplici ricerche in rete.
Per farvi capire di cosa stiamo parlando torniamo indietro di qualche mese, quando a Tropea tutti avevano potuto toccare con mano come nell’isola ecologica di contrada Barricello ci fosse un accumulo anomalo di rifiuti abbandonati, che era stato pubblicamente denunciato ai commissari prefettizi in carica dopo lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose.
Più precisamente, il terzo atto dell’infrazione riconducibile alla ditta Muraca srl (affidataria del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto rifiuti solidi urbani) e riscontrata dal Comune di Tropea a ottobre 2024 all’isola ecologica di località Barricello, su segnalazione dell’ex consigliere Antonio Piserà, riguardava proprio il contratto e il capitolato d’appalto. Controlli approfonditi, dunque, per “identificare possibili inadempienze da parte della ditta e adottare le misure appropriate a tutela dell’ente e dell’ambiente”.
Partendo dall’attenta analisi del verbale congiunto redatto dalla Polizia municipale e dall’Ufficio di Area 4, a seguito del sopralluogo in cui era stata “accertata la presenza di rifiuti abbandonati, con grave violazione dell’articolo 192, comma 3 del Decreto Legislativo n. 152/2006″, i commissari straordinari stavano valutando eventuali responsabilità in capo alla ditta stessa. Dopo l’ordinanza di rimozione immediata per la Muraca srl dei rifiuti accumulati e di garantire il loro smaltimento in impianti autorizzati, ora la commissione ha deliberato due atti di indirizzo cruciali: il primo richiede al responsabile dell’Area 4 di “esaminare il contratto e il capitolato d’appalto, per identificare possibili inadempienze da parte della ditta, al fine di adottare le misure appropriate a tutela dell’ente”. Il secondo, indirizzato al responsabile dell’Area 5, implica l’implementazione di “controlli regolari per monitorare il territorio e prevenire futuri abbandoni di rifiuti”.
Tutto questo avveniva circa cinque mesi fa, ma successivamente non si è più avuta notizia di interventi ufficiali da parte dei commissari.
In questa sede invece ci interessa approfondire anche altre vicende che sono legate alla gestione della raccolta dei rifiuti nel comune di Mileto, altro centro dove ha agito una commissione d’accesso antimafia, che tuttavia non ha dato il via allo scioglimento del Comune, a dire il vero non senza polemiche.
Il Comune di Mileto e l’impresa Muraca srl erano finiti nel mirino della Dda di Catanzaro, tra l’altro, per i favoritismi del sindaco Natino Giordano, che sarebbero stati offerti in particolare a due ditte: la MG di Mazzeo Giuseppe di Paravati e – appunto – la Muraca srl. Di seguito, un passaggio relativo alle indagini della Dda nell’ambito dell’inchiesta denominata Maestrale.
L’altra Ditta agevolata è la Muraca che si occupa di raccolta dei rifiuti. Della Muraca la DDA dice: “Le circostanze sopra evidenziate rendono chiaro che MURACA Giuseppe, sfruttando i collegamenti con la ‘ndrangheta di Lamezia Terme, si sia aggiudicato l’appalto nel Comune di Mileto, stipulando fin da subito un accordo con il Locale di Mileto, la quale a fronte di ingenti somme da destinare al mantenimento dei detenuti ed a specifiche e mirate assunzioni, non solo ha garantito la “protezione”, ma ha altresì consentito l’espansione affaristica anche al Comune di Briatico…“ (Pag. 1529 operazione Maestrale).
Anche in questo caso l’appalto milionario scaduto il 30 aprile è stato prorogato illegittimamente fino alla nuova gara senza che il Comune si accorgesse per tempo che il contratto stava scadendo e quindi senza che il Comune abbia ancora avviato nemmeno la nuova gara. Da ridere poi vedere un appalto che scade il 6 maggio e viene prorogato con determina n. 83 del 17 maggio…
LA SPAZZATURA E’ ROBA NOSTRA
Il controllo del territorio è sistematico, non c’è settore o attività in cui la locale non interviene. L’ordinanza Maestrale 2 ci parla dell’aggressione del responsabile della ditta Eurocoop srl che gestiva nel 2018 la raccolta dei rifiuti nel Comune di Mileto. ”Prima che arrivasse questo qua… Quando Turi ha dovuto picchiare a quello dell’Eurocoop […J Che qua… gli hanno dovuto incendiare il camion! […J.””. A causa della impossibilità per la Eurocoop di proseguire nella raccolta dei rifiuti, il Comune di Mileto l’ha sostituta con la ditta MURACA srl”.
