La pazienza di Nicola Gratteri era finita il 7 giugno scorso: quella mattina (in fondo solo due mesi e mezzo fa) il procuratore di Catanzaro aveva rotto gli indugi e aveva trovato il modo di interrompere l’ormai imbarazzante “regno” del commissario dell’Asp di Vibo Valentia Giuseppe Giuliano, pilotato dal parlamentare vibonese Giuseppe Mangialavori, meglio noto come Peppe ‘ndrina e dal presidente della Regione Robertino Occhiuto, alias il parassita (Catanzaro, posti letto falsi durante il Covid: interdetto Giuliano).
Gratteri è andato a scovare una sorta di “cavillo” ovvero quella della dichiarazione di falsi posti letto durante la pandemia e ha bastonato il prode Giuliano, che allora era commissario del Policlinico Universitario Mater Domini e l’ha interdetto dai pubblici uffici per un anno. Tradotto in soldoni, l’ha cacciato dal posto che occupa attualmente ovvero quello di commissario dell’Asp di Vibo Valentia in quota Peppe ndrina e Occhiuto il parassita. Del resto, l’attendismo della Prefettura di Vibo nelle procedure di scioglimento dell’Asp vibonese non gli dava altra scelta e così Gratteri ha deciso di agire senza attendere oltre.
Abbiamo anche scritto più volte che la situazione per il magistrato si faceva ancora più imbarazzante perché era stato proprio Giuseppe Giuliano, all’epoca in cui era il capo alla Mater Domini, ad aver nominato primario di Medicina Legale Santino Gratteri, fratello del procuratore. E ormai nei corridoi del Policlinico e in tutti i capannelli “politico-masso-mafiosi” di Vibo e Catanzaro si sussurrava che Santino veniva utilizzato come “scudo” da questa gentaglia per proteggersi da Gratteri. Evidentemente tutto questo chiacchiericcio alla fine ha convinto il procuratore a cacciare via questo soggetto.
Giuliano, com’è fin troppo facile dimostrare, ha pagato per questioni che nulla hanno a che vedere con i reati più pesanti che ha commesso nel corso dei suoi mandati alla Mater Domini e all’Asp di Vibo Valentia.
Giuliano si è lasciato amorevolmente sponsorizzare per mesi e mesi e per migliori lidi futuri da Peppe ‘ndrina, come ormai tutti chiamano il già senatore oggi deputato e presidente della Commissione Bilancio della Camera Giuseppe Mangialavori, alla ricerca di consensi a Catanzaro per il suo candidato alle ultime elezioni regionali in quel braccio di ferro, fra voti discutibili ed alleanze alle locali di ‘ndrangheta, che lo contrapponeva all’altro mafioso di Forza Italia, Domenico Tallini, già indagato per concorso esterno ed associazione mafiosa nell’operazione Farmabusiness.
il commissario Giuseppe Giuliano, talmente sicuro dei fatti suoi, aveva vestito persino i panni dell’astrologo come il Divino Othelma e disseminava le previsioni elettorali delle ‘ndrine vibonesi di ulteriori azioni illegali, ovviamente non per il “suo” Peppe e per i suoi sodali. Traffico d’influenze? Voto di scambio? Forza Mafia!
Il commissario Giuseppe Giuliano abusava del proprio ruolo – voto di scambio -, favorendo le richieste del già senatore oggi deputato Giuseppe Mangialavori, alias Peppe ‘ndrina, che ha chiesto e ottenuto (visto che è stato eletto alla grande e con una mole consistente di voti) sostegno elettorale per il suo candidato vibonese Michele Comito (un altro medico!), mettendo così a disposizione il suo tempo e la struttura dell’AOU Mater Domini.
Tranquilli, non era passione politica quella di Giuliano, ma solo il compito da svolgere (vale a dire il voto di scambio) per essere destinato a nuovi incarichi, così come gli ha promesso e puntualmente mantenuto Peppe ‘ndrina, visto che all’Asp di Vibo Valentia è approdato proprio il “bandito” Giuliano con regolare nomina del presidente-parassita che sta alla Regione, il piccolo Occhiuto. Del resto, lo aveva confessato a qualche “amico” proprio Giuseppe Giuliano: se l’Asp di Vibo chiama, lui risponde presente! E lui lì adesso s’era piazzato… grazie alla “restaurazione” del presidente parassita della Regione.
Ora, a nessuno è sfuggito che non più tardi di qualche settimana fa la Dda di Catanzaro – e quindi Gratteri – avesse assestato un duro colpo con il blitz “Maestrale” all’Asp di Vibo. Certo, non era caduta la “testa del serpente” ma vivaddio c’erano tutti i presupposti per far commissariare per mafia l’Asp di Vibo così com’è già accaduto per quelle di Catanzaro e Reggio. Ma toccava alla Prefettura farlo e Palazzo del governo, che da qualche tempo ha un nuovo inquilino, ma che però non aveva ancora dato segnali di vita.
Ma evidentemente hanno esagerato e alla fine Gratteri ha cacciato Giuliano nonostante… Santino.
Giuliano e Comito, ai tempi delle ultime Regionali (poco più un anno e mezzo fa), in attesa che qualcuno se ne accorgesse ufficialmente, facevano come le Kessler, ballavano nei corridoi del Policlinico intercettando tutti i primari, che conoscono anche loro il modo di fare carriera, secondo il manuale del commissario Giuliano, alla ricerca di voti a sostegno del “pupillo” del prode Mangialavori,
Oggi Giuliano è stato fermato da Gratteri ma Peppe ‘ndrina e il suo compare parassita ancora gozzovigliano e c’è da giurare che, da vigliacchi quali sono, hanno già buttato a mare il loro “pupillo” e confidano che il procuratore continui a non “toccarli”, accontentandosi di avere reso innocuo il commissario, che come da scontato copione è diventato “magicamente” impresentabile anche per i peggiori media di regime di… Caracas, pardon di Limbadi. Povera Calabria nostra!