Unical, il “gattopardesco” epilogo del concorso da ricercatore annullato

Tanto clamore ha fatto nei mesi scorsi l’articolo su Repubblica sulla vicenda del concorso annullato dal TAR Calabria in seguito al ricorso della dott.ssa Silvia Fazzo contro il vincitore Christian Vassallo.
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/11/20/il-concorso-e-truccato-ma-lateneo-riammette-il-candidato-che-bara16.html
Il concorso era stato annullato poiché al vincitore era stato riconosciuto un punteggio su titoli inesistenti, tale da sovvertire l’esito del concorso. In qualunque Università con un minimo di decenza si sarebbe proceduto a riconteggiare in maniera onesta i punteggi, ma l’Unical è in prima linea nell’indecenza del mondo accademico italiano, come riconosciuto dalla dettagliata inchiesta di Repubblica.

Dunque, si è provveduto a far dimettere la prima Commissione, che avrebbe dovuto limitarsi a riconteggiare facendo vincere – com’era giusto – la dott.ssa Fazzo, e ci si è inventati una nuova Commissione, cercando di raccattare in giro per l’Italia qualcuno che se la sentisse di entrare in un organismo che doveva chiaramente forzare la mano. In seguito all’elevato numero di rifiuti di professori ordinari esterni, si è dovuto ricorrere ad un professore associato di Udine (prof. Lavecchia). Le notizie in televisione e sui giornali di numerosi arresti di docenti coinvolti in concorsi pilotati avevano inizialmente spaventato i commissari, che avevano dovuto utilizzare la carta di un (fantomatico?) malore del presidente della Commissione per poter prendere tempo. Il concorso non fu ripetuto con la nuova Commissione il 25 settembre e neanche il 14 novembre. Il 21 novembre il concorso fu effettivamente sostenuto, ma già dalla scelta dei criteri era ben evidente la volontà di non indietreggiare. Infatti, si è arrivati perfino a conteggiare in maniera diversa lo stesso titolo (posizione di assegnista di ricerca) sulla base di singolari scelte della commissione che non hanno precedente in alcun concorso nazionale.

Il prof. Zanatta, richiamato ad organizzare una nuova Commissione, era stato pesantemente attaccato da Repubblica, che lo definiva “titolare di Filosofia antica che può vantare, come racconta il libro “Processo all’università”, un’accusa di plagio sul “De Stoicorum repugnantiis” di Plutarco”. Nei giudizi dell’ennesima ripetizione del concorso rispedisce al mittente queste accuse, accusando a sua volta la dott.ssa Fazzo di aver ripetuto più volte nei suoi saggi gli stessi concetti, cioè di aver compiuto un auto-plagio. Con disprezzo il prof. Zanatta conclude il suo giudizio con questa espressione “… Insomma, si potrebbe dire con Quintiliano, “multa, non multum”, storpiando l’originale “non multa, sed multum” (Quintiliano, Instit., X, I, 59), che significa “non molte cose, ma molto bene”.

Lo sgrammaticato docente intendeva dire che la produzione scientifica della Fazzo sarebbe – a suo parere – quantitativamente cospicua, ma non eccellente nella qualità.
Invece, per il raccomandato Vassallo la commissione è magnanima ed addirittura riporta esplicitamente nel giudizio che gli si può perdonare di essersi inventato un titolo inesistente.

Il Vassallo aveva, infatti, dichiarato di essere stato cultore della materia in un dipartimento dell’Università Federico II di Napoli soppresso addirittura dal 2013. Insomma, la Commissione stabilisce che inventarsi un titolo di Rettore dell’Università di Puffolandia sia lecito, tanto al massimo se si scopre l’inganno il candidato Pinocchio non prende punti e tutto finisce a tarallucci e vino. Dunque, osate pure candidati!

La Commissione conclude i suoi lavori aggiustando la graduatoria, frapponendo un altro candidato tra Vassallo e Fazzo. Così, anche se la Fazzo dovesse rifare ricorso, nulla le varrebbe. Signori, la partita è chiusa: Vassallo manterrà il suo posto e la Fazzo ha perso tempo, soldi ed energie lottando contro i mulini a vento.

Analizziamo criticamente quanto successo. Repubblica si scaglia contro l’Ufficio Concorsi dell’Unical e contro il suo Rettore, il quale si è perfino rifiutato di rispondere a due delle quattro domande poste, per la mancata esclusione del candidato Vassallo, che aveva barato inventandosi titoli inesistenti. Tuttavia, ci permettiamo rispettosamente di dissentire poiché sarebbe stato il TAR Calabria a dover escludere il Vassallo. Il collegio di giudici non lo fece con motivazioni assurde, cioè che il Vassallo aveva rubacchiato solo pochi punti con le sue bugie, rifiutandosi di considerare quanto prescritto dalla legge, che senza alcun appello prevede l’esclusione del candidato menzognero, a prescindere addirittura dall’effettiva incidenza della dichiarazione mendace sugli esiti della valutazione comparativa.

