Vibo e Tropea. Signor nuovo Prefetto, le sembra che ci siano le condizioni per elezioni libere e democratiche?

Nicola Gratteri se n’è ghiuto a Napoli e non ha mai risposto alla nostra domanda con cui concludevamo una serie di articoli su Vibo Valentia e il Vibonese. Il/la Prefetto/a Roberta Lulli (insieme al suo compagno Quagliariello…) se n’è ghiuta ancora prima e anche lei non ci ha mai risposto alla stessa domanda. In questi articoli chiedevamo semplicemente se a Vibo Valentia ci fossero le condizioni per votare nella prossima primavera. Non staremo qui a ripetere tutti gli argomenti del nostro ragionamento. Potete trovare tutti gli articoli nel nostro archivio o su google. Vi riproponiamo soltanto il link dell’articolo principale, anche se abbiamo trattato pure il mondo della sanità e della massoneria.

https://www.iacchite.blog/vibo-le-elezioni-2024-sono-gia-controllate-dalla-massomafia-che-dicono-gratteri-e-il-nuovo-prefetto/#google_vignette

Ritorniamo sull’ argomento perché in questi giorni sono usciti i dati del Ministero degli Interni con i comuni sciolti per mafia nell’ultimo anno da ottobre 2022. In totale abbiamo avuto 25 comuni sciolti in tutta Italia, 8 in Calabria, 6 in Sicilia, 5 in Campania, 4  Puglia e 2 nel Lazio. Siamo i primi in Italia e nel Vibonese ci sono stati due recentissimi decreti di scioglimento a Soriano Calabro e ad Acquaro e due invii della Commissione d’accesso antimafia a Nicotera e a Stefanaconi, dove è molto probabile che arriverà presto il decreto di scioglimento. Comuni chiacchierati come quelli di Vibo Valentia, Tropea, Mileto, Filandari per il momento si sono salvati.

Alcune malelingue  hanno  malignato della vicinanza politica  di Quagliariello, compagno della Prefetta Roberta Lulli, con queste realtà amministrative e con il famigerato Mangialavori alias Peppe ‘ndrina, padre putativo di tutte queste amministrazioni, nessuna esclusa. Sicuramente sono malignità gratuite che riportiamo solo per dovere di cronaca…

Riproponiamo l’argomento perché con l’arrivo del nuovo Prefetto Paolo Giovanni Grieco sembra arrivata una nuova aerea. In pochi mesi ha già disposto l’accesso agli atti del Comune di Stefanaconi e poi da poche settimane l’accesso agli atti del Comune di Nicotera che ha provocato le dimissioni immediate del sindaco Marasco e un’ondata di lettere di consenso da parte dei cittadini dii Nicotera. E poi ha dichiarato che altri comuni sono sotto esame. Chissà quante persone hanno perso il sonno e attendono in trepida attesa.

In questi giorni abbiamo riproposto la situazione scandalosa di Tropea, dove nel silenzio generale delle istituzioni un consigliere comunale di opposizione viene minacciato da due “bravi” scagnozzi recatisi a casa del fratello con fare minaccioso, solo per avere pubblicato una delibera comunale di affidamento diretto di lavori di manutenzione alla loro ditta per l’importo di 15 mila euro. Su questo episodio continua il silenzio del sindaco, della politica e di quasi tutta la stampa. Mentre si è costruito un grande circo mediatico e di solidarietà verso la sindaca di San Giovanni in Fiore per un paio di (presunti) pugni sul cofano della sua auto da parte di cittadini esasperati per aver perso il reddito dii cittadinanza. Umanità zero da parte della sindaca che per giorni e giorni si è rifiutata di accogliere queste persone, lasciate sole con il loro dramma. Per non dimenticare poi dell’incendio alla Villa Occhiuto di Belvedere, promosso come  attentato dal Corriere della Sera, della cui indagine non si è saputo più nulla. Ma la denuncia il presidente Occhiuto l’ha fatta? E che fine ha fatto? Oppure per senso di pudore ha evitato?

Oggi vorremmo riproporre la parte centrale della nostra indagine su Vibo Valentia. Tutti i partiti e gli schieramenti stanno scaldando i motori in vista del 2024. Forse è troppo tardi, ma noi vogliamo attirare l’attenzione sulla città di Vibo Valentia del nuovo Prefetto Paolo Giovanni Grieco e chiediamo anche a lui. A VIBO VALENTIA CI SONO LE CONDIZIONI PER ELEZIONI LIBERE E DEMOCRATICHE?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo partire dall’inizio della consiliatura con a sindaco Maria Limardo.

