Vibo. I guai giudiziari del potentissimo Betrò e il suo rapporto “speciale” con i poteri forti, Maduli e LaC

Giuseppe Betrò

Domani, il quotidiano di Carlo De Benedetti, ha pubblicato un interessante articolo di Youssef Hassan Holgado che parla diffusamente di un potentissimo commercialista calabrese, tale Giuseppe Betrò detto Pino, famoso tra l’altro per essere uno storico “collaboratore” – per usare un eufemismo – di Domenico Maduli, detto il nano di Limbadi, faccendiere-editore della presunta corazzata dell’informazione calabrese, LaC.

Sempre ieri – non sappiamo se sia solo un caso… – abbiamo ricevuto una lettera (firmata) nella quale si spiega anche meglio la sua “funzione” al servizio di Maduli e di tutti i suoi fratelli. Ma procediamo con ordine e partiamo dall’articolo di Domani.

I guai giudiziari di Betrò

di Youssef Hassan Holgado 

Fonte: Domani

Pino Betrò di Pizzo Calabro è uno dei più influenti e famosi commercialisti della Calabria e non solo. Da qualche settimana il nome Betrò è arrivato sulle pagine dei giornali perché il figlio è l’editore di Dillinger, la creatura editoriale di Fabrizio Corona che negli ultimi mesi ha sollevato il caso del scommesse sportive su siti illegali da parte di alcuni calciatori della nazionale italiana.

Domani aveva già raccontato delle amicizie di Pino Betrò con l’ex capo dei servizi segreti Nicolò Pollari e ora sulla sua strada arriva anche qualche inciampo giudiziario. Betrò è infatti indagato in due diversi procedimenti giudiziari, per concorso nel reato di bancarotta fraudolenta aggravata dalla rilevante entità. Le due inchieste, condotte dalla procura della Repubblica di Vibo Valentia, riguardano i fallimenti di due società nei quali sarebbe coinvolto Betrò.

LE INCHIESTE

La prima indagine si è conclusa lo scorso 14 luglio con il rinvio a giudizio di Betrò e di altre 21 persone disposto dal gip Barbara Borelli. L’inchiesta riguarda il fallimento nel 2011 della società My Wave electronics spa e il commercialista calabrese è indagato in qualità di titolare dello studio omonimo di consulenza che gestiva pro tempore la contabilità della società. Secondo gli inquirenti, Betrò e gli altri sono indagati in quanto “predisponevano ciascuno per la propria sfera di competenza e in relazione al ruolo rivestito, in concorso tra loro, e con un unico scopo: false fatture contabili”, si legge nelle carte. Alcuni degli indagati, tra cui Giuseppe Betrò, avrebbero determinato “una situazione debitoria consolidatasi nel tempo che contribuiva in misura preponderante all’insorgenza dello stato di insolvenza che poi causava il fallimento della società”. Sarebbero stati manomessi i dati contabili degli anni 2007, 2008 e 2009.

Una vicenda simile vede coinvolto il commercialista in una seconda inchiesta dove risulta indagato per gli stessi reati. Questa volta l’azienda si chiama Pianeta casa srl, dichiarata fallita nel 2016 e Betrò è indagato insieme ad altri in quanto all’epoca dei fatti era il presidente del Collegio sindacale della Bcc-Banca di Credito cooperativo di Maierato. Gli indagati “ponevano in essere diverse operazioni dolose che cagionavano e comunque aggravavano il dissesto della società… Nella specie, l’istituto di credito concedeva fidi temporanei per complessivi 110 mila euro…”. Questo, si legge nelle carte, nonostante l’evidente stato di insolvenza e di dissesto in cui versava Pianeta casa srl.

Eppure, in provincia di Vibo Valentia, nella città di Pizzo, lo studio Betrò è stato un punto di riferimento per l’economia locale. Il suo nome è noto tra gli abitanti anche per via delle due onorificenze come commendatore della Repubblica ricevute tra il 1997 e il 1998. Tra le conoscenze importanti di Betrò c’è anche quella con Nicolò Pollari, ex capo del Sismi, con cui ha “cooperato alla pubblicazione” di tre testi accademici sul diritto tributario.