Questo è il tono della conversazione tra Galati Michele, Polito Domenico e Nicolaci Vincenzo “assessore” che riferisce che fu lui a portare a Mileto la nuova ditta Muraca srl a cui con affidamento diretto fu data la gestione della raccolta dei rifiuti. Sempre secondo l’ordinanza della Dda di Catanzaro si evidenzia che fu lo stesso Nicolaci “assessore” “a portare le mazzette a PITITTO Salvatore, il NICOLACI è ancora più preciso, riferendo che era lui personalmente a portare i soldi a questi e gli stessi venivano consegnati in contanti a somme di 1.200 euro al mese […] No.., gli portavo io 1.200 euro al mese… Michele non insistere! Me li dava a me in contanti… 1. 200, solo Mileto aveva! All’epoca Pizzo non glieli faceva bonifici (…)”.
Vincenzo Nicolaci viene appellato “assessore” perché era stato assessore nella giunta Varone sciolta per mafia nel 2012. Nella stessa giunta erano presenti Domenico Colloca e Antonino Fogliaro. Tutti e tre raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare nell’operazione Maestrale. Antonino Fogliaro si trovava già in carcere per una condanna definitiva per traffico internazionale di droga. I fatti attribuiti a Nicolaci si riferiscono al 2018. Ma già nella relazione della Commissione di accesso agli atti, che ha portato nel 2012 allo scioglimento degli organi elettivi del Comune di Mileto per infiltrazioni mafiose, emerge che Vincenzo Nicolaci il 12 giugno 2016 è stato controllato dalle forze dell’ordine a Vibo Valentia in compagnia di Salvatore Mancuso (cl ’72), di Limbadi, alias “lo Zoppo” ( deceduto), fratello dei più noti boss Giuseppe (cl ’49), Diego, Francesco (Tabacco) e Pantaleone (“Ingegnere”) Mancuso.
Fin qui le notizie “ufficiali” dalle quali risulta in maniera evidente che ci troviamo davanti ad un’impresa abbastanza chiacchierata, per usare un eufemismo. Qualcuno potrebbe domandarsi legittimamente: ma se questa impresa è così “esposta”, come mai viene attaccata? Beh, la risposta non è difficile trovarla. Già ieri abbiamo avuto modo di rilevare come la Muraca srl sia stata in grado di accaparrarsi la gestione della raccolta dei rifiuti in ben 26 comuni calabresi. Molti nella provincia di Reggio, ma tanti anche tra Vibo e provincia, a partire da quella della città capoluogo e continuando con alcuni centri importanti come Mileto e Nicotera oltre a Tropea.
A qualcuno evidentemente non piace che la Muraca srl sia così “inserita” nel mondo degli appalti e probabilmente questo “qualcuno” deve essere interessato ad un settore strategico come quello dei rifiuti. Insomma, per semplificare, potremmo essere in presenza di una sorta di faida o di regolamento dei conti per frenare l’espansione della Muraca srl. Un ragionamento logico e lineare che sarà stato fatto – ne siamo certi – anche dagli “scienziati” della Dda di Catanzaro, che da qualche settimana è passata in mano a Salvatore Curcio nel quadro di una indecente “restaurazione” protesta a insabbiare tutto l’insabbiabile, a partire dagli attentati come quello di giovedì notte. Del resto, la “notizia” è già sparita dai radar dei media di regime e, di conseguenza, il ruolo degli investigatori lo facciamo noi, dal momento che a Catanzaro, per volere essere buoni, brancolano nel buio.









