di Rocco Tripodi
“Comu dici l’abati Fraru – e, sembra, pure san Gennaru – pe’ cazzuni non c’è riparu”; e purtroppo aggiungo io:” Non c’è riparu mancu pe’ i danni chi i cazzuni fannu”. In via del Gesù è ormai in corso una guerra. Una guerra tra, da una parte l’ottusita’ e la pisciaturagine professionale di luminari del calcestruzzo, arroganti, sciacqualattughe e disonesti. Dall’altra, l’orgogliosa fiera difesa, loro sì, d’identità granitica delle tante pietre e basole che nei secoli scorsi sono state strappate dalle loro terre, deportate e assoggettate al ruolo di pavimentazioni in strade e piazze della nostra città.
Qui alla lunga sembrava che avessero ritrovato una dignitosa e pacifica integrazione con i luoghi che le avevano accolte, riconoscendo loro di fatto un legittimo diritto di cittadinanza. Ora, a seguito dei perniciosi finanziamenti di rigenerazione del PNRR, è partita una campagna persecutoria di odio nei confronti di tutto ciò che architettonicamente e urbanisticamente ha dato nei secoli un briciolo di dignità e visibilità storica a Monteleone. Tutto ciò per fare spazio a nuove avanguardistiche idee progettuali imposte a botte di pale meccaniche, quindi aggressive, annichilenti e irriguardose della città di Vibo Valentia e dei suoi abitanti.
In particolare, sono state prepotentemente strappate antiche basole per poi essere malamente riposizionate senza regole, senza apparenti ragioni, e senza sentimento, dico io. Tanto che dopo neanche una settimana, iniziano a saltare. Proteste, tante. Si illudevano di averle “sedate”, ed invece gli tocca braccarle e ricondurle lì dove già avevano tentato, malamente, di farle giacere. Sciocchi oltretutto. Trascorrono 30 giorni e le nostre ostinate basole le ritroviamo libere in mezzo alla strada in cerca di un più nobile destino, tanto che la città ormai fa il tifo per loro, ma saranno ancora una volta riprese e ristrette ad un regime più duro (cemento stupidamente e peggiorativamente più grasso). Infatti di nuovo, questa volta dopo due mesi, le vediamo, con ostinata e ostentata audacia, in un ennesimo tentativo di affrancarsi dalle catene di cemento, tentare un’ulteriore rocambolesca fuga verso l’anelata emancipazione.
Domanda: “Quando i nostri aguzzini con le palle vuote e le tasche piene troveranno il coraggio di affrontare la questione con la ditta che gestisce, con gli stessi risultati, altri due cantieri confinanti ?”.
E non limitarsi ad affrontarli col tono materno e rassicurante del tipo: “Dai bello e mamma’…che ce la puoi fare pure tu”. E neanche RANDELLATE.
Ma, dico io, non c’è un capogabinetto, un caporognelegali, un caporandellone, un capo…di qualunque cosa che sappia far valere le ragioni dell’Amministrazione?
In questa situazione di totale latitanza da parte di qualunque parte politica, abbiamo provato ad ipotizzare noi risposte da chi per ruolo e titolo potrebbe intervenire sull’argomento.
Il Ministro PIANTEDOSI: “Grazie al recente ‘decreto sicurezza’, abbiamo gli strumenti legislativi che ci consentiranno di assicurare alla giustizia i colpevoli: le basole che trovano ospitalità nei Centri sociali”.
La Prima Ministra MELONI: “Stiamo mettendo a punto un nuovo ‘decreto’ per deportarle in Albania”.
Il Ministro LOLLOBRIGIDA: Trattandosi di pietre laviche provenienti dall’Etna, c’è un serio pericolo di sostituzione Etnica. Col supporto della fede proveremo a moltiplicarli in damigiane di vino”.
Il Sottosegretario DELMASTRO: “Mi riservo di affrontare il problema a Capodanno; tranquilli”.
Il Ministro SALVINI: “Ispirata dalla Madonna del Rosario, mi attiverò perché le basole siano aiutate a casa loro”.
La Segretaria del PD SCHLEIN: “Mi esprimero’ non prima di aver letto la corrispon denza che quotidianamente mi giunge da Vibo”.
