di Ilaria Cucchi, senatrice della Repubblica
Voglio che il Presidente Ignazio La Russa incontri quegli agenti di Polizia che hanno evocato, irridendolo, il mio cognome mentre venivano filmati nel compiere ogni umana nefandezza su quei poveri corpi inermi e privi di sensi. Voglio che, magari in delegazione ufficiale insieme al Ministro Salvini e la Premier Meloni, dicano loro, guardandoli negli occhi, che si augurano che vengano dichiarati innocenti e che comunque aboliranno il reato di Tortura, per loro e per l’onore della Polizia di Stato.
Non c’è più limite ad ogni decenza. La propaganda violenta di parole che annichiliscono la dignità delle persone che non sono in grado di difendersi è oramai priva di alcun limite di pudore e buon senso. Sono indignata. Profondamente indignata. Stefano viene evocato da questi Poliziotti come simbolo di un qualcosa che conta meno di nulla. Non uso parolacce perché non mi appartengono. Loro sicuramente le avranno usate. Hanno irriso la morte di mio fratello dopo aver reso esanime il povero malcapitato di turno vittima delle loro violenze.
In un Paese normale qualcuno si sentirebbe in dovere di esprimere solidarietà a me ed ai superstiti della mia famiglia ma non è così. Questo non è più un Paese normale.
I fatti di Verona ricordano molto quelli accaduti alla caserma dei carabinieri di Piacenza qualche anno fa.
Siamo sicuri che tutto questo non richieda in modo perentorio una profonda analisi critica sul come tutto ciò sia potuto accadere?
È tollerabile il fatto che il nome di mio fratello, morto ammazzato, diventi la bandiera per i comportamenti criminali e spietati di questi Agenti di Polizia? Io vorrei tanto che il mio Presidente del Senato chiedesse loro conto di simili comportamenti invece di preoccuparsi di abolire una legge, l’unica, che ne consentirebbe la punizione.
Magari penserà che il popolo dimentica, che non gli interessa nulla mentre difendere quegli Agenti, comunque e sempre, si tradurrà in un vantaggio elettorale certo.
Mi rifiuto di piegarmi a queste logiche.
E poi mi rifiuto di credere che davvero l’evocare, irridendola, l’uccisione di Stefano Cucchi mentre si compiono atti di Tortura possa trovare il consenso popolare laddove queste azioni vengano difese. Sono senatrice della Repubblica perchè tanta gente mi ha votata per quel che rappresento e per le battaglie che ho condotto e per questo non mi sento sola.
Ma solo per questo. Va bene così.