di Rocco Tripodi
“Gesù, Gesù, Gesù! Le guardie vanno a spasso con l’Alfa bianca e blu”
Un’ Amministrazione così moderna, dinamica, trasgressiva che rifiuta schemi e convenzioni, rapida quando mollano alleati e quando li riprendono, quando ribaltano situazioni e quando le rattoppano, una così fatta Amministrazione ti riporta ad un secolo fa, quando per i FUTURISTI, movimento politico, culturale e artistico, la VELOCITÀ era fondamentale elemento d’ispirazione e l’AUTOMOBILE ne era il simbolo. Ed io di un’automobile voglio parlarvi: bianca e blu, veloce e bella – se avessi un LAPISI marca FABBERRIO dipingerei le sue beltà (attribuita a Filippo Stirparo)-. Sì, addirittura un SUV: un’ Alfa Tonale per la Municipale. E mi viene in aiuto Giorgio Gaber: “Vengo a TINGERTI stasera con un’Alfa bianca e blu, l’automobile sportiva con un tono di gioventù. Con la sirena corro lesto come i pompieri di Viggiu’, han pensionato la Lambretta e così corro di più. Certo più bella era l’Alfetta ma quest’Alfa come dici tu, non serve a fare da staffetta ma a sanzionar le strisce blu. Corre come una zannetta ma mi ritrovo a testa in giù, se avessi avuto la Lambretta or non sarei sull’ autogrù”.
Il solito acido, prevenuto, disfattista? Beh, neanche tanto. Sgangherati, ciuf-ciuf, ma anche sfigati i nostri amministratori. Mi spiego. Nella stessa giornata del mio avvistamento dell’Alfa, leggo che Antonio Nicolosi, Segretario di ARMA, sindacato dei carabinieri, denuncia l’Alfa Romeo dalla quale hanno acquistato 400 Suv Tonale, risultati “pericolosi, con scarsa tenuta di strada…inadeguati per stabilità e manovrabilità”. Le Amministrazioni, tutte, si sa, acquistano con gara forniture che devono rispettare precise caratteristiche. Certo che se le prescrizioni, in particolare nel nostro caso, fossero state solo quelle che la vettura avesse un nome che inizia con A e finisce con E, e che nel marchio contenesse un Biscione, un’occhiatina sulla regolarità di questa aggiudicazione io la darei. L’ALFA viene utilizzata con morigeratezza, quasi se ne abbia imbarazzo ad esporla e sempre da una coppia di giovani agenti. Segnatevi bene questa parola: AGENTI; una mia amica alla quale per un’informazione le era stato detto di rivolgersi ad una GUARDIA, avendola trovata, le si è rivolta senza alcuna malevolenza con un: “scusi, Guardia,…”. Ha rischiato di essere trasportata nel supercarcere di Viterbo.
Nel 1972, come turista assieme alla mia zita e alla mamma che sarebbe poi diventata mia suocera, sono stato a Trieste. Siamo rimasti ammirati dalle non poche meraviglie di questa città, ma di una, in particolare: i vigili (allora non era reato chiamarli guardie) facevano servizio sulle strade tutti a bordo di un Vespino 50, quando a Vibo le guardie municipali scorrazzavano con potenti Gilera andando a bucare il pallone ai ragazzini che giocavano per strada e a marterizzare le tante povere donne che nel centro storico, non avendo acqua corrente in casa, utilizzavano le fontane pubbliche per lavare i panni, mordiefuggi.
I Triestini, a loro volta, erano attratti – o magari cercavano di fare i ganzi -, dalla targa della mitica FIAT 850 e chiedevano continuamente a mia suocera: “Cosa significa CZ…Signora?”. Lei giovane donna, bella e dallo spirito libero e ancor più libero temperamento, illuminata e sagace, con composta anarchica impudenza, elegantemente rispondeva: “Significa CAZZO…Signore!”. E serafica si allontanava lasciandoli lì incugnati finché la Bora non li portava via.
Tornando alla scelta del Comune di comprare un Suv, che certo non lo porti via con niente, al di là dell’attendibilità delle allarmanti denunce DELL’ARMA, sarebbe interessante capire quali esigenze viarie cittadine possano aver condizionato una scelta così caratterizzata e certamente onerosa per le casse pidocchiose del nostro Comune.
Comunque “sempre allegri bisogna stare ché il nostro piangere fa male al re, fa male al ricco e al cardinale, ci restan tristi se noi piangiam…”, e quindi, gioiosamente ricordo, negli anni ’90, quando una generazione – mio figlio in testa – di fedeli, mistici, osservanti del gruppo dei NIRVANA e del suo venerato leader, tragicamente morto, ma non per tutti, senza lasciare eredi, credibile come riferimento generazionale e come musicista, quando, dicevo, si misuravano anche con della sana “coglionella”, cantando attorno a un falò, su un giro sfruttatissimo di Rock and roll: PRIMA AVIA NA LAPA, POI NU MOTORINU E POI NU KAWASAKI, COMU VACI, COMU ‘MPINNA SU STI STRATI…TURI TURI ZAPPATURI, LELI LELI FUNTANERI…
Ora oso io una proposta: c’è un creativo tra i tanti incravattati e spillettati dalle mamme, che siedono in Consiglio, che osi proporre di sostituire con questa canzonetta che non disturba nessuno, l’angosciante, stridula sirena della Tonale bianca e blu? Se c’è, si faccia avanti.