di Rocco Tripodi
In una mia recente nota, mi ripromettevo di riportare l’attenzione di chi mi legge sulla VILLA COMUNALE e in particolare sul servizio che, dopo lunga assenza per trascuratezza e strafottenza, questo spazio pubblico tornava a garantire alla popolazione: i SERVIZI IGIENICI, pubblici, annessi al bar ospitato all’interno.
Questo si ottenne dopo un’ostinata lunga battaglia portata avanti da un gruppo di altrettanto ostinati cittadini che, dopo la ristrutturazione e apertura della villa, lavori costati 1.360.000 euro, raccolsero circa 700 firme tra i frequentatori di corso Umberto, per chiedere che venissero restituiti i bagni, com’era un tempo, al libero utilizzo di tutti. Depositate le firme, fu presentata un’interrogazione in consiglio comunale, per il tramite del consigliere Antonio Loschiavo, che suscitò nei consiglieri della maggioranza a guida Elio Costa una tale reazione di raccapriccio e annusijamento, quasi gli avessimo presentato non la proposta di aprire un bagno pubblico, ma un fagotto con dentro una raccolta di “depositi” fatta all’interno di un bagno pubblico, per cui fu bocciata.
In quella occasione si chiedeva anche la restituzione all’uso dei bagni (che ancora oggi sono lì mai riaperti, posti tra il monumento ai caduti e la scalinata che fiancheggia lo Sporting club) che erano stati da poco bonificati e ricondizionati con una spesa di 20.000 euri. Questo rigetto, frutto di stupidità e infantile ripicca di un intero raggruppamento politico, presidente del consiglio Stefano Luciano in testa, motivò ulteriormente i richiedenti che, attraverso una cocciuta pressione mediatica, costrinsero alla fine il sindaco a meglio rimodulare le prescrizioni nella manifestazione d’interessi, che fino ad allora andava deserta, e assegnare finalmente all’aggiudicatario il bar con l’obbligo di assicurare l’apertura, la fruizione e il decoro dei servizi igienici.
Ora, come dicevamo, il bar ha chiuso e col bar anche i bagni. In conclusione, oggi su corso Umberto, e del resto in tutta Vibo, questo servizio viene negato in particolare, a tutti quegli anziani che ormai rappresentano l’ultima fascia della specie umana che ancora conserva un encomiabile stimolo a frequentare vie e piazze della città . Ma purtroppo sottoponendosi stoicamente ad altri stimoli prepotenti e incontenibili che se prevalessero arrecherebbero loro tali mortificazioni pubbliche da costringerli alla clausura. Del resto anche io sono persona non del tutto libera. Mi tocca sottostare a tre padroni che mi governano senza pietà alcuna: una TIGNUSERIA CAMURRIUSA; la PENNA BIC DI QUATTRO COLORI; la PROSTATA. E capirete che ho un buon motivo per sollecitare i nuovi governanti perché comprendano l’urgenza del “bisogno”, nonché la solidarietà di tutti i prostatici militanti perché, come in gioventù, ci si mobiliti, fedeli al vecchio slogan: CHI SI ASTIENE DALLA LOTTA È ‘NGRAN FIJO DE NA M……A!
Perché mai, vi chiederete, dovrebbe prevalere un orientamento diverso, più accondiscendente nel nuovo consiglio comunale, tanto da farci azzardare una nuova campagna per la riapertura dei bagni pubblici nel centro storico e comunque dove abitudinariamente si concentrano gli anziani o si scadenzano eventi con libera partecipazione della cittadinanza? Perché? Presto detto: perché lo scaltro volpigno sindacoAggarbatuni si è attrezzato per far fronte a simili emergenze, arruolando uno staff di SBERTUNI, chi mancu li cani Signuri…,con alla guida un capogabinetto (l’assonanza con l’argomento che stiamo trattando non è cercata) che quando tira la catena spacca il cuore ai passeri. Ma un aiutino da casa mi va comunque di darglielo: l’ostacolo principale incontrato all’apertura dei bagni in piazza 24 Maggio era trovare un custode. Oggi dappertutto, l’omino che ti vende dieci strappi di carta igienica è sostituito da tornelli e bagni autopulenti a gettone. L’orgoglio di rientrare a casa col pantalone asciutto senza subire umiliazioni, vale bene una moneta da 50 centesimi.
