“SEGARE È MEGLIO CHE SCOPARE”
di Rocco Tripodi
In ogni parte d’Italia, quando si dice: “Si fa sega”, s’intende, tra gli studenti, che si marina la scuola. A Vibo, invece, quando viene detto dal responsabile dell’ufficio tecnico, ha ben altro significato. Seguitemi… Succede, sempre più di frequente, di imbattersi per le strade cittadine in squadre di operai con la scopa in mano di supporto ai dipendenti della impresa Muraca che ha l’appalto della gestione rifiuti. Io associo questo speciale spiegamento di forze alla necessità di dare ad intendere a noi cittadini che si stia affrontando una straordinaria emergenza STRADE PULITE.
Mi spiego meglio. In occasione di recenti abbattimenti di alberi, a fronte di una diffusa indignazione popolare, alcuni residenti ne legittimavano, invece, il taglio perché stufi di tollerare lo stillicidio degli aghi dei pini che sporcavano balconi, ingressi, otturando gocciolatoi e grondaie. Presto fatto. A questo punto cosa si inventano?: Io cittadino passo e mi lascio impressionare dagli aghi di pino scopati e raccolti in copiosa quantità rimanendone impressionato; in tal modo, quando ripassando vedo le spoglie degli alberi di pino abbattuti, sono portato ad approvare e ad esprimere un giudizio assolutorio. Hanno fatto finalmente pulizia, dico! E quindi: APPROVO l’ennesimo albero abbattuto. E certo, È LA MORTE SUA! se no sporca!
Da questa logica ne deriva il nuovo motto per cui sarà ricordata la consiliatura ROMEO: SEGARE È MEGLIO CHE SCOPARE. Chiariamo ancora meglio. Un’altra ragione per cui si è avvertita la necessità di intervenire attraverso una “soluzione finale”, non è la colpa di appartenere ad una “specie” arborea, ma, dicono, l’impossibilità di curare una sorta di epidemia aggressiva che li sta decimando, per la quale non si conosce cura. Non se ne conosce l’origine né chi sia il cosiddetto “paziente zero”…In chi si annida il BUBBONE. Vai a saperlo! La sola cosa che sappiamo è che i primi sintomi si sono presentati in concomitanza con l’elezione dell’AGGARBATUNI a sindaco. Coincidenza? Ora voi se doveste cercare il bubbone, da chi inuziereste?
Il già caposcout sindaco tra l’altro è colui che con la palla di cristallo aveva il potere di sapere, con un anno di anticipo, che i 14 alberi del boschetto di p.zza A. Moro (Consorzio) si SAREBBERO ammalati durante i lavori, tanto da ordinarne l’abbattimento, sostituendosi alla RUP e contravvenendo le disposizioni del TAR che lo vietava. E’ dunque la palla di cristallo che gli ha anticipato la futura comparsa di un bubbone che avrebbe infettato gli alberi costringendolo poi, a lavori iniziati, ad abbattere il boschetto. In ragione di questa rivelazione ha trovato quindi del tutto plausibile che il progetto di due anni prima fosse stato sviluppato PREVEDENDO, appunto, LA ZONA CENTRALE DELLA PIAZZA, GIÀ SGOMBRA DA ALBERI che, però, all’epoca risultavano di sana e robusta costituzione. Ma l’Aggarbatuni avrà pensato: “Le palle di solito si trovano in coppia, una ce l’ho io, e certamente l’altra ce l’avrà il progettista e anche lui l’ha consultata, arrivando alle stesse mie conclusioni: Tra due anni gli alberi si scopriranno malati, quindi progettiamo fin da ora, escludendoli perché in quello spazio in cui si andrà a costruire, non ci saranno”. Eh QUANTE PALLE!
E a tal proposito vi aggiorno sulle palle che dovrebbero coercitivamente cordonare p.zza Morelli: La palla che aveva preso la calata, come già vi raccontavo, e che provvidenziamente ha trovato un blocco davanti alla Prefettura, non è stata tradotta a Roma, come si era detto, ad assistere alla festa di Atreju, ma messa più clementemente in castigo in ginocchio dietro una panchina del giardinetto della piazza, in attesa della sentenza finale.
Contro l’abbattimento dei pini che riprenderà domani, un tempo avrei invitato i miei concittadini a mobilitarsi e manifestare insieme in presenza sul luogo. Ma la reazione di tanti mi fa capire “ca no ‘nci usa cchiu; e poi pari bruttu, puru pa’ genti”. E allora: Morte ai pini cagionevoli superstiti, e lunga vita al sindaco bubbonico