Oggi il nome dei Betrò è noto anche nel panorama editoriale. Il figlio del noto commercialista coinvolto nelle indagini Andrea Betrò è socio della Montercarloadv, insieme a Pubbliemme, la società di Domenico Maduli, editore dell’emittente calabrese LaC. Betrò junior ha seguito le orme del padre intraprendendo la stessa carriera lavorativa e lo scorso luglio ha deciso di fondare Dillinger News, l’azienda editoriale che pubblica notizie di gossip su vip e calciatori. Per farlo, si è avvalso di un uomo di punta del settore, l’ex re dei paparazzi Fabrizio Corona…

LA LETTERA: BETRO’, I POTERI FORTI DEL VATICANO, MADULI E LAC 

Ed eccoci alla lettera, il cui oggetto riguarda il rapporto speciale della famiglia Betrò con Domenico Maduli ma soprattutto con i poteri forti. 

Buonasera Sig. Carchidi, leggo con immenso piacere tutto quanto scrivete sulla Pubbliemme e Maduli: ma vi siete dati una spiegazione? Perché nonostante tutto e tutti questo personaggio non viene mai toccato? Perché continua a fare soldi fregandosene di tutto e tutti?

Il potente non è lui, lui e le sue società sono solo una enorme lavatrice che attraverso le pubblicità riciclano e spostano un enorme fiume di denaro sporco proveniente dalle casse senza fondo di tutte le ‘ndrine presenti sia sul territorio vibonese che su tutto il territorio nazionale.

Non a caso per anni la sede legale del vecchio gruppo “Pubbliemme” era a Roma presso la stessa sede della “Betró e Patners” ovvero Betró Giuseppe detto Pino di Pizzo Calabro, conosciutissimo commercialista nonché potentissimo e ambiguo personaggio. Cognato dei fratelli Stillitani, uno dei quali assessore regionale con Scopelliti, vicinissimo ai servizi segreti grazie ai suoi legami nonché interessi economici con l’ex capo del Sismi Nicolò Pollari e l’ex generale della Guardia di Finanza Cretella non a caso per anni ha goduto dell’immunità da parte della stessa Finanza di Vibo Valentia dove può contare su occhi e orecchie che puntualmente gli hanno coperto le spalle (avvisato in tempo di alcune indagini in corso sul conto della “Pubbliemme” lo stesso provvedeva a spostare la sede legale della stessa da Roma a Milano e successivamente al cambio della denominazione sociale in “Diemmecom”) e lui naturalmente sfruttando le sue amicizie e il suo potere ha elargito favori a questi cosiddetti militi suoi fedelissimi.

Betró Giuseppe è legato a doppio filo all’organizzazione denominata “Opus Dei” ovvero la diabolica Massoneria Vaticana di cui fa anche parte e che annovera fra le sue fila di adepti il gotha della Finanza, della politica, della magistratura e delle stesse forze di polizia ed in particolare la Guardia di Finanza.

Venendo al dunque? “Pubbliemme” raccatta il danaro sporco e Betró attraverso l’Opus Dei e i suoi associati fa si che questo fiume infinito di denaro sporco finisca nelle casse della Banca Vaticana arricchendo tutti colletti bianchi, politici e ‘ndranghetisti. Poi ci si meraviglia di come un assegno bancario di Saverio Razionale di San Gregorio d’Ippona sia stato ritrovato nelle casse dello IOR acronimo di Banca Vaticana… Forse il caritatevole Saverio aveva fatto un’offerta in chiesa e il parroco l’ha poi versata in Banca Vaticana? Mi viene da ridere. Avete capito da dove deriva l’intoccabilità del nano malefico Maduli? Il suo potere non deriva da lui ma da quello che fa e per chi lo fa. Lo stesso Gratteri si è dovuto inchinare e addirittura con le sue scelte televisive ha rafforzato agli occhi di tutti il potere stesso di Maduli e dei personaggi che lo gestiscono. Non aggiungo altro e fatene buon uso. Vi chiedo con gentilezza di non contattarmi in alcun modo.

Lettera firmata