Calabria massomafiosa. Belcastro e il “buco” da oltre 100 milioni della Fondazione Campanella. Da Chiaravalloti a Report

Nella sua patetica e per certi versi disperata autodifesa nel pollaio di Giletti, l’ormai ex commissario della sanità in Calabria generale Cotticelli, ha tirato fuori la storia dell’inserimento nel bilancio della sua gestione del “buco” derivante dal fallimento della Fondazione Campanella, un altro dei tanti carrozzoni della “politica sanitaria” calabrese, che ammonterebbe a 100 milioni, ma sono certamente di più.
La Fondazione Campanella è una storia perfetta per descrivere l’andamento dei pateracchi calabresi in questi ultimi 15 anni. Nasce a Catanzaro – sputa che ci indovini – come struttura sanitaria privata. Con una valanga di soldi pubblici, si ingrandisce a dismisura e assume personale (clientes et parentes di tutti i politici massomafiosi della Calabria ma soprattutto di Catanzaro) al di fuori di qualsiasi controllo e regola.

Doveva diventare un centro di ricerca, ma non lo è mai stata, naturalmente. La Fondazione Campanella è nata ai tempi del predecessore di Loiero, Giuseppe Chiaravalloti (quello che sta nelle logge deviate e segrete con Pittelli e Pino Gentile della famiglia dei Cinghiali di Cosenza), prospera sotto l’egida di Loiero (Agazio, che strazio!) ed entra in coma quando a capo della Regione c’è Peppe Scopelliti mentre a Palla Palla Oliverio tocca il compito di celebrare il fallimento. Insomma, ancora una volta, la malapolitica calabrese è presente al completo. Senza nessuna eccezione, tutti insieme appassionatamente.

Il suo primo vagito, la Fondazione Campanella lo tira fuori in una semplice riunione della giunta dell’incappucciato Chiaravalloti nella quale si approva uno statuto di diritto privato, ma tutto, patrimonio e finanziamenti, sono a carico del pubblico. Si tratta, dunque, di un enorme ospedale privato pagato in maniera disinvolta per anni con il denaro pubblico. In perfetto stile Calabria, pardon si scrive superclan dei calabresi si legge massomafia,

Ma torniamo per un attimo al passato prossimo. L’allora presidente della Regione Calabria Jole Santelli (pace all’anima sua), per attuare le misure di prevenzione del Coronavirus e per bloccare e contrastare l’epidemia in Calabria, ha conferito l’incarico di soggetto attuatore per il coordinamento delle attività a Domenico Pallaria (dirigente protempore della U.O.A. di Protezione Civile, poi formalmente dimessosi causa… figuraccia su Report!) ma soprattutto ad Antonio Belcastro, dirigente generale del Dipartimento tutela della salute della Regione Calabria. E’ lui l’anima nera di tutta questa vicenda ed è lui l’indiscusso deus ex machina dello scandalo Fondazione Campanella. Forse molti non saranno a conoscenza delle mirabolanti capacità di quest’ultimo, ed è doveroso, dunque, rinfrescare la memoria collettiva. Anche perché pure Belcastro ha rimediato una terribile figura barbina in tv attraverso Report ai tempi della Gabanelli, con l’intervista della quale riporteremo a breve il testo…

Belcastro, tra le tante cariche che gli sono state assegnate negli anni, ha anche rivestito quella di direttore della Fondazione Campanella. Ed è chiaro che il regista del “buco” è soprattutto lui. E come puntualmente accade in Calabria. chi dovrebbe essere cacciato a calci nel sedere invece viene gratificato con la “promozione” a cariche più importanti.
E rieccoci alla puntata di Report, che è datata addirittura aprile 2009, quando ormai iniziava ad essere chiaro a tutti il gigantesco imbroglio, che sarebbe però continuato per altri 6 anni, fino al 2015, quando il fallimento ha messo fine a questo indecoroso caravanserraglio classico della Calabria massomafiosa.

“… La Fondazione Campanella – diceva all’epoca la conduttrice di Report Milena Gababelli (altro che Giletti e il suo pollaio…) – aspira a diventare IRCCS, ovvero istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, e con questa certificazione che ti riconosce come struttura d’eccellenza puoi accedere a finanziamenti pubblici e privati. In questa prospettiva, immaginiamo, la Regione ha stanziato in 4 anni 130 milioni di euro. Poi però per diventare IRCCS bisogna produrre una ricerca. Non si è capito bene quale. Sta di fatto che i soldi girano, e gli incidenti capitano dappertutto, ma in un ospedale non a norma capitano più spesso, in Calabria non a norma gli ospedali sono 36… Vista la situazione, verrebbe da dire, qualche euro in meno alla Fondazione Campanella e qualche gruppo elettrogeno in più, magari se capita un black out non muori…”.

E a questo punto, per completare il quadro, eccovi la trascrizione tragicomica e testuale dell’intervista di Belcastro, che era finito nell’occhio del ciclone perché già allora era chiaro come il sole che di “ricerca” quella Fondazione non aveva proprio nulla, a parte il dirigente “esperto” di topi… ma non solo: tutta da leggere.

Report, Intervista di Nerazzini a Belcastro:

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Vabbè’ però siccome la facciamo voglio dire, abbiamo visto i topi ieri per dire…

ALBERTO NERAZZINI

Sì ho capito, i topi ce li ho pure io! Però non è quello direttore!

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Eh no, fanno ricerca…

ALBERTO NERAZZINI

Ho capito, ma magari il topo c’era pure senza la Tommaso Campanella!

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Intanto non c’ero.

ALBERTO NERAZZINI

Non c’erano i topi o non c’era lei?

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Non c’erano i topi.