Il segretario cittadino del PD GERNANDO MARASCO:
“Datemi il tempo di scrivere una lettera (anonima) alla Segretaria del partito”.
Il Coordinatore provinciale del PD ENZO INSARDA’: ” Certamente le pietre sono una RISORSA per il Partito”.
Il Capogruppo PD CICCIO COLELLI: “La strada sarà messa in sicurezza e ci faremo
passare l’Affruntata”.
Il deputato GIUSEPPE MANGIALAVORI, molto pragmatico: “Dov’ è il problema? La strada me la compro io”.
ENZO MIRABELLO, che i giornali lo danno in quota Pd non so a che titolo (bazzicanza, inculturanza, parlanza con la mananza davanti alla boccanza, forse solo tanta panza?): “Non mi appassiona la sorte di via del Gesù, in quanto nel mio carnet non trovo nessun mio elettore qui residente “.
Il Coordinatore di FdI PASQUALE LA GAMBA, il camerata brioso, arguto, sottile e PENETRANTE nelle conversazioni (con i suoi simili ma anche sciaguratamente con chi non suo simile si trovi non più lontano fisicamente da lui 200 m e ideologicamente 200 anniluce): Per queste basole sovvertitrici solleciterò un DESPO”.
Il Sindaco AGGARBATUNI: “Occorre procedere con la dovuta cautela, sempre attenti a non provocare sgarbi alle parti in causa e alle Istituzioni”.
GIOVANNI e GIUSEPPE RUSSO (i Russi i Russi gli Americani…): “Chissà domani. Su che cosa metteremo le mani?”, hanno dichiarato i due mattacchioni senza pretese che stanno bene ovunque.
Il Fluido VITO PITARO ha tagliato corto: “Piu’ volte mi è stato chiesto di mazze e mazzette ma su massi e massetti non saprei proprio cosa dirvi”.
Il Consigliere Nico Console, di recente scivolato (non gli viene difficile) nel Gruppo Riformisti Progressisti, ha chiesto tempo perché troppo occupato a riformarsi e a progressistizzarsi, ma con tempo sufficiente per chiedere di fare un selfie (ogni dassata è persa).
Il Capogabinetto GIAMPIERO MENNITI, supervisore di tutti i progetti PNRR per un valore complessivo di 160.000.000 (avete capito bene centosessantamilioni) di €, ha mandato, com’è suo solito, un estemporaneo chiarificatore comunicato derimente: “E’ del tutto evidente che, allo stato delle cose, si imponga di circoscrivere la pertinenza storica contestualizzata, in proiezione perfettibile, seppur stabile, sempre comunque riconducibile ad uno stato di tracciabilita’ di superficie, imputabile ad un macroscopico difetto di esposizione apologetica. Pur se per certi aspetti non dissimile da vetusta meretrice soggiornante sulle strade sconnesse dove è facile ed imprudente darsi al terzo appalto venuto. Perdipiu’ quando, senza attendere un quarto che metta in discussione la compatibilità del tracciato lapideo con la tenuta del tacco 12, si mortifica la graniticita’ del cordolo serrese. Dimostrando così, incontrovertibilmente che la pietra è mobile qual piuma al vento. Analisi da tutti compresa in funzione, però, rigorosamente catartica”.
Nonostante i tanti preziosi contributi, abbiamo pensato di sottoporre la questione alla Intelligenza Artificiale, approfittando di un raro momento in cui non ci è sembrata sotto l’effetto di sostanze oppiacee.
Dopo un breve racconto fattole sull’ incontenibile e risoluto bisogno delle basole in preda ad una sorta di moto perpetuo, di una nuova prospettiva di costante mobilità, l’Intelligenza Artificiale ha sentenziato: “Non disperdetele. Organizzatele e assicurate loro costante, professionale manutenzione e METTETELE AL POSTO DELL’ATTUALE SCALA MOBILE della città, famosa per non essere mai entrata in funzione, diversamente destinata a restare una SCALA STATICA utilizzata, riparata per com’è, solo dagli incontinenti”.
Chi sa se queste innocenti narrazioni un giorno potranno interessare ad una o più Autorità che non dimorano nel Palazzo Municipale?