Mentre la diplomazia sembra giocare le sue ultime carte – oggi il cancelliere tedesco Olaf Scholz avrà un colloquio telefonico con il presidente russo Vladimir Putin – l’escalation militare non si ferma. Il presidente russo di fatto al momento ha silurato il vertice con Joe Biden propiziato nelle scorse ore da Emmanuel Macron, bollandolo come «prematuro».
Si spara nel Donbass
Una granata ucraina avrebbe distrutto un valico di frontiera russo – questa l’accusa dei servizi di sicurezza di Mosca. L’autoproclamata repubblica filorussa di Donetsk denuncia oggi una vittima, un miliziano, e due feriti gravi nel Donbass, dove sarebbero avvenuti nuovi scambi di fuoco con l’esercito ucraino. In giornata le milizie separatiste dichiarano che un bombardamento di mortai compiuto da truppe ucraine della 54/a Brigata meccanizzata avrebbe colpito l’ospedale centrale e una centrale a Donetsk, secondo quanto riporta l’agenzia Interfax. Con «danni» al momento non precisati. Il bombardamento che ha colpito una centrale idrica avrebbe lasciato più di 21mila persone senz’acqua. Secondo le autorità locali è stato proclamato uno stato d’emergenza in tutto il territorio della Repubblica.
Leonid Pasechnik, leader dell’autoproclamata repubblica filorussa di Lugansk, nel frattempo ha firmato un decreto che sancisce la mobilitazione volontaria di tutti gli uomini con più di 55 anni, nell’ambito di una più generale mobilitazione fin dai 18 anni, mentre nel weekend è stata proclamata la legge marziale. Intanto gli Stati Uniti accusano la Russia di avere una lista di persone da uccidere o deportare in Ucraina e il Cremlino nega.
Il capo dell’unità di crisi della Farnesina rinnova l’invito a lasciare l’Ucraina
«Il messaggio per tutti gli italiani in Ucraina, già da una settimana, è di lasciate il paese con tutti i mezzi commerciali disponibili», ripete oggi Nicola Minasi, direttore dell’Unità di crisi alla Farnesina, ai microfoni di RaiNews24. «Per tutti coloro che programmavano viaggi in Ucraina posticiparli a una data futura. E per coloro che si trovassero ancora nel paese nell’impossibilità di partire, di registrare la propria posizione nel sito dovesiamonelmondo.it che ci permette di conoscere la posizione e anche avere un numero di emergenza». Il diplomatico stesso è tornato di recente proprio dall’Ucraina. «Abbiamo effettuato più di una missione nelle ultime settimane, abbiamo verificato la difficoltà anche per molti italiani di percepire realmente le difficoltà sul terreno. E quindi abbiamo mandato un messaggio di prepararsi mentalmente ad ogni eventualità. A maggior ragione di lasciare il paese e mantenersi in stretto contatto con noi e con l’ambasciata», prosegue Minasi. Che spiega: «Noi rispondiamo alle telefonate degli italiani nel paese. A quanti sono in Italia e hanno dei contatti in Ucraina. Ci manteniamo in contatto con l’ambasciata e continuamente in collaborazione con altre amministrazioni dello Stato, a partire dal ministero della Difesa, rivediamo i piani di emergenza, facciamo esercitazioni anche sulle comunicazioni e cerchiamo di essere pronti ad ogni scenario. Naturalmente sperando che non sia necessario».
La lista

Gli Usa hanno inviato una lettera all’Alta Commissaria all’Onu per i Diritti Umani Michelle Bachelet sostenendo che la Russia abbia una lista “nera” di personalità da uccidere o deportare in caso di invasione dell’Ucraina. L’agenzia di stampa Afp scrive che gli Usa sono profondamente preoccupati dalla potenziale “catastrofe per i diritti umani che si verificherebbe in caso di attacco all’Ucraina. Washington sostiene di avere informazioni affidabili che indicano che le forze russe stanno stilando liste di ucraini da assassinare o inviare in campi dopo un’occupazione militare. Il Cremlino però smentisce: il portavoce Dmitry Peskov ha sostenuto che si tratta di una «menzogna assoluta»