I bagni interni alla villa annessi al bar chiuso da mesi, potrebbero riprendere a funzionare con gli stessi accorgimenti, e i locali del bar e gli spazi pertinenti, chiusi e aperti, essere gestiti direttamente dal Comune per manifestazioni pubbliche in un contesto ambientale senza pari in tutta la città . A me sembra di dire cose ovvie che sono sotto gli occhi di tutti. Evidentemente così non è in particolarmodo per la classe politica. Dei veri SURICI ORBI che nulla sanno della città e nulla vedono. Attaccapannati tutto il giorno sul balcone del municipio, tranne uscire, qualcuno, la notte, creando panico tra la gente che li scambia per cinghiali. Loro intendono solo di rattoppi e transenne. Solo chi la vive e la osserva la città , si accorge di come, per esempio ieri, possa un mezzo pesante della ditta Muraca, per raccattare una quantità modesta di sfalcio, sbriciolare con le ruote an teriori e posteriori, quattro metri di travertino posti a cornice di due aiuole davanti alla statua di Luigi Razza, e tornarsene in deposito certo di avere svolto al meglio e con diligenza il compito assegnatogli. Che ci fa! Tanto poi al gerarca gli portano una corona, gli fanno il saluto romano e…camerati come prima.
La villa dava ristoro ai frequentatori anche con la presenza di un discreto numero di fontane. Ne sono rimaste quattro di cui tre non funzionanti. La quarta funzionerebbe se l’acqua non si disperdesse, impantanando il viale, senza mai arrivare al rubinetto. Una in particolare è l’emblema di come è trattata, da chi dovrebbe curarla, questa città . È la classica fontana in ghisa, un parallelepipedo a mo’ di campanile con piripicchio decorativo sulla sommità ; in uno dei quattro lati, in alto il rubinetto e in basso la vasca di raccolta dell’acqua. E invece no! I geni che l’hanno montata (forse l’avrà montata l’architetto) hanno posizionato la vaschetta in basso sul frontale e il rubinetto invece in alto sull’altro lato della fontana. Come i nostri politici (genio e sregolatezza): li voti a sinistra e te li ritrovi a destra e viceversa.
Sempre poi a proposito di bagni pubblici, va denunciato un curioso per alcuni, sacrilego per altri, godurioso per altri ancora, comportamento ormai storicizzato che interessa un discreto numero di cittadini. Finché funzionavano i bagni della villa comunale , questi oltre che dai frequentatori di c.so Umberto, erano utilizzati gratuitamente dai venditori della Coldiretti che vi allestivano un mercatino, e dai loro clienti. Adesso il sabato, lo spazio a fianco del già citato monumento è occupato dagli stand del mercato dei fiori. Gli operatori (alcuni anche provenienti dalla Sicilia) e gli acquirenti non hanno più accesso ai servizi igienici, tantomeno all’acqua. Molti di questi, su imitazione di tanti nostri concittadini, alle strette, trovandosi alle spalle il massiccio piedistallo balconato che crea un discreto naturale riparo, dove svetta la imponente statua dell’ illustre ministro fascista, secondo voi cosa fanno? Se non vi viene in mente nulla vi do un aiutino: vi dico solo che, secondo me, l’eroe cittadino vede più piselli lui che un ortolano in primavera. E QUINDI? Mai come questa volta cade a pennello un vecchio adagio per chiudere questa mia nota: E QUINDI? ONDE PER CUI POSCIA, ALZA LA COSCIA E PISCIA!