MARIA LIMARDO VIENE ELETTA SINDACO IL 28 MAGGIO 2019 CON OLTRE 11 MILA VOTI, PARI AL 59,54 %. La sua consiliatura viaggia pari pari con l’operazione Rinascita Scott. A fine 2019, dopo pochi mesi dall’operazione Rinascita Scott, esplode la vicenda di Giuseppe Muratore.

Muratore viene eletto consigliere comunale con Forza Italia, in appoggio alla candidata Maria Limardo. Viene successivamente eletto Presidente del Consiglio comunale, da cui si  dimette il 30 dicembre 2019 proprio per via dell’inchiesta “Rinascita Scott”.  «Non me la sento più di andare avanti. Quello che emerge dall’ultima inchiesta – ha dichiarato pubblicamente Muratore – è un quadro allarmante che riguarda anche il nostro Comune». Muratore si dimette da Presidente del Consiglio comunale e anche dall’incarico di semplice consigliere comunale.

Il centrodestra elegge al suo posto Rino Putrino, sempre di Forza Italia, il cui nome spunta nell’indagine Rinascita Scott, non indagato, in una intercettazione di una telefonata del 2014, quindi antecedente, con Mario Lo Riggio, indagato, e considerato dalla Dda uno dei soci occulti insieme al boss Saverio Razionale della società “Italiantrade che si era aggiudicata in un primo tempo all’asta il 501 Hotel. Operazione non andata in porto  per il mancato versamento della restante quota. A lui si rivolgeva Rino Putrino nel 2014 proprio per ottenere il pagamento per degli eventi da organizzare nella struttura alberghiera.

L’agitazione e il malessere nascevano da una serie di episodi più o meno gravi che coinvolgevano dei consiglieri a suo tempo  appena eletti. Nell’indagine Rinascita Scott finì agli arresti domiciliari Alfredo Lo Biancofratello di Orazio Lo Bianco e consigliere comunale del Pd, già consigliere (di maggioranza) nel precedente consiglio  comunale con Elio Costa sindacoAlfredo Lo Bianco  è imputato per il reato di scambio elettorale politico-mafioso con il fratello Orazio in occasione delle consultazioni elettorali tenutesi il 31 maggio 2015 quando vinse Elio CostaAlfredo Lo Bianco, candidato a consigliere comunale nel 2019 con il Pd  rinuncia al reintegro nel consiglio  comunale a luglio 2020 essendo indagato nell’ inchiesta Rinascita Scott. Per lui il Pm ha chiesto 5 anni di reclusione.  In più invita la sindaca Maria Limardo a dimettersi e lancia pesanti accuse contro alcuni consiglieri senza farne  i nomi.

Le storie di due consiglieri – Leoluca Curello e Giuseppe Cutrullà -, non indagati, si intrecciano nel pubblico e nel privato. Entrambi eletti in precedenza nelle liste del centrosinistra, passano entrambi nello schieramento di centrodestra a sostegno della Limardo. Leoluca Curello nell’ottobre del 1993 è rimasto coinvolto nell’operazione della Procura di Vibo Valentia denominata “Malebolge” e successivamente prosciolto. Mentre Giuseppe Cutrullà, compagno della figlia di Leoluca Curello, è stato intercettato  in una telefonata nel 2014 con Benito La Bella, imputato nell’operazione “Rimpiazzo” con l’accusa di associazione mafiosa (clan dei Piscopisani). In più ha fatto parte come “collaboratore esperto” – della Struttura speciale che assisteva Vito Pitaro ai tempi della sua consiliatura regionale.

L’assessore all’ambiente Vincenzo Bruni (non indagato) è cognato di Paolo Lopreiato di Sant’Onofrio, detto “Bambolo”, indagato nell’inchiesta “Rinascita Scott” per associazione mafiosa. Vincenzo Bruni è figlio dell’ex presidente della Provincia di Vibo Valentia Gaetano Ottavio Bruni (non indagato), allora con il centrosinistra, su cui Andrea Mantella, collaboratore di giustizia, ha affermato di averlo personalmente incontrato. “Quanto agli amministratori pubblici coinvolti negli illeciti relativi alla realizzazione della Tangenziale Est – ha dichiarato Mantella – posso riferire di essere andato personalmente a parlarne con Bruni Ottavio, ossia il presidente della Provincia di Vibo Valentia, anche se non ricordo se a quel tempo già rivestisse questo incarico”. 

La vicenda di Domenico Console attraversa sia la consiliatura Limardo che quella del sindaco precedente Elio Costa (2015/2019) eletto sempre per il centrodestra con 10 mila voti, pari al 50,80%.  