Inoltre, i giudici avevano anche scritto la sentenza in maniera tale da permettere all’Unical di organizzare la farsesca ripetizione del concorso, ben sapendo che sarebbe finita così. Sarebbe bastato rendere esplicito l’obbligo per l’Unical di revisionare la graduatoria con i punteggi corretti e non sarebbe stata possibile alcuna manovra gattopardesca per mantenere lo status quo.
La ciliegina sulla torta è stata la decisione dei giudici di non attribuire alla dott.ssa Fazzo nemmeno quanto le spettava indiscutibilmente secondo la legge, ossia il pagamento delle spese legali. Gli stessi giudici, pur ammettendo l’abuso di ufficio della Commissione e, dunque, il danno economico e professionale arrecato alla Fazzo, decidevano di graziare l’Unical dal pagamento delle spese legali utilizzando l’espediente di dichiarare come nuove le materie trattate nel ricorso.

Non ci risulta che sia stata la prima volta nella storia d’Italia che si sia prodotta una dichiarazione falsa in un atto pubblico. Orbene, perché negarle il risarcimento danni? È molto semplice: per scoraggiarla nel proseguimento del ricorso non facendola rientrare delle spese legali. L’errore della dott.ssa Fazzo è stato quello di non impugnare la strana sentenza del TAR Calabria, confidando nella decenza dell’accademia calabrese, evidentemente deficitaria.Ma chi presiedeva quel collegio di giudici? Ovviamente non poteva che esserci il chiacchierato giudice Nicola Durante, marito di una dirigente del PD ed egli stesso ex dirigente della Regione Calabria, di cui Iacchite’ si è già occupato in più occasioni definendolo “giudice del TAR prestato alla politica, con la moglie, la signora Porcelli (è il suo cognome da signorina!), direttore generale, voluta da Oliverio, ma anche da Loiero e Scopelliti, per garantirsi impunità perpetua” http://www.iacchite.com/la-moglie-del-giudice-del-tar-dirigente-alla-regione-tutti-colpevoli-tutti-in-silenzio/

http://www.iacchite.com/regione-palla-palla-e-la-corruzione/

Ma il giudice Durante ha anche recentemente prestato soccorso in maniera clamorosa e sfrontata all’amico Crisci, rigettando il ricorso contro Luigi Spezzano, il geologo che aveva vinto un co.co.co nel dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione diretto dal prof. Guarasci (lo stesso del caso Fazzo-Vassallo).
https://www.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=A4WFI4LSDV3BJHWI6G5XQHFK24&q=
Come già descritto sulle pagine di Iacchite’, il geologo di fiducia di Crisci non ha ovviamente alcuna esperienza didattica in Lingue e Scienze dell’Educazione, dunque in una scala di punteggi da 0 a 15 avrebbe dovuto ovviamente ottenere 0. Invece, il giudice Durante ritiene legittimo attribuire 14 punti su 15 ad un candidato che non aveva alcuna esperienza didattica, con la scusa che comunque si tratta di un punteggio inferiore al massimo, senza tenere in alcun conto che tali 14 punti, inspiegabilmente riconosciuti, siano stati decisivi a favore del dott. Spezzano. È come se si assolvesse un ladro che avesse rubato quasi tutto in un appartamento, ma appunto non tutto.
Il giudice Durante c’è o ci fa? Ognuno è libero di farsi le sue idee, noi ci limitiamo a riportare i fatti.

Per sfuggire dalla morsa di Crisci-Macrì-Elmo dal lato Unical e da quella del potente giudice Durante dal lato TAR, bisognerebbe rivolgersi alla Procura della Repubblica, ma Spagnuolo e Tridico sono stati capaci perfino di insabbiare l’inchiesta 110 e lode sulle lauree comprate all’Unical. I motivi reali li abbiamo già scritti in parecchie occasioni. Il procuratore ancora collabora con l’Unical e negli anni ha incassato fior di quattrini grazie al professore Guarasci e la compagna di Tridico è stata assunta come collaboratrice informatica…
In questo momento, Crisci gongola per la fregatura combinata alla dott.ssa Fazzo e per la grazia al suo geologo da parte del giudice Durante ma per la credibilità dell’Unical e per la sua dignità è davvero notte fonda.