ALBERTO NERAZZINI

Vabbè però bisogna capire, per esempio sul topino cosa ci facciamo? Perché gli rompiamo i c……i al topino?

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Eh, poverino! Tra l’altro a me dispiace.

ALBERTO NERAZZINI

Anche a me, però ci sarà un obiettivo di ricerca, no?

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Ora vediamo, dai.

ALBERTO NERAZZINI FUORI CAMPO

Ci ha pensato il direttore sanitario, che dopo un quarto d’ora torna con una serie di carte e appunti.

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Questi sono i tumori ereditari che abbiamo già detto, mieloma multiplo, melanoma, carcinoma del pancreas… Se per voi basta facciamo ad esempio questo qua e chiudiamo lì. Allora un attimo solo… Quindi ricerca traslazionale nell’ambito del mieloma multiplo del tumore ereditario della mammella…

ALBERTO NERAZZINI

Direttore. Eravamo rimasti alla ricerca, che cosa per esempio… Su cosa stanno lavorando i vostri ricercatori?

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Ma stanno lavorando su una serie di temi e di ricerche… Ad esempio la ricerca translazionale nell’ambito del mieloma multiplo dei tumori ereditari della mammella.

ALBERTO NERAZZINI FUORI CAMPO

Qualche giorno dopo l’intervista, Belcastro è stato nominato dalla Giunta Loiero direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Mater Domini, diventando così un esperto anche di cariche.

AGAZIO LOIERO – PRESIDENTE REGIONE CALABRIA

E’ uno di qualità. Belcastro e’ uno di qualità.

ALBERTO NERAZZINI

E’ ancora direttore generale facente funzione alla Campanella e direttore amministrativo della Campanella, direttore generale di una struttura pubblica.

AGAZIO LOIERO – PRESIDENTE REGIONE CALABRIA

Si perché là… perché noi le dico con estrema…

ALBERTO NERAZZINI

Cioè, è incompatibilità pura.

AGAZIO LOIERO – PRESIDENTE REGIONE CALABRIA

Ma qual e’ l’incompatibilità, mi scusi?

ALBERTO NERAZZINI

Direttore generale di una struttura, di un’azienda pubblica, Mater Domini, contemporaneamente facente funzione di direttore generale nonché direttore amministrativo di una struttura privata, cioè Fondazione Campanella.

AGAZIO LOIERO – PRESIDENTE REGIONE CALABRIA

È vero che è ad interim perché non l’abbiamo ancora trovata un’altra persona. Siccome c’è questo discorso in IRCCS lasciamo, tanto si tratta ormai di mesi.

ALBERTO NERAZZINI

Avete avuto un po’ di sfortuna probabilmente per quanto riguarda i direttori generali.

ANSELMO TORCHIA – PRESIDENTE FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLASì, sì, ma non sono nominati da me i direttori generali.

ALBERTO NERAZZINI

No, no, stia tranquillo, però Pietro Caligiuri, inquisito nella vicenda dei finanziamenti della 488 e poi e’ stato agli arresti domiciliari, proprio mentre era direttore generale.

ANSELMO TORCHIA – PRESIDENTE FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Eh, ma si e’ dimesso, abbiamo preso atto delle dimissioni e se ne è andato.

ALBERTO NERAZZINI

Dopo Caligiuri è arrivato Talarico ex direttore generale di Vibo poi rinviato a giudizio per omicidio colposo e per istigazione alla corruzione per quanto riguarda la morte della giovane Federica Monteleone.

AGAZIO LOIERO – PRESIDENTE REGIONE CALABRIA

In Calabria capita spesso, capita sovente che uno possa essere impigliato nelle maglie della magistratura.

ALBERTO NERAZZINI

C’e’ un percorso, coincidenze, casualità, sfortunato per quanto riguarda le direzioni di quella fondazione?

AGAZIO LOIERO – PRESIDENTE REGIONE CALABRIA

Sì, sì, se lei pensa che sia sfortunato va bene così.

ALBERTO NERAZZINI

No cercavo di avere un commento…

AGAZIO LOIERO – PRESIDENTE REGIONE CALABRIA

Va bene così fermiamoci adesso perché avevamo detto cinque minuti, sono un’ora e venti… Non che mi dispiaccia!

MILENA GABANELLI IN STUDIO

La Fondazione Campanella aspira a diventare IRCCS, ovvero istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, e con questa certificazione che ti riconosce come struttura d’eccellenza puoi accedere a finanziamenti pubblici e privati. In questa prospettiva, immaginiamo, la Regione ha stanziato in 4 anni 130 milioni di euro. Poi però per diventare IRCCS bisogna produrre una ricerca. Non si è capito bene quale. Sta di fatto che i soldi girano, e gli incidenti capitano dappertutto, ma in un ospedale non a norma capitano più spesso, in Calabria non a norma gli ospedali sono 36. Vista la situazione, verrebbe da dire, qualche euro in meno alla Fondazione Campanella e qualche gruppo elettrogeno in più, magari se capita un black out non muori. Proseguiamo con gli IRCCS che quando funzionano hanno una straordinaria utilità. In Italia sono 43, 19 pubblici, 24 privati, e altri 20 sono in attesa di riconoscimento.

SILVIO GARATTINI – DIRETTORE ISTITUTO MARIO NEGRI

Il problema e’ che molto spesso gli IRCCS sono derivati più che da necessità di tipo scientifico da pressioni di tipo politico perché insomma idealmente ogni deputato o quasi aspirerebbe ad avere nel suo paese o nella sua città un IRCCS per mostrare di aver fatto qualcosa… Anche nella Calabria massomafiosa, aggiungiamo noi…