Domenico Console (non indagato) nell’attuale consiglio comunale è capogruppo della lista “Con Vibo per Vibo”. Finisce nell’operazione Rinascita Scott pur non essendo indagato. A partire dal mese di dicembre dell’anno 2016 fino al mese di agosto 2017 – scrive  la Dda – sono state intercettate delle conversazioni telefoniche tra Antonio Vacatello, capo della ndrina di Vibo Marina, e Domenico Consoleassessore al Comune di Vibo Valentia con delega al Commercio, Attività produttive e Sport, dal 24.06.2015 fino al 28.07.2017. Dalle conversazioni si è appreso come Antonio Vacatello mantiene i contatti con Console in merito a vari festeggiamenti, sagre, sfilate del carnevale che si sono tenuti a Vibo e a Vibo Marina. 

Anche in questa consiliatura è presente Pietro Comito (non indagato). Capogruppo della lista “Concretezza”. Sul suo conto Raffaele Moscato, il collaboratore di giustizia, ha dichiarato: I politici vicini ai Piscopisani sono Comito, credo si chiami Pietro che non conosco, e soprattutto Pietro Giamborino che io conosco ed è di Piscopio”.

Padri nobili, si fa per dire, di questa giunta sono stati il solito Giuseppe Mangialavori e Vito Pitaro, ex consigliere regionale. I due nominativi, pur non essendo mai indagati, compaiono decine di volte in molte inchieste della Dda di Catanzaro e di Nicola Gratteri. Chissà se questo è uno dei limiti riconosciuti da Gratteri nella sua autocritica di qualche giorno fa, quando ha affermato che si poteva fare molto di più. I loro nominativi compaiono in intercettazioni, penalmente non rilevanti ma di certo imbarazzanti e non di poco. Contatti alla ricerca di voti elettorali, promesse di assunzioni, richieste di interventi poco trasparenti. Insomma il peggio della politica.

Poi ad un certo punto Vito Pitaro passa all’opposizione ed inizia a martellare il quartier generale con richiesta di maggior potere e visibilità. Nessuno chiede lo scioglimento del Consiglio, nemmeno dall’opposizione, perché qualche mese in più di gettoni di presenza non dispiace a nessuno. D’altronde di nominativi di “big” dell’opposizione ne sono piene le ordinanze della Dda di Catanzaro. A partire dal Dott. Michele Soriano, per continuare con il Dott Michelangelo Miceli: entrambi dopo una brillante carriera in consiglio comunale adesso hanno passato il testimone ai propri figli. Per continuare ancora con Pietro Giamborino, assessore comunale più volte e anche assessore della Giunta Provinciale di Enzo Romeo che il Pd propone come candidato a sindaco. Non possiamo non citare il suo probabile rivale Tonino Daffinà, massone deviato, uomo per tutte le stagioni, da Sammarco alla Limardo, passando per Occhiuto. Brunello Censore, caduto in bassa fortuna, non lo nominiamo neanche così soffre un po’… Il rinnovamento galoppa a Vibo Valentia…

Concludiamo l’articolo con un episodio significativo dello stato di libertà democratica esistente oggi a Vibo Valentia.

Nell’ indagine Maestrale-Carthago 1 c’è una intercettazione di una conversazione tra Cesare Pasqua (altro uomo potente a Vibo Valentia, per lui destra o sinistra uguali sono) e Colloca. Durante la conversazione l’ex dirigente Asp sonda il terreno per capire quanto Colloca possa influenzare i voti (“Che forza hai?”) ricevendo per risposta il numero di 1.500 e per rendere più convincente il dato l’imprenditore aggiunge: “…l’anno scorso… negli ultimi 10 anni il sindaco l’ho preso io per mano e quello che ho portato io è diventato sindaco… Peppe Mangialavori (non indagato, ndr)… e gli potete pure domandare quando si è candidato la prima volta alla Regione… è venuto a trovarmi… me l’hanno presentato che io non sapevo nemmeno come si chiamava…).  In un’altra intercettazione un giovane ndranghetista  di  Vibo viene intercettato mentre afferma alla sua ragazza. “Duecento voti e si sale..”. Siamo a fine 2014 e doveva presentarsi lui alle elezioni comunali. Poi, però, fu scelto un altro che, all’esito dello scrutinio, risultò eletto.

Tante  altre simili conversazioni abbiamo ascoltato nelle varie indagini.

Ecco perché noi continuiamo a credere che a VIBO VALENTIA, per non parlare di Tropea, non ci sono le condizioni per libere e democratiche elezioni.

La domanda la rivolgiamo anche al nuovo prefetto Paolo Giovanni Grieco. Ma a Vibo il voto amministrativo sarà libero? Ci sono le condizioni per un confronto democratico e non condizionato dalle ‘ndrine vibonesi della massomafia? Non le sembra che ci sia ANCORA IL TEMPO PER ORDINARE L’ACCESSO AGLI ATTI E POI CHI VIVRA’ VEDRA?