Vibo. I “Rolling Stones” (!) in Via del Gesù

di Rocco Tripodi

Nel 2024, a Vibo, si fanno strade che durano quanto la permanenza di un Vito Pitaro all’interno di uno schieramento politico.

Via del Gesù appena tre giorni. Solo quando LE PIETRE ROTOLANTI (ROLLING STONES) da via del Gesù sono arrivate in municipio e bussato rumorosamente alla porta del sindaco Aggarbatuni, solo allora, appunto, il Primo cittadino ha realizzato che in quella via forse c’era qualche problemino e dispone, fuori tempo massimo, un sopralluogo tecnico.

Da qui lo sdegno di tecnici e politici che annunciano la chiusura della strada fin quando la ditta, a sue spese, non avrà ricantierizzato la strada e rifatto la pavimentazione a regola d’arte. C’è però da valutare se l’iniziativa di aprire la strada al passaggio delle auto, prima che trascorresse il tempo necessario per la stabilizzazione delle pietre, sia stata, come io credo, della stessa Amministrazione, conseguentemente anche la responsabilità, pure in considerazione che sicuramente alcun collaudo sia mai stato fatto a fine lavori. Sì era verificato, dunque, quello che tanti Cittadini ‘sciocchi’ avevano previsto e che gli Esperti ‘ganzi’, invece, non hanno saputo prevenire…Cittadini portasfiga o Esperti portadanni? È giusto che siano i Vibonesi a valutarlo.

Ma giusto è anche chiedersi se tutti loro (gli Esperti) hanno taciuto e approvato per interessi personali, per superficialità, per assuefazione al fancazzismo, per certezza di impunità? Forse. Ma sicuramente per un sempre più SBRACANTE MEZZECALZETTISMO imperante tra gli addetti ai lavori, politici in primis. Buon senso vorrebbe che ogni qualvolta si interviene su siti o manufatti storici, si tenda a recuperare l’esistente e non si distruggano e si disperdano opere e materiali inimitabili che invece dovrebbero essere sottoposti a restauro conservativo. San pietrini, cordoli, basole che improvvidamente sono stati SBANCATI e fatti scomparire, per i quali nessuno indaga. Come in via del Gesù dove, al posto della vecchia pavimentazione, che era stata perfettamente posta con la tecnica dell’Opus Incertum, sono state riposizionate le basole, solo una parte, tuffandole (‘ndo coglie coglie), in una spianata di cemento. Posso credere che nessuno tra progettisti, esecutori e responsabili dei cantieri a vario titolo, conoscesse la corretta applicazione di questa tecnica, che impone due sole regole?: Le basole, poiché irregolari, vanno affiancate con lo schema di un mosaico, con le facce, per quanto possibile, combacianti, e con le fughe ridottissime; oltre che con l’impasto adeguato. Queste informazioni si trovano anche sul Manuale delle Giovani marmotte. È poi così difficile trovarle? Non è stato mica chiesto loro di cercare la Pietra Filosofale. Considerate anche una mia “modesta proposta per prevenire (cit.)”.

Copiate l’opus incertum che trovate in piazza del Lavoro. Pavimentazione perfetta che c’è ancora grazie al provvidenziale intervento di alcuni cittadini che sono riusciti a bloccare in tempo le ruspe. La domanda è sempre la stessa: CHI CONTROLLA IL CONTROLLORE? Ricordate, nel sempre attuale film “Ecce bombo”, il dialogo tra Michele e Flaminia? Lo ripropongo immaginando l’assessore Monteleone nelle vesti di Michele e il responsabile (RUP) nelle vesti di Flaminia:

Michele: “Che fai di lavoro [sul cantiere]?”

Flaminia: “Be’, mi interesso di molte cose. Cinema, teatro, fotografia, musica, leggo…”.

Michele: “Si, ma concretamente [nel cantiere] cosa fai?”

Flaminia: “Giro, vedo gente, mi muovo, conosco…, faccio delle cose…”.

Non si chiede che chi controlla sia un campiere con coppola armato di lupara, ma un professionista onesto, capace e diligente.

E poi… Alle imprese che partecipano alle gare viene richiesta una specifica competenza certificata? Se sì, per tutti i cantieri in città dove si sta pavimentando, dovrebbero esserci queste attestazioni. Se non richieste, a maggior ragione, occorrerebbe una più stretta vigilanza da parte degli uffici e dei responsabili del settore, politici in testa. Fanno le gare di appalto e tra i due soggetti partecipanti, appaltatori e appaltanti, ci sono solo, nella migliore delle ipotesi, dei BROCCHI purosangue.

Sta di fatto che stiamo pagando appalti milionari non per migliorare la città, ma, al contrario, stiamo sacrificando parte della storia della nostra città, solamente per poter garantire appalti milionari in grande scioltezza. Che dire? Quando, a lavori ultimati, verranno celebrati i fasti delle due corti dei principali protagonisti di questa straordinaria riurbanizzazione di cui la città non poteva assolutamente fare a meno, la exsindacaSpettacolo e l’attuale sindacoAggarbatuni, questi saranno insigniti con un preziosissimo Sanpietrino d’oro, che, per ragioni logistiche e di sicurezza, visto lo stato di precarietà delle piazze che ospiteranno l’evento, verrà “consegnato, da opportuna distanza e con la dovuta attenzione”, dal fortunato cittadino sorteggiato tra i tanti che ne faranno richiesta.